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NUOVE LINEE GUIDA PER IL RISO BIO (ESCLUSIVO)

da | 4 Apr 2017 | NEWS

Il 29 marzo Federbio ha varato nuove linee guida per il controllo della coltivazione del riso biologico (SCARICA TUTTI I DOCUMENTI e SCARICA LA SINTESI) che saranno utilizzate dagli enti certificatori e che orienteranno anche l’attività di controllo delle Regioni Piemonte e Lombardia, che le hanno esaminate il 22 marzo. Tali linee guida tengono conto della nota Mipaaf relativa alla coltivazione mista (bio e convenzionale). Ricordiamo che Federbio riunisce la maggioranza degli enti certificatori della coltivazione bio. Questo documento che vi presentiamo rappresenta un passo in avanti sulla strada della trasparenza di un settore che in passato ha fatto molto discutere (ricordiamo a proposito lo studio di Giuseppe Sarasso e il documento Anga del 2014) e che viene investito quest’anno dalla crisi del settore, perché le quotazioni del riso biologico, circa tre volte rispetto a quelle del prodotto convenzionale, stanno attirando molti produttori verso quest’opzione.

Le linee guida di Federbio presentano dei criteri per effettuare controlli giustificati ed efficaci, che prendono in esame, tra le altre cose, la frammentazione del fondo e le rese unitarie, oltre ai sospetti di diserbo e a quelli di un utilizzo mirato di sostanze ammesse che però possono celare l’uso di sostanze vietate. Federbio non ammette la coltivazione biologica di varietà Clearfield. Le linee guida danno anche dei criteri vincolanti sui campionamenti delle acque e sull’uso dei fertilizzanti. Altro punto dolente: «Nelle aziende miste con metodo biologico e convenzionale – stabiliscono queste Linee Guida – non possono essere coltivate varietà appartenenti alla medesima sottospecie (japonica e indica) con lo stesso metodo di coltivazione, fatta eccezione per le varietà con pericarpo colorato facilmente distinguibili. In deroga, è consentita la coltivazione con i due metodi di varietà appartenenti a gruppi merceologici differenti: 1) Riso Comune più genericamente riso a grana tonda; 2) Riso Comune più genericamente riso a grana media; 3) Riso Fino più genericamente riso a grana lunga A; 4) Riso Lungo B o varietà ascrivibili alla varietà Thaibonnet. Le varietà appartenenti a questi gruppi merceologici sono elencate nella nota CREA – SCS (allegato 16). In caso di deroga, l’OdC effettuerà specifici controlli, compreso eventuale campionamento del risone per la verifica delle varietà dichiarate». La questione è stata recentemente affrontata dalla suddetta nota Mipaaf. Infine le rotazioni: secondo le Linee Guida, «Una corretta rotazione dovrebbe prevedere al massimo due anni consecutivi di coltivazione del riso sul medesimo terreno. Preso atto che il DM 3286 del 05/08/2016 che modifica il DM 18354 del 27/11/2009, prevede che: Il riso può succedere a se stesso per un massimo di tre cicli seguiti almeno da due cicli di colture principali4 di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa. L’inizio rotazione come da DM 3286 va inteso:

  • in caso di rotazione già pianificata secondo il DM 18354, come da indicazioni di PQAI, la nuova rotazione può partire dalle semine 2018;
  • se in base alle rotazioni previste dall’agricoltore il 2017 prevede il secondo o terzo anno di riso come da DM 18354, tali cicli colturali devono essere considerati il secondo o terzo ciclo di riso come da DM 3286.Si stabilisce inoltre che:
  • due cicli di specie differenti: si deve intendere che il riso può tornare sullo stessoterreno solo dopo due anni;
  • terzo ciclo di riso: per poter coltivare il riso per il terzo anno consecutivol’operatore dovrà fare richiesta all’OdC, eventualmente integrando opportunamente la Relazione tecnica art. 63., al fine di consentire all’OdC di valutare la sostenibilità agronomica della rotazione;
  • colture intercalari: tra i cicli colturali continuativi a riso deve essere garantita una coltura intercalare di copertura da sovesciare».

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