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GRANDE INCERTEZZA SUI TITOLI PAC

da | 26 Mag 2019 | NEWS

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Il 2020 sarà l’ultimo anno del programma di “Politica Agricola Comune”, che lascerà spazio al nuovo programma 2021-2027. Il lavoro sulla nuova Pac da parte delle istituzioni della Comunità Europea prosegue con difficoltà e rallentamenti a causa delle imminenti elezioni europee del 23-26 maggio ed è ormai lampante che toccherà al nuovo Europarlamento e alla nuova Commissione costruire il programma di Politica Agricola Comune 2021-2027. 

Anga: grande incertezza

La situazione attuale provoca grande incertezza nel mondo della risicoltura, in quanto la nuova PAC potrebbe essere caratterizzata da profonde modifiche sia nella forma, sia per la quantità di fondi destinati ad essa. Per ora i possibili scenari sono troppi e troppo differenti per poter prevedere in che direzione si andrà, d’altronde, come fa notare Luigi Saviolo, presidente ANGA Piemonte: «In base allo schieramento politico potrebbe cambiare la politica agricola e la Brexit potrebbe portare alla riduzione del bilancio dell’Unione Europea.  L’incertezza che ne deriva è un problema, siccome manca poco alla scadenza del vecchio programma PAC che è una parte importante del bilancio della risicoltura. Sicuramente sarà importante difendere il greening e la specificità della coltura, anche per la salvaguardia del territorio. Non dimentichiamoci che il valore dei titoli PAC della risicoltura ha accusato una riduzione del 40% in 7 anni».

Coldiretti: più sostegno al reddito

Il presidente di Coldiretti Pavia invece Stefano Greppi si sofferma sul fatto che «è importante che a votare la riforma della Politica Agricola Comune sia il nuovo Parlamento europeo. La prossima legislatura, infatti, sarà fondamentale per l’assetto della PAC. Altrettanto importante, però, è che non si scarichino sugli agricoltori i possibili tagli di bilancio. Noi crediamo che non si possa continuare su questa strada. Un’ipotesi che peraltro stride con gli obiettivi, da più parti sbandierati dalla Commissione UE, di un’Europa che investe nelle sue campagne come fattore di riequilibrio ambientale, sociale ed economico». Per la Coldiretti non deve essere l’agricoltura a pagare il conto della Brexit: «Occorre invece riequilibrare la spesa, facendo in modo che la PAC possa recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola» conclude il Presidente di Coldiretti Pavia, secondo il quale «si deve salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea attraverso la filiera produttiva che esso alimenta. Un obiettivo che deve essere raggiunto con una convergenza esterna ed interna per rendere i pagamenti diretti coerenti con parametri come i costi di produzione, il lavoro ed il valore aggiunto. Insomma, la PAC deve vincere l’omologazione e valorizzare la qualità e la distintività dell’agroalimentare».

Il nodo dei titoli

Un problema che deriva dallo slittamento del rinnovo del programma di Politica Agricola Comune è proprio quello dei titoli PAC. Come ci si può comportare con la gestione e la compravendita di titoli? Tutto dipenderà dalla nuova riforma, in quanto sembrerebbe che ci possano essere due modalità di pagamento di base possibili: con titoli o senza titoli; la scelta della modalità di pagamento dovrebbe spettare ai singoli stati.  Per i prossimi tre anni di transizione (2019-2020-2021) un consiglio utile ci arriva da Angelo Frascarelli, che nel suo articolo per “Terra è Vita” scrive: «L’acquisto dei titoli è conveniente nel 2019, se il prezzo di acquisto non supera il valore del sostegno di un anno (base + greening). Inoltre il possesso dei titoli nel 2021 garantisce un importo di riferimento più elevato per il 2022, importante se l’Italia sceglie di proseguire il sostegno “con i titoli”. L’acquisto dei titoli è conveniente nel 2019 anche se l’Italia dovesse optare per una PAC senza titoli. Infatti i costi dell’acquisto dei titoli sarebbero ammortizzati entro il 2021».  

Cia: navigare a vista

Tuttavia, le associazioni di categoria predicano prudenza riguardo alla compravendita di titoli: «Per quanto riguarda il discorso titoli, allo stato attuale, bisognerà navigare a vista, dipende molto dalla situazione imprenditoriale personale», afferma Giovanni Daghetta, presidente CIA Lombardia, che prosegue: «il tema PAC è stato un po’ dimenticato durante la campagna elettorale eccezion fatta per un generico rifiuto di tutti ad una diminuzione delle contribuzioni all’agricoltura. Personalmente auspico che si avveri il possibile slittamento del nuovo programma al 1° gennaio 2022. Questo ci darebbe più tempo per metabolizzare quella che sembra essere una riforma sostanziosa in cui il riso, se non trattato adeguatamente, rischia una forte penalizzazione».

Confagricoltura: rischi in agguato

Anche Giovanni Perinotti, presidente dell’Unione Agricoltori di Vercelli avvisa: «Attenzione alla compravendita di titoli, è un rischio da calcolare. In questo periodo potrebbe esserci più offerta che domanda, in quanto i titoli non utilizzati hanno durata di un anno, per cui sarebbe meglio evitare di comprare titoli a cifre esorbitanti. Riguardo al nuovo programma PAC 2021-2027, in campagna elettorale si è parlato molto poco di agricoltura. Noi ci aspettiamo una riduzione, ma è importante trattare differentemente le colture; per la risicoltura una quota uguale alle altre colture sarebbe inaccettabile». Autore: Marcello Pedicone

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