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SAREMO GREEN MA MORIREMO DI FAME

da | 22 Giu 2022 | NEWS

import tollerance

La Commissione europea ha proposto di dimezzare l’uso e il rischio degli agrofarmaci di sintesi entro il 2030.
Si confermano le indicazioni del Green Deal europeo, nonostante le minacce di insicurezza alimentare causata dalla guerra in Ucraina, come riporta il sito Euractiv.com.

IL PIANO DI REVISIONE AGROFARMACI

Mercoledì (22 giugno), l’esecutivo dell’Ue ha svelato il suo piano di revisione del quadro normativo sui prodotti fitosanitari, introducendo il primo obiettivo di riduzione giuridicamente vincolante già annunciato nel capitolo alimentare del Green Deal, la strategia “Farm to Fork”.

La proposta era stata originariamente prevista per marzo ma ha subito qualche mese di ritardo a causa del conflitto alle porte dell’Europa. L’invasione russa in corso dell’Ucraina ha infatti creato profonde preoccupazioni sulla sicurezza alimentare globale che andavano affrontate con urgenza. (Nota importante) 

L’OPINIONE DEI COMMISSARI

Secondo il Commissario europeo per la sicurezza alimentare Stella Kyriakides le preoccupazioni sono valide, ma non rendono meno urgente l’azione sugli agrofarmaci. Il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, ha fatto eco alle sue osservazioni. Qualche voce ha visto la guerra come una scusa per tirare il freno e sospendere l’attuazione della strategia Farm to Fork. Timmermans aggiunge che usare la guerra per annacquare le proposte e spaventare gli europei è francamente irresponsabile.

CLIMA E BIODIVERSITA’ MINACCIATI

Secondo Kyriakides, la scienza ha confermato che le crisi del clima e della biodiversità sono la vera minaccia alla sicurezza alimentare. La Commissione ha iniziato ad affrontarle. L’obiettivo principale della proposta, ha aggiunto il commissario, non è vietare i prodotti di sintesi, ma sostituirli con alternative sicure e sostenibili. Gli agrofarmaci si trasformano in “misura di ultima istanza”. Previsto un obiettivo generale giuridicamente vincolante di ridurre l’uso dei pesticidi chimici del 50% entro il 2030, mentre agli Stati membri sarà chiesto di fissare i propri obiettivi nazionali di riduzione entro parametri definiti.

LIMITI PER DIFFERENZIAZIONE TRA PAESI

La Commissione ha scelto di non presentare obiettivi vincolanti individuali specifici, riconoscendo invece che esistono differenze in molti Paesi membri in termini di utilizzo e di sfide da affrontare.  Per essere sicuri che tutti gli Stati membri si muovano nella stessa direzione, saranno fissati alcuni limiti su come i Paesi possono discostarsi dall’obiettivo generale.

Sarà possibile allontanarsi dall’obiettivo del 50%, ma solo con giustificazioni molto chiare, ha confermato un alto funzionario della Commissione: le giustificazioni possono essere legate sia ai progressi storici nella riduzione degli agrofarmaci che i Paesi hanno già compiuto, sia all’intensità dell’uso.

PARAMETRO DELL’INTENSITA’

Il parametro dell’intensità, in particolare, prenderà in considerazione l’applicazione media in chilogrammi per ettaro di aree agricole. Così gli Stati membri il cui uso di agrofarmaci è più intensivo dovranno agire più velocemente per raggiungere gli obiettivi di riduzione. Limiti che comunque a livello nazionale non potranno essere inferiori al 35% sia per l’uso, sia per il rischio degli agrofarmaci. Una flessibilità che ha fatto seguito a una discussione con alcuni Stati membri, preoccupati per le modalità di definizione degli obiettivi.

ALCUNI PAESI GIA’ VIRTUOSI

La richiesta di un approccio differenziato è stata recentemente sottolineata dal ministro dell’Agricoltura ceco Zdeněk Nekula, che ha fatto notare come alcuni Paesi abbiano già compiuto progressi nella riduzione e, di fatto, hanno già raggiunto l’obiettivo generale europeo. Un cambiamento importante nella revisione del quadro normativo in materia riguarda il quadro giuridico, dato che quello precedente partiva da una direttiva.

Il nuovo regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci (Sus) sarà direttamente vincolante in tutti gli Stati membri, senza la necessità di recepirlo attraverso le leggi nazionali. Secondo un funzionario della Commissione, in passato il margine di manovra nell’interpretazione della direttiva era eccessivo. Perciò è stata scelta questa nuova soluzione con un nuovo quadro giuridico.

LE AREE URBANE

Il regolamento prevede il divieto di utilizzo dei pesticidi nelle aree verdi urbane, nei parchi pubblici, nei giardini, nei parchi giochi, nei campi sportivi ricreativi e nelle aree ecologicamente sensibili.  Sarà inoltre vietato l’uso di tutti i prodotti fitosanitari nel raggio di tre metri dalle aree sensibili. un requisito ripreso dalle buone pratiche ambientali della Politica agricola comune.

LE ALTERNATIVE BIOLOGICHE

La Commissione intende inoltre accompagnare la riduzione aumentando la gamma di alternative biologiche e a basso rischio presenti sul mercato e attraverso la ricerca continua, l’innovazione e le nuove tecnologie: il commissario  Kyriakides ha confermato che dall’inizio del mandato, sono state approvate 20 alternative a basso rischio. un lavoro, ha ribadito, che continuerà e si accelererà.

AGRICOLTORI SOSTENIBILI NON SIANO PENALIZZATI

Secondo l’associazione europea dei prodotti fitosanitari CropLife Europe, qualsiasi obiettivo proposto dovrebbe garantire la presenza sul mercato di opzioni alternative valide ed efficaci. Il direttore generale di CropLife Europe Olivier de Matos ha dichiarato in una nota che se si vuole veramente trasformare il sistema, non è possibile fissare obiettivi arbitrari a livello europeo e nazionale. Il pericolo è allontanare proprio coloro che ogni giorno producono alimenti sani e sostenibili per i cittadini europei e non solo.
Per l’Ong Birdlife Europe, questa proposta è un inizio ottimistico, ma è ben lungi dall’essere perfetta. Esistono ancora troppe deroghe e scappatoie, che rendono la legge potenzialmente inutile, ha dichiarato Marilda Dhaskali, responsabile delle politiche agricole di Birdlife.
L’associazione dei giovani agricoltori dell’UE (Ceja) resta preoccupata per la praticabilità sul campo della proposta legislativa. La presidente Ceja Diana Lenzi ha ricordato che cambiare la cura non cancellerà la malattia: In un periodo di crescente pressione climatica e di nuovi parassiti emergenti, la protezione delle piante è una necessità per l’azienda agricola, non un’opzione.

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