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IL 2014 DEL RISO ITALIANO

da | 31 Dic 2014 | NEWS

2014«Sulla legge per il mercato interno non c’è ancora un accordo ma si cercherà di trovarlo entro febbraio…» Ve lo ricordate? E’ iniziato così il nostro anno, un anno fa. Lo abbiamo scoperto spulciando il nostro archivio (a proposito, per chi volesse fare delle ricerche ricordiamo che basta collegarsi a: http://www.risoitaliano.eu/cerca-nel-sito/) e scoprendo che a dodici mesi di distanza siamo ancora a un quasi-accordo. Nel senso che il governo Renzi o per meglio dire i dirigenti del Ministero delle Politiche agricole hanno imposto la propria linea: il governo è delegato a riformare la legge del 1958, l’industria – ma anche una parte degli agricoltori – assicura che semplificando le denominazioni di vendita il riso italiano conquisterà nuovi segmenti di mercato e quindi la riforma del mercato interno si farà. Non entro febbraio 2014 ma probabilmente entro febbraio 2015.Dodici mesi per raggiungere un compromesso che prevede l’allargamento delle denominazioni che sopravivranno alla tagliola e che quindi resteranno sulle scatole di risi in vendita in Italia, ma non accontenta tutti circa il contenuto di quelle scatole: l’industria vorrebbe un ampiamento dei difetti consentiti, in particolare delle rotture, ma Confagricoltura non sembra disposta a concederlo.

SCAT1La discussione continua, al riparo da occhi indiscreti, ma la linea del Piave è quella tracciata nella bozza riservata che Risoitaliano ha diffuso in esclusiva (http://www.risoitaliano.eu/mercato-interno-e-quasi-legge/) e che tutte le organizzazioni agricole hanno approvato. Prepariamoci dunque a veder sparire dalle scatole di riso il nome di decine di varietà storiche: la contropartita dovrebbe essere un rafforzamento delle posizioni di mercato del riso italiano – tutelato da un protocollo di tracciabilità – ma non è scontato che a guadagnarsi sia tutta la filiera.La massima che riportiamo nella foto grande – realmente pronunciata – non è tanto un giudizio sulla riforma o sulla necessità, incontestabile, di rivedere una legge che risale al 1958, quanto sul percorso scelto per realizzarla, che ha lasciato perplessi molti imprenditori. (E poi diciamolo: la battuta, che trasuda esperienza risicola, è irresistibile!)

Su quest’argomento, i sementieri italiani hanno già detto il loro no: per loro, del resto, questo è stato davvero un annus horribilis, perché, tagliati gli aiuti al seme, in febbraio il Parlamento europeo ha stoppato la proposta di regolamento sulle sementi che la Commissione ha ritirato in dicembre. All’inizio dell’anno, poi, il Parlamento italiano aveva aperto più che uno spiraglio al libero scambio delle sementi, con una risoluzione del centrosinistra, che potrebbe tornare d’attualità in seguito all’affossamento del regolamento comunitario.

Il mese di gennaio del 2014 ha segnato, come sappiamo, anche l’avvio del Pan, che ha introdotto la difesa integrata obbligatoria. Una normativa contestata e subita dagli agricoltori (http://www.risoitaliano.eu/moriremo-di-pan/), che le addebitano un pregiudizio di fondo contro la chimica in campo. A distanza di dodici mesi, come abbiamo documentato, l’interazione tra i Par delle regioni e i Psr presenta ancora diversi nodi da districare. Valga per tutti l’analisi di Flavio Barozzi: http://www.risoitaliano.eu/il-pan-lombardo-e-da-buttare/ In compenso, nel mese di marzo, l’Ente Risi è riuscito a mettere d’accordo Lombardia e Piemonte affinché i nuovi Psr siano armonizzati e non accada più che aziende confinanti dispongano di norme e opportunità profondamente diverse nel finanziamento delle misure dello sviluppo rurale.

mario-guidi1Nel corso dell’anno sono avvenuti altri fatti importanti: il gruppo Ebro è entrato nella Riso Scotti (http://www.risoitaliano.eu/scotti-ho-fatto-bene-a-sposarmi/) , il risicoltore Mario Guidi è diventato presidente di Confagricoltura e il risicoltore Giovanni Daghetta presidente di Cia Lombardia, ci ha lasciati lo scienziato Antonio Tinarelli, il riso italiano è stato escluso dal cluster dell’Expo ma la Riso Gallo si è aggiudicata la fornitura di tutti i risotti che saranno serviti ai visitatori della kermesse, una cordata di imprese ha acquisito Bonifiche Ferraresi e l’ha affidata alla gestione di Federico Vecchioni, è stato approvato il contratto tipo per la compravendita del risone (http://www.risoitaliano.eu/contratto-tipo-ecco-il-testo-approvato/), l’università di Milano ha aperto una innovativa linea di ricerca (http://www.risoitaliano.eu/nel-riso-ce-il-segreto-del-sapore/ e http://www.risoitaliano.eu/nel-riso-ce-profumo-di-kokumi/), ma soprattutto è entrata a regime la nuova Pac. L’Ente Risi ha chiarito il nodo aiuti su Risoitaliano – http://www.risoitaliano.eu/magnaghi-gli-aiuti-al-riso-saranno-questi/ e http://www.risoitaliano.eu/aiuti-svelati-i-numeri/ – e l’avvocato Carnia ha ricostruito tutte le novità in http://www.risoitaliano.eu/pac-e-pagamenti-diretti/

imagesCWG9IIP3Il 2014 è stato inoltre l’anno della Cambogia. Nel senso che le importazioni dai Pma ci hanno fatto vedere i sorci verdi, con un autentico tracollo delle quotazioni del riso indica, il lungo B su cui si sviluppa la competizione sul mercato mondiale. Il governo ha cercato per ben due volte di fare diga, invocando da Bruxelles la clausola di salvaguardia. I sindacati agricoli hanno dato il via a una mobilitazione, nel mese di luglio, che non si vedeva dal 1997, quando i Cobas del riso assediarono le borse per protestare contro il Gatt (quell’anno, i prezzi del risone erano scesi del 30% e anche allora Bruxelles se ne stava ferma e zitta):  unico problema, diversamente dal passato, gli agricoltori hanno marciato divisi (http://www.risoitaliano.eu/una-protesta-a-due-piazze/). Come nel caso della legge sul mercato interno, Risoitaliano ha offerto ai risicoltori la possibilità di leggere in anteprima i dossier prodotti dall’Ente Risi per conto del governo italiano. Il documento più aggiornato è allegato a questa notizia: http://www.risoitaliano.eu/esclusivo-il-testo-del-nuovo-dossier-cambogia/

L’anno si è chiuso, come tradizione, tra i botti. Non tanto sul piano produttivo: se nel 2013 il raccolto era già calato dell’11% – la disponibilità vendibile, grazie alle rese industriali, “solo” dell’8,8 – e anche gli acquisti dell’industria erano stati inferiori all’anno precedente, il 2014 ha fatto registrare una nuova flessione: del 10% secondo la Coldiretti e solo del 4% secondo l’Ente Risi, che ha presentato al Mipaaf il bilancio di collocamento che potete scaricare cliccando QUI.

Il vero “caso” risicolo del 2014 è stato quello del finto riso biologico. Si è partiti da uno studio di Giuseppe Sarasso, pubblicato proprio da Risoitaliano (http://www.risoitaliano.eu/la-trilogia-del-biologico-2/) e, passando per un’inchiesta approfondita (http://www.risoitaliano.eu/tutto-quello-che-avreste-voluto-sapere-sul-biologico/) e una coraggiosa denuncia dell’Anga, si è arrivati a Report, che ha dedicato una puntata a questo problema: potete rivederla a questo indirizzo internet:http://www.risoitaliano.eu/report-da-rivedere/

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