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FRANCESE ALL’AIRI E BRUXELLES SOTTO ACCUSA

da | 15 Mag 2015 | NEWS

franceseMario Francese, amministratore delegato di Euricom, è il nuovo presidente dell’Associazione delle industrie risiere italiane. Sostituisce Mario Preve, patron di Riso Gallo. Lo affiancherà come Vice presidente Giovanni Vignola. Il consiglio di presidenza è così composto: Marco Invernizzi, Riccardo Preve, Valentina Scotti, Giuseppe Testa e Nicola Viazzo. Tesoriere Stefano Martinotti. In perfetta sincronia con l’elezione di Francese, l’Ente Risi ha emesso un comunicato stampa per denunciare l’incremento di importazioni a dazio zero dalla Cambogia, cavallo di battaglia del neopresidente dell’Airi. Questo il testo della nota dell’Ente Risi, che punta i riflettori sull’immobilismo della Commissione europea, che danneggia i risicoltori ma anche, e più direttamente, l’industria risiera italiana: «Da settembre 2014 ad aprile 2015 l’Unione europea ha importato ben 204.512 tonnellate di riso lavorato dai PMA, tutte in esenzione dai dazi (+12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Dalla Cambogia sono state importate 155.501 tonnellate di riso lavorato, facendo registrare un calo di sole 2.800 tonnellate (-2%) rispetto ad un anno fa e sconfessando quanto dichiarato dalle autorità cambogiane nel comunicato stampa pubblicato a seguito dell’incontro con i funzionari della Commissione europea. Nel comunicato si affermava, infatti, che nei primi due mesi del 2015 l’export di riso cambogiano verso l’Unione europea si era ridotto del 30%. Nel solo mese di aprile la Cambogia ha esportato nell’Unione europea un volume record di 27.588 tonnellate.  La situazione risulta preoccupante anche relativamente all’import dal Myanmar che nel periodo settembre 2014 – aprile 2015 ha fatto segnare un volume di 45.240 tonnellate di riso lavorato, in aumento di ben 24.384 tonnellate (+117%) rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso.  Inoltre, in base ad una fonte cambogiana, consultabile al seguente link http://www.phnompenhpost.com/business/pm-calls-halt-collusion, il Primo Ministro della Cambogia ha invitato i propri governatori provinciali a porre rimedio alla collusione tra funzionari pubblici e gli operatori commerciali, soprattutto di Paesi confinanti (anche la Thailandia?), finalizzata a comprimere i prezzi delle commodity agricole cambogiane, tra le quali figura il risone, a scapito dei produttori agricoli che dovrebbero essere i veri beneficiari del regime a favore dei Paesi Meno Avanzati. Queste informazioni confermano quanto sostenuto dall’Italia nel proprio dossier di richiesta di attivazione delle misure di salvaguardia nei confronti dell’import di riso lavorato dalla Cambogia.  Di fronte a tutto ciò la Commissione non può più sostenere la tesi che il regime a favore dei PMA sta conseguendo l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della popolazione cambogiana, per lo più dedita all’attività agricola. Semmai l’attività di importazione a dazio zero di riso lavorato cambogiano dà la possibilità agli operatori commerciali, anche di Paesi che non rientrano nella lista dei PMA, di garantirsi un maggiore margine di profitto a scapito dei produttori agricoli cambogiani, stravolgendo lo spirito della regolamentazione dell’Unione europea».(15.05.2015)

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