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LA CINA CONVERTE LE RISAIE IN ACQUARI

da | 15 Mar 2019 | Internazionale

In tutta la Cina è in atto un enorme cambiamento, finora passato sotto silenzio. Le risaie sono state (e vengono) convertite ad una velocità sorprendente in impianti di acquacoltura per produrre più proteine per nutrire la popolazione mondiale. Questo cambiamento rischia di creare un impatto inaspettato sul riscaldamento globale.

Ricercatori internazionali, tra cui il professor Chris Freeman della Bangor University, hanno scoperto che la conversione delle risaie in acquacoltura sta rilasciando nell’atmosfera enormi quantità di gas metano a effetto serra. Il gruppo intergovernativo di esperti scientifici sui cambiamenti climatici (IPCC) delle Nazioni Unite ha avvertito che il pianeta raggiungerà la soglia cruciale di 1,5 gradi Celsius sopra i livelli preindustriali già nel 2030, accerelerando enormemente il rischio di siccità estrema, incendi, inondazioni e scarsità di cibo per centinaia di milioni di persone. «Un’altra fonte di metano – ha commentato Freeman – è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno».

Nel descrivere il lavoro, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Climate Change, il professor Chris Freeman ha sottolineato: «Siamo stati stupiti nello scoprire che la produzione di metano dalle risaie convertite risulta enormemente più alta di quanto misurato prima della conversione».

«Le risaie – aggiunge il ricercatore – producono enormi quantità di metano quando il materiale vegetale in decomposizione viene decomposto da microbi chiamati metanogeni nei terreni di risaia impregnati di ossigeno. Negli stagni di acquacoltura che stanno sostituendo le risaie si aggiungono grandi quantità di cibo per nutrire i granchi e il pesce allevati; quesro aumenta enormemente la quantità di materiale in decomposizione, fattore che consente ai metanogeni di produrre ancora più metano». Freeman ha aggiunto: «Sappiamo da tempo che le risaie sono dannose per il riscaldamento globale, ma la consapevolezza che c’è una nuova fonte nascosta di problemi sta portando queste minacce a un livello completamente nuovo».

C’è anche una speranza che emerge: la  ricerca mostra che se fossero state apportate modifiche per aerare gli stagni di acquacoltura, gran parte del metano dannoso potrebbe essere eliminato prima che raggiunga l’atmosfera. L’IPCC avverte che le emissioni nette globali di biossido di carbonio dovrebbero diminuire del 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030 e raggiungere “zero netto” intorno al 2050 per mantenere il riscaldamento intorno a 1,5 gradi C. La gara è ora in corso per garantire l’introduzione di questi cambiamenti  prima che l’attuale aumento del tasso di utilizzo del territorio accresca ulteriormente il riscaldamento globale. Autore: Manuela Indraccolo

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