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RETI D’IMPRESA, UNA CHANCE APPESA AL PSR

da | 7 Dic 2015 | NEWS

Copyright by FUSAR VIDEO Snc (c) 2000Le Reti d’ Impresa, modello di integrazione innovativo che punta a mettere insieme risorse e competenze per una “cooperazione rafforzata” sono state al centro di un seminario della Società Agraria di Lombardia, svoltosi a Milano il 2 dicembre. Con l’ intervento dell’ avv. Maria Cristina D’ Arienzo, esperta in materia di Confagricoltura,  sono state analizzate le potenzialità, le “zone grigie” ma anche le possibili criticità di uno strumento che potrebbe, se ben attuato, migliorare sia l’ integrazione  “orizzontale” (cioè quella tra imprese agricole) che quella “verticale” o di filiera.

Il sistema delle “reti d’ impresa” si basa su uno strumento, il contratto di rete, regolamentato da una normativa tuttora in evoluzione, avviata con il DL 5/2009 e che ha avuto il suo più recente, ma non definitivo sviluppo con il DL 91/2014. Elemento qualificante è il contratto di rete, incentrato su un programma comune tra imprenditori ed imprese iscritte al Registro Imprese delle Camere di Commercio. Mettendosi “in rete” le imprese possono realizzare un progetto comune attraverso diverse modalità quali lo scambio di informazioni, lo scambio di prestazioni (ad esempio attraverso l’ uso di macchine) o l’ esercizio in comune dell’ attività produttiva.

I contratti di rete possono prevedere la costituzione di un fondo patrimoniale comune e di un eventuale organo decisionale comune, che a sua volta potrà agire con mandato di rappresentanza (vendendo ad esempio i prodotti in nome e per conto delle imprese in rete) o senza mandato (in questo caso, ai sensi della ris. 20/E/2013 di Agenzia Entrate, l’ organo comune vende per conto delle imprese in rete ma in nome proprio).

Una particolarità dei contratti di rete, definita dal 3° comma dell’ art. 1 bis del DL 91/2014, è quella di poter costituire reti tra imprese agricole come definite dall’ art. 2135 c.c., le quali potranno dividersi pro quota ed a titolo originario la produzione ottenuta attraverso il progetto comune. Una “semplificazione” che, secondo l’ avv. D’ Arienzo, resta tuttavia tra color che son sospesi in attesa di una circolare interpretativa della norma da parte di Agenzia Entrate che ne definisca con chiarezza gli aspetti fiscali. Peraltro, accanto a diversi aspetti ancora da approfondire e su cui andrà maturata quell’ esperienza “sul campo” che caratterizza sempre le novità, lo strumento del contratto di rete presenta molte interessanti potenzialità. Non solo nel campo della commercializzazione dei prodotti, ma anche della condivisione dei mezzi produttivi, quali le macchine agricole.

Nell’ ambito dei PSR la misura 16 relativa alla cooperazione, ma anche ai parternariati per l’ innovazione, può rappresentare un incentivo alla creazione di reti d’ impresa: molto dipenderà da cosa starà scritto nei bandi contenenti le relative disposizioni attuative. Attualmente in Italia sono operativi oltre 200 contratti di rete agricoli con circa 1400 soggetti coinvolti. (05.12.2015)

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