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LE PROSSIME TAPPE DI SATURNO

da | 28 Lug 2018 | Tecnica

Torniamo a parlare del progetto Saturno e delle sue prossime tappe (leggi il primo articolo). I ricercatori che vi lavorano, nell’organizzare il metodo per la distribuzione del fertilizzante con strumenti di precisione e con il satellite, hanno enucleato delle domande, cioè  QUANDO (in che periodi ci saranno nel corso della stagione le fase cruciali per le concimazioni), DOVE (quali zone di un campo presentano differente vigore), QUANTO (in che misura le zone del campo sono quantitativamente differenti) e COSA (che scelta agronomica fare per le zone del campo differenti, relativamente a tipo di terreno, di cultivar e alla fase fenologica). Una volta risposto a queste domande segue l’attuazione in campo della concimazione a rateo variabile stabilita, per la quale sono necessari macchinari adatti a recepire le informazioni dai mezzi informatici che le detengono.

Per illustrare l’applicazione del metodo, sono stati organizzati alcuni appuntamenti: il 18 luglio, presso la Borsa Merci di Mortara, sono state presentate ed utilizzate le applicazioni sviluppate dal Cassandra Lab di UniMi, di cui è responsabile il professor Roberto Confalonieri. Le due applicazioni, PocketN e PocketLAI, servono ad identificare la quantità di azoto nella pianta e la richiesta, rispondendo alle domande QUANTO e QUANDO come riportato nel precedente articolo sul progetto. Esse rappresentano una grande semplificazione di queste misurazioni, per le quali prima era necessario servirsi di strumenti appositi, costosi e non facili da decifrare al fine di ottenere dati pratici per la concimazione. Utilizzare lo smartphone per operazioni così delicate potrebbe sembrare fuori luogo, ma i sensori ottici di questi strumenti sono formidabili e, soprattutto, la semplicità con cui ci si interfaccia con i risultati si è subito percepita durante la dimostrazione.

Nessuno degli strumenti relativi al contenuto di N misura direttamente la concentrazione di azoto,  ma valuta l’aspetto esteriore della pianta secondo parametri inseriti nel database. La relazione tra colore e contenuto di azoto varia in base a diversi fattori; Il più importante è la cultivar, cosa che rende necessario l’utilizzo di curve di calibrazione varietà-specifiche, già ampiamente sviluppate dal gruppo di Confalonieri, di cui però si necessità di continui aggiornamenti a causa delle innovazioni varietali continue.  Durante il workshop si è mostrata la modalità di utilizzo di tali misurazioni: vengono scelti alcuni punti all’interno dell’appezzamento (rappresentativi della massima variabilità) e qui vengono fatti i rilievi con le applicazioni; PocketN analizza il contenuto di azoto effettivo della pianta e PocketLAI ne identifica il fabbisogno. 

Questo metodo di stima del LAI è innovativo e di facile attuazione, bisogna posizionare il telefono sotto la copertura vegetale, ruotarlo e successivamente, attraverso un processamento automatico per identificare i “pixel di cielo”, viene applicato un modello di trasferimento radiativo che permette il calcolo del LAI. La possibilità di ricavarne il fabbisogno di azoto della pianta è stata proposta nel 2011 dallo stesso professor Confalonieri, in quanto precedentemente venivano effettuate misurazioni della biomassa aerea o stimati i valori sulla base di indici, ciò ha permesso di rendere queste misurazioni molto più rapide ed ergonomiche. Oltre al costo assai ridotto di questi strumenti vi è anche una notevole accuratezza , aumentando sensibilmente l’accessibilità di queste misurazione a tutti gli operatori del settore.  

Il 6 settembre (scarica il programma del workshop di settembre), quindi, verrà presentato il lavoro del CNR relativo alle mappe satellitari, che sono fornite attraverso un geoportale di facile consultazione. Esse, come illustrano Nutini e Boschetti,  identificano diverse zone di fertilità con una risoluzione di 10 m a pixel (quadretto) e sarà molto interessante vedere in quell’occasione come analizzare i dati per poter scegliere al meglio il punto in cui sfruttare la applicazioni di UniMi. In un contesto di agricoltura 4.0 si potranno inserire queste rappresentazioni grafiche, che vengono aggiornate frequentemente per seguire lo sviluppo della vegetazione in tutta la stagione, nei computer di bordo delle trattrici, riuscendo a fornire la giusta dose di concime in ogni zona grazie all’integrazione con gli altri strumenti. Le mappe sono ad oggi relative solo al distretto della Lomellina ma l’obbiettivo è di ampliarle il più possibile, in relazione agli interessi delle varie zone. Come ci dicono gli esperti è importante valutare un terreno anche sulla base delle mappe riferite alle campagne precedenti così da identificare zone di carenza o di abbondanza costante.  Nel prossimo workshop ci si occuperà dunque del DOVE, mentre nell’ultimo si parlerà del COSA, grazie al contributo dell’IREA, che baserà le scelte di concimazione sulla fase fenologica oltre che sui dati forniti dagli altri strumenti del progetto. Saturno si chiuderà a fine anno con un incontro che tirerà le somme del lavoro svolto, analizzando i dati di ricerca pratica effettuata. La speranza degli addetti è, però, che  non si fermi l’interesse, che anzi si auspicano possa essere sempre maggiore per un progetto che mette l’agricoltura al pari degli altri settori nello sfruttamento delle risorse che abbiamo oggi a disposizione, in un contesto di agricoltura di precisione, fornendo opportunità e miglioramenti agronomici, economici e di impatto ambientale. Autore: Ezio Bosso

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