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ARIDOCOLTURA PER LA SPAGNA

da | 26 Mag 2023 | Internazionale

PAC

La grande “sequìa” spaventa la Spagna agricola.  Quest’anno c’è una sovrapposizione tra la siccità meteorologica, causata dalla continua mancanza di precipitazioni, e la siccità agricola, caratterizzata dalla mancanza di umidità nel suolo. E molte aree risicole rischiano di scomparire.

Ad essere colpite sono soprattutto le colture irrigate con acqua meteorica perché non piove, ma anche le colture irrigue (oltre il 60% della produzione) perché le loro assegnazioni di acqua devono essere ridotte a causa del costante abbassamento del livello dei bacini al di sotto della norma, dovuto anche alla siccità idrologica.

Riso Italiano scrive già della grande siccità che colpisce la Spagna. LEGGI QUI.

RESE DIMINUISCONO: SERVE L’ARIDOCOLTURA

Molti produttori hanno registrato una diminuzione delle rese e un aumento dei costi; stanno discutendo se seminare su una superficie più piccola o addirittura interrompere la semina se non è redditizia.

L’agronomo dell’Associazione Ufficiale degli Ingegneri Agricoli delle Isole Centrali e Canarie, Julián Martínez, sottolinea che l’agricoltura spagnola è una delle più sviluppate al mondo e si è ben adattata alle condizioni climatiche e alle risorse disponibili. Tuttavia, quest’ultima deve adattarsi ancora di più agli episodi ciclici di siccità, che stanno diventando sempre più ricorrenti e intensi.

PER L’ASPERSIONE SI PUO’ FARE POCO

A suo avviso, i produttori che praticano l’irrigazione a pioggia possono fare ben poco. Per esempio, si può mitigare la perdita spendendo meno per il raccolto o la fertilizzazione. Nel frattempo, nel nord del Paese, la parte più umida, i pascoli stanno diminuendo e il prezzo del foraggio per gli allevatori aumenta.

L’agricoltura irrigua dipende dall’acqua dei bacini e delle falde acquifere, ma anche dalla desalinizzazione e dalla depurazione, opzioni che vengono promosse in tempi di siccità.

Oltre a migliorare l’efficienza dell’irrigazione, Martínez sottolinea che in quest’area potrebbero esserci cambiamenti nelle colture, poiché alcune, come il riso, non potranno essere irrigate, con le perdite economiche che ciò comporta.

BASTA ACQUA A POMODORO E COTONE PER L’ARIDOCOLTURA

Nel Basso Guadalquivir, ad esempio, gli irrigatori smetteranno di irrigare il cotone e i pomodori, le due principali colture estive, e se la siccità persisterà anche l’anno prossimo dovranno concentrare l’acqua disponibile su colture invernali e primaverili come il grano e la barbabietola. Infatti, queste hanno bisogno di poche irrigazioni per essere sostenute, spiega l’esperto.

Sottolinea inoltre che, a lungo termine, gli alberi che richiedono meno acqua, come il pistacchio e il mandorlo, colture molto redditizie che hanno visto grandi investimenti negli ultimi anni, hanno un potenziale maggiore. Si tratta di buona pratiche dell’aridocoltura. È il caso dell’Andalusia, dove negli ultimi anni il mais è stato sostituito da ortaggi, alberi da frutto e ulivi.

LO SFORZO DEGLI ULIVI PER L’ARIDOCOLTURA

Martínez aggiunge che gli ulivi stanno facendo “sforzi enormi” irrigando con pochissima acqua grazie all’irrigazione a goccia, così come la frutticoltura, dove l’irrigazione deficitaria viene applicata nei momenti più critici per salvare le piantagioni.

Carlos Hernández, professore di Produzione vegetale presso l’Università Politecnica di Madrid (Upm), concorda sul fatto che se c’è meno acqua, l’agricoltore può optare per colture che ne consumano meno. In casi come gli uliveti o i vigneti è più complicato, poiché si tratta di colture legnose o permanenti che richiedono una quantità minima di acqua.

PIANIFICAZIONE: SERVONO MISURE STRUTTURALI

Per quanto riguarda gli sforzi attuali per combattere la siccità nelle campagne, Hernández vede molte misure di emergenza, ma ritiene che ne manchino altre più strutturali per garantire l’approvvigionamento, tra cui sottolinea un Patto di Stato sull’acqua e non solo a livello di bacini fluviali.

Ritiene necessaria una pianificazione idrologica con un orizzonte temporale molto ampio, non solo investimenti ogni tre o quattro anni, e chiede che questa visione strutturale sia applicata alla modernizzazione dell’irrigazione e alla revisione della distribuzione dell’acqua tra i diversi usi.

COLTURE CON PIU’ VALORE AGGIUNTO

Hernández raccomanda di progredire nelle previsioni meteorologiche, in modo che gli agricoltori che praticano l’irrigazione possano prendere decisioni migliori e, nel caso dell’irrigazione, optare se possibile per prodotti a maggior valore aggiunto come ortaggi, frutta e verdura, che possono essere un vantaggio in condizioni di minore disponibilità idrica.

Gli esperti insistono anche sulla necessità di utilizzare l’irrigazione di precisione, di riutilizzare l’acqua in campo, di ridurre le perdite per evaporazione, di adattare i calendari agricoli alle nuove condizioni e di selezionare varietà con un minore fabbisogno idrico e una maggiore tolleranza al calore e alla salinità.

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