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ARRIVA LO STRANIERO (VIDEO)

da | 24 Mar 2018 | NEWS, Prodotti in campo

Sorpresa alle giornate fitopatologiche. All’attesissimo appuntamento di Chianciano Terme (6-9 Marzo) non si è parlato solo di brusone o nematode. A sopresa, appunto, è spuntato un nuovo erbicida “tritatutto”, a base di florpyrauxifen-benzyl. Non possiamo ancora usarlo in Italia, dov’è in fase di registrazione, ma oltre Oceano promette bene: si tratta del RinskorTM active, un diserbo di post-emergenza per il riso sviluppato da Dow AgroSciences, particolarmente indicato per le infestanti “difficili”, cioè alismatacee e giavoni. In un periodo in cui si sta assottigliando paurosamente il catalogo delle sostanze attive autorizzate per la risicoltura, potrebbe essere una svolta.  

Iniziamo col dire che – in base alle sperimentazioni condotte nel Sud Europa, Italia compresa – non pone problemi a chi fa semina in asciutta, come pure a chi sceglie la sommersione. Ha un ampio spettro d’azione, poiché include infestanti graminacee, ciperacee, foglie larghe e altre monocotiledomi che turbano i sonni dei risicoltori. A partire, ovviamente, dai terribili giavoni e da talune malerbe resistenti. Nelle prove, è risultato efficace verso Alisma plantagoaquatica, Ammannia coccinea, Bidens spp., Butomus umbellatus, Cyperus difformis, Echinochloa crus-galli, Echinochloa spp., Heteranthera reniformis, Lindernia dubia e Schoenoplectus mucronatus. A Chianciano è stata evidenziata la peculiarità del meccanismo d’azione di questo prodotto estremamente selettivo, che appartiene a una nuova famiglia chimica, quella degli arilpicolinati (classificati nel gruppo O – HRAC e già utilizzati nei cereali a paglia) ed è attivo anche nei confronti di specie che hanno una resistenza target-site agli erbicidi. Sembra infatti che possa controllare infestanti resistenti agli erbicidi ALS e ACCase, nonché a quinclorac e propanile. Secondo Dow, consente di controllare parzialmente anche la leptocloa, anche se l’efficacia è particolarmente marcata su foglie larghe e piante acquatiche.

Ma come funziona? E’ un erbicida sistemico, che espleta la sua funzione con un meccanismo d’azione auxino-simile: viene assorbito sia dalle foglie che dalle radici e traslocato attraverso il floema e lo xilema per accumularsi nelle cellule meristematiche, dove sviluppa la sua azione erbicida. Si differenzia da altri prodotti dello stesso gruppo chimico offrendo un nuovo meccanismo di azione alla risicoltura, in quanto viene rapidamente assorbito dalle cellule della pianta, dove imita gli ormoni naturali legandosi con specifici recettori auxinici e causa una crescita anormale nelle piante sensibili, che provoca la distruzione del tessuto vascolare ed infine la morte delle piante. I sintomi sulle piante sensibili, graminacee e cyperacee, sono tipicamente l’ingrossamento dei tessuti a livello del colletto, seguito da necrosi e dalla morte delle piante, mentre nelle altre infestanti esibisce una crescita epinastica tipica di altre auxine sintetiche.

Un suo aspetto particolarmente interessante è il profilo ambientale, tossicologico ed ecotossicologico: risponde a tutti i requisiti imposti dalla normativa vigente. Se si considera che alle Giornate Fitopatologiche le Regioni hanno presentato un quadro ancora preoccupante del rapporto tra agrochimica e risorse idriche, la bassissima tossicità fa del RinskorTM active un prodotto sicuramente interessante. Talmente interessante che qualcuno ipotizza addirittura un’autorizzazione d’emergenza, non essendo tossico per i mammiferi (tossicità acuta bassa nei mammiferi per esposizione orale, dermale e inalatoria, non irrita la pelle e la lieve irritazione oculare osservata scompare dopo 72 ore senza lasciare effetti negativi sulla cornea), né cancerogeno, né genotossico. Ma anche il profilo ambientale è molto interessante: questo prodotto degrada rapidamente, l’emivita è inferiore a un giorno nell’aria e da 8 a 10 giorni nell’acqua. Questi valori garantiscono che il prodotto non transiti in falda.

Scandagliando internet, siamo riusciti a sapere anche dell’altro. RinskorTM active, che negli Usa è commercializzato come LoyantTM ed è il primo arilpicolinato ad essere autorizzato, secondo la Dow deve essere sempre inserito in un programma di diserbo che prevede l’utilizzo di erbicidi con altri meccanismi d’azione in due o più passaggi. Pare che lavori bene sia da solo che in miscela, ma la casa produttrice insiste particolarmente sulla necessità di combinarlo con altri prodotti perché vuole preservare il meccanismo d’azione il più a lungo possibile attraverso le miscele con erbicidi a diverso meccanismo d’azione e con più passaggi sequenziali uno dopo l’altro.  Finora, nelle prove, è stato usato in combinazione con Command, Clincher, Grasp (che da noi è commercializzato come Viper) e Newpath (che è poi il nostro Beyond). RinskorTM active è stato studiato per adattarsi anche alla tecnologia Clearfield.

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