All’evento hanno partecipato alcuni rappresentanti del mondo del riso della provincia: Mauricio Soler Escobar, presidente della Federazione dei risicoltori di Siviglia; Pedro Rebuelta Gómez, agricoltore e presidente del Consiglio centrale degli irrigatori della riva sinistra; Eduardo Martín Jiménez, segretario generale del sindacato degli agricoltori ASAJA di Siviglia ed Elena M. Boza Varela, dietista-nutrizionista del sindacato degli agricoltori UPO e specialista in nutrizione clinica. L’accademico José López Alba ha svolto il ruolo di moderatore.
L’OASI DI SIVIGLIA
Mauricio Soler definisce un’oasi la regione risicola di Siviglia, per il suo ruolo di termoregolatore della temperatura, per la sua produzione integrata, vicina al biologico, e per il suo ruolo di filtro del fiume Guadalquivir. Accenna agli ultimi quattro anni di scarsi raccolti e al forte aumento dei costi di produzione. Inoltre, annuncia il progetto di calcolare l’impronta di carbonio del riso. E all’orizzonte, il raggiungimento della Dop Arroz de las Marismas del Guadalquivir: sono già 80 anni che si semina riso a Siviglia.
IL RISO FA BENE
Come introduzione, Elena Boza descrive la struttura del riso – con amilosio e amilopectina – e la funzione di ciascuna di queste sostanze. Ha sottolineato le proprietà nutrizionali del riso e il suo ruolo di carboidrato nella dieta quotidiana, stimato al 50-55%. Tutte le varietà di riso sono salutari, hanno ferro e magnesio, vitamine B6 e B3 e contribuiscono a mantenere l’indice glicemico nel sangue. Ha inoltre ricordato che il riso bianco o raffinato ha le stesse proprietà del riso integrale.
L’ECONOMIA DEL RISO
L’ultimo studio socioeconomico sulla coltivazione del riso riporta che essa impiega più di 5.000 persone, con un fatturato di 729 milioni di euro in vendite annuali, e dove ogni posto di lavoro diretto genera 1,12 posti di lavoro indiretti.
Pedro Rebuelta fa riferimento all’acqua che accompagna la produzione di riso, che entra ed esce e non viene quasi consumata. Ha commentato il progetto di portare l’acqua dal Canale del Guadalquivir Inferiore, fornendo acqua fresca e di qualità alle risaie. E ricorda il lavoro nelle paludi: a marzo-aprile per dissodare il terreno. A maggio, per allagarla. Fino a ottobre, per coltivare il riso e poi il raccolto. Poi vengono l’essiccazione, la conservazione del riso e così via. Delle due varietà comuni, il riso tondo viene consumato maggiormente in Spagna. Quello lungo, invece, viene esportato.
IMPORT E EXPORT
Eduardo Martín parla del problema del riso: la produzione in un ambiente complesso, avvertendo che la palude senza riso sarebbe un luogo eccessivamente ostile. Il 70% del riso di Siviglia viene consumato in Spagna e il 30% viene esportato in Europa, con normative limitanti (lavoro, tasse, allerte fitosanitarie e sanitarie).
Con le domande del pubblico, è stata commentata la questione dell’immagine dell’agricoltore, oggi un po’ stigmatizzata. È stata sottolineata l’importanza di vendere il prodotto autoctono, come il riso delle paludi. Si è accennato anche alla sua grande qualità.Con questo incontro – e con il tutto esaurito – l’Accademia ha appena iniziato un anno dedicato al riso di Siviglia.
Puoi seguirci anche sui social: siamo presenti su facebook, instagram e linkedin. Se vuoi essere informato tempestivamente delle novità, compila il modulo newsletter e whatsapp presente in home page. Se vuoi leggere ricette e notizie sul riso in cucina trovi tutto su http://www.risotto.us e se vuoi comprare dell’ottimo riso in cascina collegati a http://www.bottegadelriso.it
