Continua il periodo negativo in borsa merci nelle sedute di lunedì e martedì. In questo frangente la domanda pare completamente disinteressata all’acquisto. I compratori si defilano e nel caso di volontà di vendita da parte dei risicoltori propongono offerte in calo rispetto alle quotazioni.
CENTAURO, SELENIO E TIPO RIBE: -5 €/Q
I listini rappresentano tale contesto ribassista con le variazioni di – 5 €/q su Novara e Vercelli e meno 4/4,5 €/q su Milano di Centauro, Selenio ed i lunghi A da parboiled (già calati di 2,50 €/q venerdì a Mortara). Per i due tondi ciò significa una valutazione di 65 €/q lordi, prezzo alla quale sono comunque poco vendibili. Per i lunghi A più destinate all’esportazione il riferimento diventano 70 €/q lordi. Questi risi, nonostante il calo, restano i meno acquistati in questo momento, essendo crollato il collocamento nei paesi che li acquistavano alla luce della crescita nei prezzi. Anche in prospettiva non sarà difficile vedere nuove difficoltà per questo comparto, dal momento che le giacenze presso i risicoltori sono cresciute del 70% rispetto ad un anno fa.
Unica voce non allineata nelle tre sedi è Loto/Leonardo: invariata a Novara (80 €/q lordi), non quotata a Vercelli e calata al pari dei risi dei lunghi A da parboiled (70 €/q lordi) su Milano. All’atto pratico fino a Venerdì scorso risultava possibile ottenere 75 €/q lordi per questi risi, anche se i 70 €/q lordi sembrano vicini.
RISI DA INTERNO COMMERCIABILI
La mancanza di domanda porta ad un numero di scambi molto esiguo. Questo è sottolineato dalla presenza della dicitura nominale per quasi tutte le voci a listino sia su Novara che su Vercelli. Uniche eccezioni le voci variate su Vercelli, riferite a scambi limitati forse per giustificare la variazione stessa, ed i lunghi A dei gruppi Baldo, S. Andrea (compreso Gloria) e Roma, quest’ultimo nominale su Novara. Per questi risi, soprattutto per Cammeo (Baldo), la domanda è quantomeno presente, elemento che porta a qualche scambio in più, sempre con riferimento i 90 €/q lordi a listino. Meno domanda per i gruppi Arborio e Carnaroli, forse frenati dal prezzo elevato al consumo che ha fatto calare le vendite.
Per i risi da interno va sempre considerato che le giacenze sono le uniche globalmente deficitarie rispetto alle annate passate e non vi è competizione interna con la merce estera o necessità principale di collocamento all’estero. Per questo, come riferito dal mediatore lombardo Paolo Ghisoni, è lecito attendersi una differenza tra riuscire a commercializzare questi risoni rispetto agli altri comparti.
LUNGHI B E TONDI A RISCHIO
La situazione più critica a livello di prezzo resta quella di Omega, Sole e Terra. Dopo il recente passo indietro a 60 €/q lordi la domanda è rimasta pressoché nulla, portando a voci di possibili cali ulteriori. La spada di Damocle per tutti i risi tondi restano le giacenze, triple rispetto alla passata campagna di commercializzazione a parità di data. Queste potrebbero influire in ulteriori cali.
Tale dato è sicuramente negativo anche per i lunghi B, che registrano quantità stoccate presso i risicoltori doppie rispetto all’anno scorso. Per questi risi inoltre vi è una forte influenza della merce estera. Basti considerare che nell’ultimo anno secondo Ente Nazionale Risi le importazioni di riso Indica nel mercato 2022-23 si sono attestate a 115.084 tonnellate, di cui 42.252 tonnellate di riso parboiled, con un aumento di 28.831 tonnellate (+33%) rispetto al 2021-22. Il prezzo ufficiale di riferimento per i tipo indica nostrani rimane 50 €/q lordi. La scarsa domanda e le ampie giacenze hanno portato a chiudere qualche affare a 48 €/q lordi secondo quanto riferiscono gli operatori ma in rari casi in cui si è forzata la vendita. Autore: Ezio Bosso.
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