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da | 20 Feb 2022 | NEWS

patuanelli

Agrinsieme denuncia l’impossibilità di produrre in agricoltura. Con una lettera dai toni espliciti, l’alleanza tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Cooperative italiane chiede urgentemente un tavolo per affrontare il tema delle autorizzazioni all’uso eccezionale dei prodotti fitosanitari. Qui si smaschera l’insostenibilità della strategia Farm to FORK, che vuole imporre il dimezzamento della chimica in campo, dopo che i prodotti di sintesi sono già stati ridotti del 70 per cento.

GLI EFFETTI DEL CLIMATE CHANGE

«La situazione è resa ancor più critica per il fatto che per diverse colture non si è proceduto a registrare molecole di più recente concezione, con conseguente impoverimento dei mezzi di difesa. Inoltre, i cambiamenti climatici che hanno l’effetto di prolungare l’attività stagionale di parassiti e malattie. Il climate change causa un aumento dei patogeni, in particolare nelle regioni più fredde dove temperature più calde possono consentire più cicli riproduttivi di insetti nocivi. Si aggiunge la proliferazione di insetti alieni, come nel caso della cimice asiatica. La cimice asiatica sta mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di diverse colture, soprattutto della pericoltura, a causa sia della mancanza di prodotti fitosanitari, sia dello scarso successo della lotta biologica.

DIFESA IMPOSSIBILE

La conseguenza del quadro descritto è che per alcune avversità ed alcune colture risulta sempre più complesso impostare una corretta difesa fitosanitaria. Difficile è gestire il possibile sviluppo di resistenze agli agrofarmaci da parte dei patogeni» scrive Massimiliano Giansanti nella lettera inviata a quattro ministri. Il problema della riduzione dei principi attivi disponibili è acuito dal disallineamento normativo e dai ritardi del governo nel concedere gli usi d’emergenza: leggi la Lettera di Agrinsieme.

SITUAZIONI D’EMERGENZA

Le situazioni di emergenza fitosanitaria sono disciplinate dalla legislazione europea per venire incontro a situazioni in cui gli agricoltori non possono fare a meno di agrofarmaci non autorizzati. È un istituto chiaro nello scopo che richiede degli accorgimenti, ma che è indispensabile al fine di assicurare la sostenibilità economica e agronomica delle produzioni comunitarie. La procedura europea sulle autorizzazioni di emergenza è stata modificata. Questo doveva riflettersi in una nuova procedura anche per l’Italia. Tuttavia, il ministero della Salute non ha ritenuto urgente l’adeguamento delle regole. Tant’è vero che, ad oggi sul proprio sito, è ancora presente la procedura pubblicata nel lontano 2014.

SERVONO GLI USI D’EMERGENZA

Purtroppo è poi stato deciso di applicare una nuova procedura senza averla comunicata né pubblicata. Questa richiede informazioni più dettagliate sulle emergenze, il numero di ettari per coltura e maggiori dettagli connessi all’uso dei prodotti. Il problema è che i portatori di interesse hanno richiesto l’uso di emergenza basandosi sulle vecchie procedure. Questi si sono visti respingere al mittente gran parte delle richieste stesse con un esplicito riferimento a dati mancanti. Dati che hanno dovuto successivamente integrare. Tutto ciò si traduce in un ritardo ingestibile per le imprese agricole. Insomma, gli usi di emergenza  stentano ad arrivare, ma il ciclo vitale delle piante non può attendere.
Il compito di Risoitaliano non è quello di parteggiare per questa o quella tecnica agraria, ma è evidente che fintanto che si deciderà di produrre cibo attraverso le tecniche convenzionali e integrate noi continueremo a tenere i fari ben puntati sulle esigenze di tutti gli agricoltori italiani. E le autorizzazioni d’emergenza in queste ore diventano un’esigenza vitale.

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