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RISOTTO CERTIFICATO

da | 5 Feb 2020 | NEWS

Oggi si è tenuta, presso il Centro di Ricerche sul Riso di Castello d’Agogna (PV), la 109° cerimonia di premiazione del Concorso Nazionale moltiplicatori sementi di riso, un evento attesissimo tra i risicoltori che lavorano nel mercato sementiero ma non solo. Sono molti, infatti, gli interventi interessanti che si sono susseguiti prima dell’assegnazione dei premi e, tra questi, non poteva mancare Luigi Tamborini, referente del laboratorio di Vercelli del Crea – difesa e certificazione, che ha proposto la consueta relazione annuale sulla produzione di sementi di riso nella campagna appena conclusa. Nel nostro precedente articolo inerente a questo tema, abbiamo parlato della crescita (+6,8%) del seme certificato prodotto nel 2018 e venduto nel 2019, della diminuzione del rimpiego di semente e delle nuove varietà  iscritte. Qui approfondiamo il tema analizzato dall’esperto, in seguito alla presentazione dei dati che ha effettuato durante il convegno. Scopriamo che la maggior parte della semente certificata  è del gruppo lungo A da interno (11,7 mila tonnellate), seguito da tondo (11,4), lungo A da Parboiled (9,9), lungo B (8,9) e Medio (1,6), vi riportiamo di seguito il grafico a torta che rappresenta le produzioni.

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Le varietà più riprodotte nel comparto dei tondi sono Selenio, in forte crescita, e Sole per il Clearfield; nei medi è, come sempre, Vialone Nano a farla da padrone anche se Crono sta crescendo rapidamente, arrivando quasi a pareggiare. Per quel che riguarda i lunghi A, tra le varietà da Parboiled, Luna Cl domina il comparto seguita da Ronaldo e con Leonardo in forte crescita; nel mercato interno è sempre Volano ad essere maggiormente moltiplicato, con una forte crescita del neonato CL388 e la stabilità di Carnaroli, intorno ai 13 mila quintali. Tra i Lunghi B sono Mare CL e Gladio le varietà più riprodotte. (segue)

Il pubblico in sala

Interessante notare anche quali siano le varietà maggiormente reimpiegate, per le quali il dottor Tamborini si è riferito alla quantità di seme impiegato all’ettaro in ogni cultivar da norma varietale. Studiando questi numeri, egli ha scoperto che sono Ronaldo, Gladio e Volano le varietà in cui si rimpiega maggiormente seme aziendale (nel primo vi è un impiego del 30%, il secondo e il terzo 24%). Successivamente ci ricorda che sono 147 le varietà registrate, riprodotte su circa 10,6mila ha, ma poche hanno una superficie di riproduzione importante, dimostrando come il mercato si regga su poche cultivar. Sono solo 22 varietà ad essere sopra i 150 ha di riproduzione, rappresentando il 72% del mercato (4 tondi, 1 medio, 3 parboiled, 6 indica e 8 lunghi A da interno).

Vengono esposti anche i numeri riguardanti i motivi di scarto delle produzioni di semente declassate (vedi tabella), che esemplificano anche le avversità su cui avere maggiore accortezza se si vuole produrre semente.

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Importante dato finale sottolineato dell’esperto è il calo nella riproduzione di varietà colorate, forse in virtù di un maggior sfruttamento delle importazioni in questo settore merceologico. (scarica la relazione_sementi certificate di riso CREA_Tamborini_2019)

Pier Giacomo Bianchi ha esposto, precedentemente, le nuove normative sulle sementi di riso, partendo dal ricordare le norme di riferimento comunitarie (Direttiva 66/402/CEE, modificata dalla 2018/2027 UE) e nazionali (legge 1096 del 1971, modificata dal DM 15 dicembre 2017, e 1065 del 1973, modificata dal DM 7 dicembre 2018) per la certificazione delle sementi. La novità esposta è quella del regolamento fitosanitario 2019, che ha modificato radicalmente la struttura dei controlli fitosanitari. Spiega Bianchi: «Il regolamento è in vigore dal 14 dicembre scorso per cui bisognerà rispettarlo. Altro aspetto da tenere in considerazione è l’annessione della coltivazione del riso ad una normativa del 2017 riguardante i controlli in campo, che potrebbero dunque subire delle variazioni. Chiaramente, trattandosi di provvedimenti recenti, il Ministero non ha ancora preso decisioni operative e attendiamo comunicazioni. Il riso è stato inserito tra le specie per cui bisogna rilasciare un passaporto per la commercializzazione, quindi in aggiunta all’etichetta di certificazione ci sarà questo elemento. In pratica questo documento è l’esemplificazione del fatto che il prodotto presenta i requisiti richiesti dal servizio fitosanitario. Chiaramente siamo in attesa di conoscere ulteriori elementi ma l’innovazione è stata prodotta ed è operativa, per cui bisognerà adottarla».

Inseriamo l’intervento di Patrizia Titone, a chiusura di questa prima analisi del convegno, che ha proposto il resoconto sugli studi riguardanti la concia biologica del seme, condotti da due progetti sul riso biologico (Conciabio e Risobiosystems). i risultati proposti (vedi tabella rappresentante l’infezione media per trattamento al termine della sperimentazione in campo ) si sono basati sul confronto tra Kinto (procloraz+triticonazolo) e Celest (fludioxonil), come prodotti chimici, e timolo (T), eugenolo (E), TeaTreeOil (TEA), mix vari dei tre  e trichoderma (Trich), come prodotti biologici, a diverse concentrazioni (differenziate dai numeri in tabella, in cui NT= non trattato).

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La ricercatrice ha sottolineato le prospettive interessanti emerse, dicendo: ‹‹Si è dimostrata una buona efficacia (una concentrazione di timolo e una di eugenolo hanno avuto risultati migliori dei prodotti chimici), che rende questi prodotti potenzialmente ammissibili in agricoltura biologica, anche nel caso di trichoderma. Nel 2020 continueremo nella sperimentazione, ampliandola, cercando di risolvere le principali problematiche degli olii essenziali. Il loro impatto ambientale va valutato, anche per la necessità di impiego in acqua, inoltre stiamo monitorando la residualità del prodotto e la tossicità per gli operatori durante l’utilizzo». Di seguito i video della premiazione dei moltiplicatori. Autore: Ezio Bosso

 

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