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RISAIE EUROPEE PIENE DI INFESTANTI

da | 21 Ago 2021 | NEWS

Miguel Minguet Gimeno, rappresentante del sindacato agricolo valenciano Ava-Asaja e vicepresidente del Gruppo di lavoro Riso del Arroz del Copa-Cogeca, la federazione delle associazioni e delle cooperative agricole europee, lancia un nuovo grido di allarme per la mancanza di principi attivi efficaci in alcuni contesti specifici: «Cattive politiche, erbacce cattive: un mare di infestanti si arrampica sulle piante di riso, a tal punto che le soffoca, le mangia, lasciando i risicoltori senza produzione. All’inizio è successo solo in alcune risaie, ma con il passare delle settimane, sempre più appezzamenti di terreno nel parco naturale dell’Albufera sono stati colpiti da questo problema. Tra le erbacce che stanno vincendo la lotta contro il riso per ko tecnico, spicca il ‘serreig’ (Echinochloa), e gli agricoltori sono letteralmente impotenti ad affrontarlo. La storia potrebbe suonare un campanello d’allarme. Le politiche fitosanitarie europee, concepite negli uffici sulla base di strategie utopiche lontane dalla realtà dei campi, stanno sopprimendo le sostanze attive per il controllo delle infestanti nel riso senza offrire, allo stesso tempo, metodi di controllo alternativi economicamente validi e di provata efficacia. I nuovi erbicidi sono difficili da applicare nelle risaie valenciane a causa delle nostre particolari condizioni di gestione dell’acqua.

L’unico modo per sbarazzarsi delle erbacce è assumere dei lavoratori per estirparle a mano, ma, oltre ad essere un compito complicato, questo aumenta i costi di produzione a livelli insostenibili in termini di redditività. La preoccupazione del settore del riso, tuttavia, non finisce qui. Il fatto è che se le mietitrici entrano negli appezzamenti con le erbacce, potranno sì raccogliere il riso che si è salvato, ma lasceranno sul terreno dei resti di infestanti che, quando arriveranno le piene invernali, si diffonderanno anche nei campi situati a valle. Dove ci sono malerbe oggi, potrebbero essercene dieci volte di più domani. Per questo crediamo che sia necessario che le amministrazioni adottino, a breve termine, anzi adesso, misure di sostegno ai risicoltori colpiti per pacciamare (mescolare le piante con il terreno) e non mietere nelle aziende che soffrono di un eccesso di malerbe. Questa è una soluzione disperata che stroncherebbe il problema sul nascere, mai detto meglio, a spese dei fondi delle amministrazioni perché sono loro stesse che hanno creato questo disastro con le loro cattive politiche. Guardando alle prossime campagne, la classe politica ha molto lavoro da fare in questo campo. La priorità è quella di ricercare e mettere a disposizione del settore un numero sufficiente di strumenti di controllo per ridurre al minimo le malerbe in modo sicuro, economico ed ecologico. Allo stesso tempo, l’Unione Europea deve rivedere gli accordi commerciali firmati con i paesi terzi per esigere la reciprocità nelle condizioni di produzione del riso che importiamo.

Non ha senso che mentre i risicoltori comunitari si fanno ritirare i prodotti fitosanitari da noi, allo stesso tempo si permette l’entrata massiccia di riso straniero che continua a usare queste sostanze vietate. Oltre alla concorrenza sleale che rovina i produttori, questo rappresenta una frode sanitaria contro i consumatori ed è dannoso per l’ambiente. Il detto dice che le erbacce non muoiono mai, ma questo deve accadere nelle risaie se vogliamo preservare la coltura che più e meglio contribuisce al mantenimento del parco naturale dell’Albufera. La politica miope dell’Unione Europea in materia fitosanitaria sta attaccando la linea di galleggiamento della redditività agricola, per cui è urgente un cambio di rotta per scendere dalle nuvole e mettere i piedi più saldamente a terra».

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