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I GIGANTI DEL SEME ALLEATI IN RUSSIA

da | 3 Set 2017 | Internazionale, NEWS

Vi ricordate quando raccontavamo che un importante gruppo risiero italiano  stava trattando con i russi per un grande investimento a Krasnodar, in Russia? Ne è passata di acqua nelle risaie… Ora apprendiamo che la Russia sta collaborando con la Cina alla nascita di un laboratorio per la selezione di sementi di riso e altri vegetali proprio nell’area di Krasnodar, sostenuto dall’istituto statale chiamato “Istituto di ricerca scientifica del riso”. Gli scienziati dei due Paesi condurranno la ricerca sulla selezione, quindi condivideranno i risultati.

Si sa che è stata sviluppata una road map che sarà approvata dopo la visita della delegazione cinese a Kuban in agosto. Questo è stato reso noto durante le recenti giornate in campo, come riferisce una nota stampa dell’amministrazione della regione di Krasnodar. «Il centro di ricerca punta a compare una nicchia nella produzione di seme. Stiamo espandendo il nostro lavoro di ricerca, grazie all’esperienza di scambio con colleghi stranieri. C’è un accordo sulla cooperazione scientifica anche con i colleghi cileni», ha detto il direttore dell’istituto Sergey Garkusha.

Al momento, solo il 20% delle colture dell’area di Kuban proviene da semi nazionali. «Questo è dovuto al fatto che in precedenza non avevano mai prodotto sementi locali. Ora, grazie ai nostri scienziati, la produzione di sementi nell’area di Kuban sta cominciando: sono competitive e non inferiori a quelle di importazione né per produttività né per la qualità né per il prezzo», ha sottolineato il ministro dell’agricoltura e dell’industria della regione Fedor Derek. Il 25 agosto si è svolta una giornata dimostrativa sul riso a Krasnodar, mostrando nuove tecniche agricole e usando anche macchine italiane. Le foto si riferiscono a questa giornata.

«La Federazione Russa – spiega Massimo Biloni, breeder risicolo di grande esperienza, attivo anche nell’area russa – coltiva riso in due zone: la zona caucasica a sud e la zona dell’estremo Oriente al confine con la Corea. La superficie totale è di circa 190.000 ha. Questo pone la Russia al secondo posto, dopo l’Italia, tra i maggiori produttori di riso in Europa (considerandola come continente) e prima della Spagna». La superficie della zona caucasica è la seguente: Krasnodar 122.000 ha, Astrakan 3.600 ha, Rostov 17.000 ha, Daghestan 18.000 ha, Adigheia 5.600 ha e Cecenia 2.500 ha per un totale di 168.700 ha, mentre la superficie della zona dell’estremo oriente (Primorsky) conta 22.000 ha.

«Le varietà vengono costituite da ARRRI (All Russian Rice Research Institute) che ha sede a Belozerny, presso Krasnodar. Belozerny in russo significa proprio “granello bianco”. Krasnodar si trova al 45° latitudine Nord come Vercelli e le varietà più coltivate sono: Rapan, Flagman, Favorit, Polevik, Khazar. Tutte con granello medio-lungo A cristallino. Sono presenti, pur se su superficie molto limitata, anche varietà a granello rosso (Rubin) e nero (Mavr)» spiega ancora Biloni.

La Russia è importatrice netta di riso in particolare dall’Asia (ad es. Basmati), ma anche dall’Europa, e ARRRI ha collaborazioni in atto con la Cina; ogni anno organizza una giornata in campo, che quest’anno era il 24 agosto ed ha visto la partecipazione di visitatori russi e internazionali. Durante la manifestazione sono stati visitati i campi sperimentali dove vengono costituite le nuove varietà e fatte le prove agronomiche. Quest’anno è stata aggiunta un’esposizione di macchine agricole (anche di origine italiana) ed è stato presentato l’utilizzo di droni per la mappatura dei campi e l’introduzione della precision farming» conferma il ricercatore novarese.

In Russia, la raccolta avviene per il 75% in due  tempi e solo per il 25% in un tempo solo. «La raccolta in due tempi prevede l’utilizzo di speciali macchine che tagliano il riso a circa 10-20 cm di altezza e lo lasciano sulle stoppie ad asciugare. Dopo una settimana circa, si utilizza una macchina simile alle nostre mietitrebbie che non prevede la parte falciante anteriore, ma solo la raccolta e lo sgranamento del riso già tagliato. Si risparmia così l’essiccazione in azienda. I risi russi sono duri da sgranare e per non avere perdite durante l’essiccazione il riso falciato è lasciato in file in campo. La restante parte (25%) raccoglie riso con le mietitrebbie tradizionali e essicca in azienda. In generale. il riso raccolto non viene gestito con la separazione varietale ma riunito tutto insieme in grandi magazzini di stoccaggio» conclude Biloni.

 

 

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