Notizie positive per i risicoltori in seguito alle sedute di borsa di Novara e Vercelli. Non solo si concretizzano le voci di rialzo per Selenio, viste la settimana precedente (LEGGI), ma si verificano apprezzamenti anche per Araldo ed Omega e si vociferano ulteriori possibili passi avanti.
TONDI IN RIALZO TOTALE
Dalle variazioni ufficiali risulta evidente come il comparto dei tondi si confermi il più richiesto sul mercato. Una situazione che scaturisce da disponibilità trasferibili minori del consueto. Il 75% del risone tondo è ormai uscito dai magazzini dei risicoltori, dati Ente Risi (VEDI), una porzione elevata considerando che mancano circa 4 mesi e mezzo alle prime trebbiature. La scarsità di prodotto rispetto al consueto, inoltre, sembra poterci essere anche in seguito alla raccolta. Ciò alla luce di sondaggi semine che prevedono un calo nelle superficie coltivate con varietà tonde.
Questi fattori determinano la tendenza rialzista diffusa per tutti i risi di questo comparto. I prezzi allo scambio crescono rispetto ai precedenti, non solo per le voci apprezzate ufficialmente ma anche per quelle stabili. Oltre a Selenio a 70 €/q lordi, Araldo a 55 e Omega a 52, si parla di scambi per il gruppo Centauro (Sinfonia, Fortunato, CL 18) a 60 €/q lordi. Per il momento in questo caso il numero di affari conclusi non consente una crescita nella quotazione, che resta 55 €/q lordi.
PREZZI IN SALITA PER DIVA E SUNROSE
Non si registrano variazioni per gli altri segmenti di mercato, tuttavia sembra qualcosa si muova in positivo. È il caso dei lunghi A da parboiled e dei medi, nonostante per questi gruppi merceologici le giacenze siano elevatissime. Gli operatori riferiscono la possibilità di ottenere qualcosa in più dei 40 €/q lordi per Diva e Sunrose, con pagamenti lunghi e ritiri flessibili. Una buona notizia dopo moltissime settimane di totale stabilità ai minimi del listino per due varietà molto coltivate nella scorsa campagna. Questa apertura dei compratori potrebbe scaturire dallo stesso apprezzamento dei tondi, che ha portato a differenze di costo tali da rendere convenienti per alcune lavorazioni industriali risi con minor plusvalore merceologico. Ad esempio nella produzione di farina, per la quale si prediligono i tondi, diventa conveniente usare in miscela i meno efficienti ma molto meno cari medi o tipo Ribe, soprattutto per polveri destinate ad usi poco raffinati.
Per gli altri lunghi A da parboiled e medi si resta 45 €/q lordi, con la consueta eccezione di Leonardo, spendibile nel mercato della cucina orientale. Questa varietà vede la propria voce espressa con dicitura nominale a Vercelli, dove si quota 50 €/q lordi. Ciò in quanto allo scambio il riferimento risulta essere 55 €/q lordi ma il numero di compravendite non consente di ufficializzare tale variazione.
LUNGHI B, ARBORIO E SIMILARI DI CARNAROLI ANCORA “NOMINALI”
La dicitura nominale resta presente anche per lunghi B, gruppo Arborio e similari di Carnaroli. I due gruppi principi del mercato del risotto continuano ad avere poche riserie disposte ad acquistare. La situazione peggiore è quella di Arborio e similari, per i quali il riferimento rimane 90 €/q lordi come massimo ottenibile allo scambio. Per Caravaggio e similari i 100 €/q lordi continuano ad essere ottenibili solo con le rarissime rese ottimali esistenti. Sempre tra i risi da interno, il gruppo Baldo si conferma a 70 €/q lordi, mentre Roma e similari rimangono a 75.
I lunghi B vengono definiti nominali non solo a Vercelli, come per gli altri casi citati, ma anche a Novara. In questa sede la commissione prezzi decide di far calare la quotazione a 53 €/q lordi ma precisando appunto che tale prezzo non è confermato allo scambio. La situazione nel pratico continua ad essere quella descritta nelle analisi precedenti: i compratori vorrebbero spendere 52 €/q lordi ma non trovano risicoltori disposti ad accettare meno dei 55 €/q lordi espressi da tutti i listini fino a lunedì. Autore: Ezio Bosso
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