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IL TRAPIANTO SI METTE IN MOSTRA

da | 5 Ott 2017 | Tecnica

Grande interesse da parte di risicoltori e tecnici del settore, in tutto un centinaio, che mercoledì 4 ottobre hanno partecipato alla giornata dimostrativa nel campo sperimentale allestito a Mede (PV) presso la Cascina Languria dell’azienda agricola Rossi Matteo da parte dei partner del progetto denominato “Tecnica di coltivazione del riso con trapianto meccanico” (TMR), del quale abbiamo parlato a proposito di alcune sperimentazioni piemontesi. (LEGGI L’ARTICOLO)

In questo caso, il campo sperimentale era inserito nella rete di attività dimostrative e sperimentali coordinate a livello nazionale dal CRA-RIS Unità di ricerca per la risicoltura (Vercelli) nell’ambito del progetto “Riso Biosystems” finanziato dal MIPAAF e realizzato in collaborazione con l’Ente Nazionale Risi. In tal senso, la visita è iniziata a Castello d’Agogna, sede del centro ricerche dell’Ente Risi, per proseguire a Mede Lomellina, Rovasenda , Brusnengo e Trino Vercellese. Se a Castello d’Agogna sono state sperimentate tecniche con semina in acqua, pacciamatura verde e semina interrata, affidando il controllo di malerbe alla falsa semina e ad erpici rompicrosta e strigliatori, e nella Baraggia vercellese si è fatto ricorso a tecniche di pacciamatura verde con loietto e un erpice Vasino per il controllo delle infestanti dopo la sommersione, il progetto TMR è decisamente più complesso. Approvato da Regione Lombardia PSR 2014/2020 – FEARS – nell’ambito dell’operazione 16.2.01, vede come partner sei aziende agricole biologiche e una industria agroalimentare (riseria), sotto la supervisione scientifica del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università di Torino. Questo progetto si propone di introdurre e diffondere anche in Italia, in particolare tra le aziende biologiche, la tecnica del trapianto meccanico su terreno saturo in uso in altri paesi come India, Cina e Giappone, adattandola alla specifica realtà della risicoltura lombarda e integrandola con ulteriori innovative soluzioni.

Come hanno spiegato il Prof. Francesco Vidotto, docente del DISAFA dell’Università di Torino, responsabile scientifico del progetto, il dott. Marco Zafferoni, responsabile dell’Azienda La Bertolina, capofila del progetto, e il Prof. Mario Zefelippo, Docente dell’ITAS Gallini di Voghera e coordinatore del progetto, «la tecnica di coltivazione del riso con trapianto meccanico è al suo secondo anno di sperimentazione. La finalità della tecnica è di combinare la maggiore rapidità di sviluppo delle piantine trapiantate rispetto alle infestanti con la possibilità di utilizzare una sarchiatrice meccanica atta ad operare su terreno saturo, grazie all’impianto a file distanziate di 30 cm. Ciò rappresenta una radicale innovazione per le aziende agricole biologiche che potranno disporre di una tecnica di gran lunga più efficace di quelle attualmente adottate per controllare le malerbe, che rappresentano da sempre l’elemento di maggiore criticità per la coltivazione del riso. In particolare per la risicoltura biologica mancano strumenti tecnici adeguati e metodi veramente efficaci di controllo delle malerbe a costi accettabili che ne consentano una diffusione su più vasta scala».

La tecnica è in fase di sperimentazione avanzata e nella campagna in corso è stata attuata su circa 110 ha coinvolgendo 33 aziende, di cui 25 in provincia di Pavia e 8 nelle restanti nelle limitrofe provincie Novara (4), Vercelli (2) Alessandria e Milano (1). Essa ha destato forte interesse – sottolineano i ricercatori – anche presso i risicoltori che adottano le tecniche convenzionali in quanto consente soluzioni più “ecologiche” (produzione integrata) e perché rende potenzialmente possibile la coltivazione del riso in secondo raccolto, riducendo il ciclo di coltivazione di almeno 20 giorni.

In occasione delle visite sono state mostrate 13 varietà di riso con due differenti sesti di impianto ed è stato possibile guardare da vicino le macchine prototipo per il trapianto e per la sarchiatura meccanica, nonché prendere visione delle situazioni negli altri campi sperimentali nelle diverse fasi di sviluppo del riso e dell’attività svolta attraverso riprese effettuate con droni.Nel pomeriggio, poi, la manifestazione è proseguita con la raccolta e la pesatura di una parte delle parcelle in prova. L’appuntamento per fare un ragionato bilancio del secondo anno di attuazione del progetto è fissato per questo inverno.

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