Prosegue il lavoro del Comitato Promotore Riso della Valle del Po per l’ottenimento del riconoscimento di IGP (Indicazione Geografica Protetta) per il riso prodotto nel bacino padano, con garanzia di tracciabilità. Le varietà interessate sono quelle più caratteristiche e di migliore qualità a livello nazionale quali Arborio, Baldo, Carnaroli, Roma, Vialone Nano, gruppo Ribe, S. Andrea, Tondo, Lungo A lungo, Lungo A da risotto e Lungo B.(AVVISO)
L’obiettivo del riconoscimento è duplice: in primo luogo l’IGP garantirebbe una chiara distinzione del prodotto italiano da quello di importazione e, in secondo luogo, a denominazione dovrà avere un ruolo di traino per la promozione territoriale.
Il primo passaggio dell’iter di riconoscimento è stato l’affidamento ad un professionista dell’incarico di redigere i documenti tecnici necessari al MIPAAF per il riconoscimento. Si è poi passati ad effettuare una modifica al Regolamento interno a scopo di aggiornamento delle varietà interessate e di loro adeguamento alle varietà oggetto di richiesta di IGP.
Il Comitato è nato nella primavera 2018 a Vercelli ed ha visto tra i soci costitutori un folto numero di riserie e di Associazioni di Produttori Risicoli e Cooperative piemontesi e lombarde.
Un delicato percorso burocratico e giuridico, quello dell’ottenimento dell’IGP, che non ha sortito da subito l’effetto desiderato a livello ministeriale: nel 2020 infatti il Ministero aveva rigettato la domanda, non rinvenendo nella documentazione presentata gli elementi richiesti dal decreto 14 ottobre 2013 e dalla normativa comunitaria. Ora però il riconoscimento dell’IGP sembra più vicino.
Spina per l’IGP Valle del Po
Spiega Melissa Spina, segretaria e tesoriere del Comitato Promotore: «Stiamo lavorando per rispondere alle osservazioni che ci sono state fatte dal Ministero, anche se il Comitato si riunisce purtroppo solo in videoconferenza. Attualmente la scadenza dei termini per la presentazione della domanda è stata prorogata al 31 luglio. Per il momento non stiamo ancora lavorando sul disciplinare perché stiamo rispondendo alle domande che ci sono state poste e ai punti critici che ci sono stati notificati dal Ministero: il Comitato ritiene che siano criticità superabili e che i requisiti siano dimostrabili, quindi sta raccogliendo la documentazione che dimostra il perché abbiamo bisogno di questo marchio. Prosegue l’iter di ricerca e documentazione. Il Comitato Promotore Riso della Valle del Po continua a ritenere e ribadisce che si tratta di un progetto fondamentale per l’intero settore risicolo: sono interessate due regioni, Piemonte e Lombardia, circa 300 comuni, 3400 produttori e 190.000 ha circa, cioè l’86% del riso prodotto in Italia, la quasi totalità. Inoltre è un progetto che andrebbe a vantaggio non solamente dei risicoltori o degli industriali, ma di tutto il territorio dal punto di vista turistico, culturale ed enogastronomico, per cui ne ribadiamo la fondamentale importanza. Per quanto poi questa situazione renda tutto più difficile siamo comunque sempre operativi, raccogliendo numeri, documenti storici e adesioni». (HAI SCELTO IL SEME GIUSTO?)
Del Comitato Promotore Riso della Valle del Po fa parte anche il Consorzio Produttori Risone da Risotto che sta attualmente elaborando alcune proposte per rendere più operativa l’attività del Consorzio in futuro: per esempio è in fase di predisposizione un semplice disciplinare di produzione che possa dare valore aggiunto al riso dei Consorziati e proporre all’industria un prodotto che si distingua ed abbia caratteristiche “superiori”, certificate e tracciabili. Una delle altre proposte sul tavolo è quella di avviare la commercializzazione del prodotto dei Consorziati tramite il Consorzio stesso, con lo specifico “marchio” del Consorzio. Tutti i produttori di riso che volessero aderire possono rivolgersi alla Segreteria del Consorzio (Laura Cerri – laura.cerri@confagricolturamilo.it) per provvedere a compilare la scheda di adesione e a versare la relativa quota. Autore: Milena Zarbà