La lolla di riso, che poi il guscio del chicco (nella foto, una pannocchia), non "pi" un rifiuto. In realt non lo mai stato, ma per la legge questo prodotto della lavorazione del riso era un materiale da smaltire e non una biomassa importante per la produzione energetica. Ora, un decreto del Ministro dell’ambiente ha eliminato la lolla dall’elenco dei rifiuti sottoposti ad attivit di recupero semplificata e ora essa pu tornare ad essere liberamente commercializzata come un prodotto della lavorazione del risone. La Legge 15 dicembre 2004 n. 308, pubblicata sulla G.U. del 27 dicembre 2004, ha delegato il Ministro dell’ambiente "ad apportare le modifiche e integrazioni al decreto ministeriale finalizzate a consentire il riutilizzo della lolla di riso, affinche’ non sia considerata come rifiuto derivante dalla produzione dell’industria agroalimentare". La lolla un prodotto ricavato industrialmente dal risone e definito dalla norma UNI 11075. La produzione italiana pari a circa 280.000 tonnellate annue con una domanda superiore all’offerta. I prezzi della lolla di riso sono rilevati dalle borse cerealicole di Milano, Pavia e Vercelli e per l’industria risiera italiana la lolla di riso rappresenta un fatturato di circa 15 milioni di euro. La principale domanda di lolla per la produzione di energia: la lolla di riso possiede infatti un potere calorico largamente superiore a quello delle biomasse generiche. La cenere di lolla di riso (norma UNI 10377) ha anch’essa un valore elevato e viene venduta confezionata all’industria siderurgica degli altri Paesi UE come termoregolatore delle colate. Questa destinazione della cenere di lolla tanto apprezzata da aver giustificato in passato la combustione della lolla anche senza produzione di energia.