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UN’ETICHETTA SU FARM TO FORK

da | 20 Mag 2020 | Non solo riso

Questa mattina è stata presentata dalla Commissione Europea, nell’ambito del Green Deal, la strategia Farm to Fork (Dal campo alla tavola), che ha, tra gli obiettivi la risposta alle richieste dei cittadini sulla trasparenza degli alimenti, in particolare sul valore e sulla qualità dell’alimentazione, attraverso informazioni chiare, armonizzate ed accessibili. La Commissione, dopo gli slittamenti del 25 marzo e del 29 aprile scorsi a causa dell’emergenza Coronavirus, ha presentato la propria strategia per l’agricoltura sostenibile “Farm to fork”, che si innesta nei provvedimenti del Green Deal europeo mirando, entro il 2030, a raggiungere il 30% della superficie agricola europea coltivata a biologico, a ridurre del 50% l’utilizzo dei pesticidi e a destinare il 10% delle aree agricole alla conservazione degli ecosistemi. La strategia Farm to for è coordinata a quella per la promozione della biodiversità.

Una strategia verde

All’intervento di apertura ed alla conferenza stampa di oggi hanno preso parte il Vicepresidente esecutivo Frans Timmermans e i Commissari Stella Kyriakides e Virginijus Sinkevičius. Frans Timmermans, responsabile del Green Deal europeo ha spiegato: «Abbiamo lavorato alacremente in questi ultimi mesi su questi programmi, siamo orgogliosi dei risultati ed auspichiamo che la volontà di affrontare questo difficile periodo si trasformi in progetti concreti e tangibili. La strategia sulla biodiversità e Farm to fork sono cruciali per l’Unione europea, per la nostra salute ma anche perché creano opportunità di investimento ed occupazione, nella consapevolezza che cittadini meglio informati formano una società più forte. Con la strategia sulla biodiversità proponiamo un obiettivo ambizioso per il 2030 per quanto riguarda mare e terra, impollinatori, miglioramento delle prassi agricole, riduzione dell’inquinamento, riforestazione e miglioramento dello status forestale. In quest’ottica, la strategia Farm to fork porta valore e sostenibilità in tutta la catena del valore e rappresenta una nuova impostazione su come garantire la sicurezza alimentare con delle prassi». Il Commissario per l’ambiente e gli oceani Virginijus Sinkevičius punta l’attenzione sulle aree Natura 2000 e aggiunge: «Bisogna sviluppare ulteriormente Natura 2000 con altri regimi di tutela nazionale per stabilire una vera rete transeuropea coerente della natura che copra almeno il 30% della nostra terra e dei nostri mari. Alla protezione e alla tutela seguono il ripristino e il recupero. Con la strategia Farm to fork, proteggeremo gli impollinatori e ridurremo il rischio e l’uso di pesticidi chimici del 50%». 

Etichetta d’origine obbligatoria entro due anni

Stella Kyriakides, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare spiega invece: «Il sistema alimentare deve essere più sostenibile e più resiliente: in un momento di crisi economica profonda, la strategia Farm to fork e biodiversità sono un segnale incisivo di impegno da parte nostra verso l’agenda della sostenibilità e il Green Deal. Per la prima volta nella storia della politica alimentare proponiamo un’agenda completa che riguardi tutte le fasi dal produttore al consumatore. Si tratta di un’opportunità per gli agricoltori di trasformarsi in leader globali della sostenibilità garantendo così il futuro della catena alimentare e i primi a operare avranno un vantaggio competitivo a livello globale. Oggi presenteremo ben 27 azioni concrete destinate a trasformare il nostro sistema alimentare». Per quanto riguarda l’etichettatura d’origine, Stella Kyriakides ha affermato in conferenza stampa: « Provvederemo ad inserire delle informazioni obbligatorie sull’etichetta entro due anni. Come già ho riferito, per la nostra strategia è fondamentale ciò che riguarda l’informazione ai cittadini e ai consumatori e l’etichettatura fa parte di questa transizione verso la sostenibilità ed un sistema di alimenti più sani: dobbiamo responsabilizzare i cittadini affinché possano effettuare delle scelte. Proponiamo infatti. un etichetta con informazioni nella parte anteriore della confezione su alcuni valori nutrizionali degli alimenti: raccomanderemo un tipo specifico di etichetta front-of-pack che sta sul lato frontale della confezione. Poi faremo una valutazione dell’impatto dei vari tipi di etichette per mettere in risalto il profilo nutrizionale e parleremo con gli stakeholders». Per quanto riguarda le recenti polemiche riguardo le tempistiche di approvazione di questi provvedimenti, conclude Kyriakides: «Capiamo perfettamente le difficoltà che affronta tutto il settore alimentare durante questa pandemia e abbiamo lavorato per cercare di alleviarli, di fatto avviando con corridoi verdi, sostenendo la mobilità dei lavoratori e implementando azioni per stimolare la ripresa economica. D’altra parte, se guardiamo l’altro lato della medaglia, questa crisi senza precedenti del covid-19 ha dimostrato quanto sia importante programmare il futuro e avere un sistema alimentare resiliente. Quindi per noi non c’è tempo da sprecare per adattare i nostri sistemi alimentari ad un’eventuale crisi di domani. E pensiamo che queste strategie arrivino veramente al momento più opportuno».

Il commento dei sindacati

La strategia della Commissione Europea sul cibo accoglie le richieste di Germania, Spagna e Italia per un’etichettatura unica, ma rivede anche i sussidi della PAC. Ma la bozza di Farm to Fork considera soprattutto il sequestro del carbonio, riconoscendo che sia la PAC (Politica agricola comune), sia l’ETS (sistema di scambio di quote di carbonio europeo) possono rendere finanziariamente sostenibili le pratiche più attente al clima. «Le proposte della Commissione penalizzano il potenziale produttivo dell’agricoltura e del sistema agroalimentare europeo. E’ una prospettiva che non condividiamo, anche perché aumenterebbero le importazioni da Paesi terzi che applicano regole diverse e meno rigorose» è il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sui contenuti delle comunicazioni: «Nel contesto dell’emergenza sanitaria in atto, l’agricoltura e il sistema agroalimentare sono stati considerati alla stregua di attività essenziali, anche dalla Commissione Ue. I prodotti destinati all’alimentazione hanno una valenza pubblica che, in futuro, non dovrà essere sottovalutata e sacrificata. Alla base degli indirizzi della Commissione, c’è una visione che richiede un approfondimento e una valutazione d’impatto economico. La crescita produttiva non è per forza di cose in contraddizione con la sostenibilità ambientale, con la tutela delle risorse naturali e con la salvaguardia della biodiversità. Le comunicazioni della Commissione contengono anche elementi di sicuro interesse. E’ il caso dell’indicazione relativa all’origine dei prodotti e delle informazioni nutrizionali, se fondate in modo esclusivo su rigorosi criteri scientifici». Resta da chiarire naturalmente il coordinamento tra gli orientamenti presentati oggi dalla Commissione e la riforma della PAC in discussione dal 2018 e che, sembra ormai scontato, entrerà in vigore nel 2023. Coldiretti è soddisfatta invece degli impegni sull’etichettatura: «l’estensione dell’obbligo di etichette con l’indicazione dell’origine degli alimenti è una vittoria per 1,1 milioni di cittadini europei che hanno firmato l’iniziativa dei cittadini europei (Ice) “Eat original! Unmask your food” promossa dalla Coldiretti, da Campagna Amica ed altre organizzazioni europee, da Solidarnosc a Fnsea» afferma in una nota il presidente Ettore Prandini nel sottollinare che si tratta di un risultato storico nell’ambito della strategia “farm to fork”, ma al tempo stesso mostra «preoccupanti zone d’ombra nei fuorvianti bollini nutriscore e nei pregiudizi sui consumi di carne e sugli allevamenti». Secondo Cia, infine, il Green New Deal per l’agricoltura non dev’essere limitato alla strategia Farm to fork ma va piuttosto affrontato nella sua interezza guardando con attenzione anche ad avversità e forestazione, in quanto viene chiesto di mantenere gli stessi livelli di produzione con una riduzione del 50% di pesticidi e fertilizzanti e quindi è necessario mettere in campo azioni adeguate al superamento delle barriere legislative sulle nuove tecniche di costituzione ed offrire soluzioni alternative.Sul fronte industriale, Federalimentare ribadisce la propria contrarietà verso ogni sistema di etichettatura degli alimenti che discrimini alcuni cibi rispetto ad altri tramite colori, lettere, segnali di avvertimento e qualsiasi forma di classificazione, sistemi di etichettatura che non inducono il consumatore a compiere scelte più salutari, dato che mettono l’accento sui singoli alimenti piuttosto che sull’alimentazione nel suo insieme, con appropriata assunzione di tutti i nutrienti. Autore: Milena Zarbà

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