IL SESIA
In particolare la fuoriuscita del fiume Sesia ha interessato un’area di circa 300-400 giornate piemontesi nella zona di Prarolo e Caresana. Danni alla sponda destra e sinistra del corso d’acqua si sono verificati prima di Borgo Vercelli. Nello specifico: nella sponda sinistra sono interessate dagli allagamenti circa 250 giornate, nella sponda destra circa 300, tutte situate in zone golenali. Una completa devastazione che, evidenzia Confagricoltura, mette in discussione il futuro uso agricolo dei queste aree.
DANNI A CASANOVA ELVO E SALUSSOLA
Danni si sono registrati anche nella zona di Casanova Elvo e di Salussola, a causa dell’esondazione dell’Elvo. L’Elvo ha cambiato il percorso andando ad invadere parte delle risaie e danneggiando lo scolmatore della Mandria. Pesanti danneggiamenti vengono evidenziati anche dal Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese. Il Consorzio segnala lesioni alle paratoie della traversa fissa sul Sesia nei Comuni di Romagnano e Gattinara. Danni causati anche dal Cervo nei comuni di Castelletto Cervo e Formigliana.
GESTIONE DELL’ALVEO DEI FIUMI
La situazione attuale pone una serie di riflessioni: secondo Confagricoltura Vercelli e Biella, è necessaria una rivalutazione della gestione dell’alveo dei fiumi. Inoltre, la definizione di “sostenibilità” ad oggi adottata, con gli alvei completamente all’abbandono, non è più sostenibile: lo dimostrano i recenti fatti di metà aprile, e l’evento alluvionale dell’ottobre 2020. Le zone golenali, regolarmente coltivate, offrono una naturale cassa di espansione dei fiumi, salvaguardando gli argini primari.
«A nostro avviso – commenta il direttore Simone Silvestri – dobbiamo iniziare a valutare l’enorme servizio alla collettività dato oggi dall’agricoltura, andando a compensare in qualche modo il sacrificio fornito dagli agricoltori, in particolare gli enormi costi sostenuti per il ripristino dei campi, e della stessa rete irrigua, in caso di alluvione».
IL COMMENTO DI BENEDETTO COPPO
Il presidente di Confagricoltura Vercelli e Biella, Benedetto Coppo, aggiunge: «L’abbandono delle aree golenali incrementerebbe in modo esponenziale il rischio di rottura degli argini in caso di nuovi eventi alluvionali, con conseguenti inondazioni di ampissime aree rurali e civili. Tutto ciò evidenzia, senza tema di smentita, la necessità d’intervento per la rimozione degli enormi depositi di inerti, e della vegetazione che sugli stessi cresce e si affranca, intralciando il regolare deflusso dell’acqua in alveo». Autore: Confagricoltura Vercelli-Biella
Puoi seguirci anche sui social: siamo su facebook, e linkedin. Se vuoi essere informato delle novità, compila il modulo newsletter e whatsapp presente in home page. Se vuoi leggere ricette trovi tutto su http://www.risotto.us. Se coltivi anche grano leggi www.granoitaliano.eu.