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L’ACQUA C’E’ MA NON ARRIVA IN LOMELLINA

da | 21 Giu 2021 | NEWS

Emilia

Alcune sommarie considerazioni sull’andamento delle riserve idriche e sull’andamento dell’irrigazione. Dopo i segnali positivi delle scorse settimane, l’analisi del manto nevoso evidenzia come l’accumulo alle quote medio alte, nell’intorno dei 2500 mslm, è di fatto scomparso, come desumibile dal primo grafico basato sui dati  delle ormai note stazioni di misura: il Sestriere e Ceresole, significative per il bacino del Po e per le Alpi Cozie e Graie, e quindi base per le derivazioni del Canale Cavour, la stazione di Alagna bocchetta delle Pisse, significativa per il bacino del Sesia e quindi il Roggione di Sartirana e la stazione di Macugnaga significativa per il bacino del lago Maggiore e quindi per le utenze derivate dal Ticino, queste ultime stazioni significative per una informazione sul manto nevoso nelle alpi Pennine.

Si riporta quindi il confronto degli ultimi 15 anni al 16 giugno di ciascun anno.

 

Analizzando invece due stazioni a quote nell’intorno dei 2900 metri, Il Rifugio Sommeiller a Bardonecchia e il Passo del Moro a Macugnaga si può riscontrare un accumulo nevoso superiore alla media dell’ultimo decennio, anche se leggermente inferiore agli ultimi anni.

Passando poi ad analizzare lo stato del lago Maggiore riportiamo i dati odierni dal sito laghi.net:

L’altezza idrometrica all’idrometro di Sesto Calende si mantiene leggermente superiore ai 120 cm ormai dal 13 maggio scorso, con un equilibrio tra afflussi e deflussi, il che comporta il mantenimento del volume invasato, dato estremamente positivo in previsione dei prossimi picchi di derivazione.

Questo dato rappresenta un valore leggermente superiore alla media storica e garantisce una regolarità delle derivazioni per almeno un ulteriore mese.

Negli ultimi giorni, nonostante il positivo andamento delle derivazioni e del lago Maggiore, a Confagricoltura Pavia sono giunte numerose segnalazioni dagli Associati che evidenziano una situazione quanto mai critica.

Carenze di acqua nella Lomellina

Tutta la Lomellina è interessata da carenze idriche con riduzione delle competenze che variano tra il 40 % e l’80 % sulle derivazioni da corsi d’acqua interni che non ricevono contributi né dalle colature né dalla falda e spesso l’unica risorsa che hanno è quella sussidiata dalla rete consortile, determinando così uno stress che si propaga sempre più sul territorio fino a raggiungere anche il novarese.

La situazione è simile a quella riscontrata in Lomellina nel giugno del 2019 ma con areali di stress considerevolmente più ampi e un anticipo delle criticità di circa una settimana rispetto a due anni fa.

Ampie porzioni di riso seminato a file interrate non hanno ancora usufruito della prima bagnatura mentre diventa sempre più urgente procedere con le prime bagnature dei mais.

Sicuramente, vista l’estensione degli areali in stress, il fabbisogno idrico e le storiche infrastrutture a disposizione, è purtroppo probabile che le situazioni critiche aumentino nei prossimi giorni qualora non intervengano precipitazioni significative.

Una delle cause di questa crisi idrica, pur con le derivazioni non in particolare sofferenza, è da cercare nella falda particolarmente bassa e nell’assenza di colature che da sempre alimentano le reti interne.

Da oltre un mese, come Confagricoltura Pavia, si è attivata la misurazione quotidiana della falda a Sartirana Lomellina, in una delle sezioni più meridionali del comprensorio risicolo novarese-lomellino.

L’escursione primaverile/estiva della falda è stimabile in circa 300 cm, ad oggi si può riscontrare un aumento di poco più di 40 cm, tale ridotta escursione, dovuta alla tardiva irrigazione, iniziata da poco più di due settimane, determina la prevedibile ritardata riattivazione dei fontanili come sopra richiamato.

Il rateo di crescita della falda oscilla tra 1 cm e 2 cm al giorno mentre in passato, nel mese di maggio, il rateo di crescita raggiungeva punte di quasi 10 cm al giorno.


Passando al pavese, al momento, salvo alcune criticità anche qui sulle acque interne, in ogni caso non così enfatizzate come in Lomellina, non sono segnalate situazioni particolarmente critiche anche se la concomitanza delle bagnature del riso e del mais, a quanto riferito dagli Associati, sta determinando situazioni di stress idrico non trascurabile.

Confagricoltura Pavia ha partecipato all’incontro organizzato da Est Sesia il 18 giugno a Novara e, oltre a dare la disponibilità nel collaborare a rendere la condivisione delle informazioni quanto più celere possibile, ha evidenziato come alcuni crolli di portata sui terminali (Diramatore Vigevano e Subdiramatore Pavia), probabilmente dovuti al fatto che le centrali idroelettriche hanno favorito, durante le oscillazioni in calo, le utenze a monte che usufruiscono delle derivazioni mantenute dagli invasi a quota costante delle centrali stesse, non possono penalizzare le utenze poste a valle, in particolare da Cassolnovo a Gambolò fino a Garlasco e Gropello.

In ogni caso è utile ricordare che la presenza delle centrali sui canali, di per sé, non costituisce una sottrazione di risorsa idrica all’agricoltura mentre la gestione delle quote di invaso a livello costante può favorire le utenze irrigue di monte a scapito di quelle di valle, ma non deve innescarsi qui “una guerra tra poveri”.

Con riferimento alle acque interne si è raccomandata la massima distribuzione della risorsa sull’intero comprensorio, sia novarese che lomellino, così da accelerare, quanto più possibile, la ricarica della falda e la conseguente attivazione di colature e fontanili.

Passata questa complessa stagione irrigua estiva occorrerà un tavolo di confronto con Associazioni Agricole, Consorzi, Regioni e Ministeri competenti (Agricoltura, Transizione Ecologia e Infrastrutture) per condividere le azioni e la programmazione necessaria a prevenire le sempre più frequenti situazioni di stress dovute, probabilmente, anche al diffondersi di diverse modalità di semina e coltivazione del riso. Autore: Alberto Lasagna, Confagricoltura Pavia

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