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PREZZI STABILI MA LA DISCESA È LONTANA

da | 1 Dic 2021 | NEWS

collocamento

Il mercato si rilassa. Sulla Borsa Merci di Vercelli i prezzi risultano infatti del tutto invariati rispetto alla scorsa settimana, inclusi Carnaroli e similari che la scorsa settimana avevano subito un’accelerata (+25) toccando quota 625 €/tonnellata e stabilizzandosi su questi valori. Persistono immobili i Tondi con 555 – 575 €/tonnellata; restano stabili anche i gruppi dei Medi e dei Lunghi A che si attestano sul prezzo massimo di 480 €/tonnellata. L’unica varietà che sembra irriducibile è il Vialone Nano che, sulla Borsa Merci di Milano, cresce ancora (+10), attestandosi sui 750 – 820 €/tonnellata. Sulla Borsa di Novara aumenti sostenuti (+20) per Loto, Augusto e Carnaroli, quest’ultimo a toccare i 620 €/tonnellata. (E adesso cosa semineremo?)

La mediatrice Andreea Lazar ci fornisce questa panoramica dei prezzi: «Questa settimana l’Indica si attesta sui 40 euro, Terra e Omega sui 45/48 euro, Centauro sui 50 euro, come Sole – Cerere – Fortunato, che si attestano a loro volta sui 50 euro. Selenio stabile sui 60, Lungo A sui 45 euro, Loto – Nemesi – Leonardo – Crono a 50 euro, Cammeo a 42/43 euro. Barone si attesta sui 42/43 euro, Volano sui 52/53, CL 388 a 50euro, Carnaroli classico con 60kg a 65 euro, Carnaroli a 63, similari a 60 eccetto Leonidas che resta 58 euro». Commenta così il risicoltore Claudio Melano: «Dopo settimane con prezzi in aumento con un mercato in fibrillazione sembra ormai che quest’ultimo abbia raggiunto il suo apice, (il condizionale è d’obbligo), presentando un mercato stabile che conferma i prezzi fatti registrare nei mercati precedenti, con una domanda più contenuta a fronte di un’offerta modesta, anche perché le aziende hanno già venduto molto». (Otto semi che promettono bene)

PREZZI E MERCATI

Come si legge nel report settimanale della Granaria di Milano, quella della settimana corrente è una seduta con presenza diffusa di ampie conferme dei valori della settimana scorsa. Nel comparto riso, salgono i sottoprodotti, premiando le rotture. Nei risoni sale il solo Vialone nano che registra lo stesso andamento nel riso lavorato. Buona la richiesta di prodotto, su tutte le varietà, ormai quasi tutte quotate: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno i trasferimenti di risone, secondo le rilevazioni dell’Ente risi, sono in aumento del’8%, anche se i trasferimenti hanno fino ad oggi riguardato soprattutto le produzioni vendute con contratti di coltivazione: probabilmente la quota di risone contrattualizzato prima della raccolta è stata molta di più degli anni scorsi e tutti hanno dovuto ritirare velocemente. Si segnala, tuttavia, che le scorte delle riserie si sono ricostituite dopo settimane di sofferenza.

I trasferimenti di risone, sulla base delle rilevazioni dell’ente Risi, hanno riguardato 482.188 t, con un incremento di 40.529 t (+ 9% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna). Si rileva l’aumento dei ritiri per quasi tutte le varietà: Tondo +18% sul 2020, varietà da interno -5%, Medio +39%, varietà export +13% e risi Indica +13%. In particolare, risultano trasferite nella settimana 15.284 tonnellate di Tondo, 893 tonnellate di Medio, 19.650 tonnellate di Lungo A e 10.433 tonnellate di Lungo B per un totale di 46.260 tonnellate trasferite nella settimana. Per quanto riguarda le varietà da interno i trasferimenti ammontano a 115.588 tonnellate, mentre per quanto riguarda le varietà export sono state trasferite nel corso della settimana 71.750 tonnellate. I trasferimenti di Indica ammontano a 118.083 tonnellate. Sono in calo rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna i trasferimenti di Tondo che ammontano 114.051 tonnellate contro le 118.765 tonnellate del 24 novembre 2020; in crescita, invece, i trasferimenti dei Medi a 13.375 tonnellate contro le 13.099 dello scorso anno; in leggero calo anche i trasferimenti del Lungo A, a 181.764 tonnellate contro le 204.521 della scorsa campagna; in aumento, invece, i trasferimenti del Lungo B che si attestano a 118.083 tonnellate contro le 105.274 tonnellate dello scorso anno. Rincari medi di oltre il 20% nel corso del 2021 si ravvisano nel mondo per le commodities agricole, con costi ai massimi. Secondo le stime della Banca Mondiale si assisterà ad una vera e propria de-escalation, probabilmente solo dal 2022, ammesso che siano definitivamente risolte le difficoltà logistiche e quelle legate ai cambi. Sui mercati internazionali, la ripresa degli acquisti di Cina e Usa traina l’export agroalimentare europeo: continua la crescita delle esportazioni di prodotti agroalimentari dall’Unione Europea verso i Paesi terzi, sui mercati internazionali sono in calo le varietà Argentina 5% (-10 dollari, a 480 dollari/t), il Brasile Type 1 (-5 dollari, a 440 dollari/t) e l’India 5% (-5 dollari, a 355 dollari/t). In aumento il Thai 100% B (+13 dollari, a 402 dollari/t). Autore: Milena Zarbà

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