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I PAESI DEL RISO ALZANO LA VOCE

da | 17 Lug 2017 | Internazionale

Otto governi europei mettono nero su bianco la richiesta di attivare la clausola di salvaguardia contro i Pma, riconoscere la specificità del riso nella prossima Pac e mandare avanti l’etichettatura d’origine. Si muovono, insomma, per salvare il riso europeo. Lo rivela il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, comunicando che l’Italia – insieme a Francia, Spagna, Bulgaria, Grecia, Ungheria, Portogallo e Romania – ha sollecitato un intervento urgente alla Commissione europea e ha sottoscritto questa mattina a Bruxelles, in occasione del Consiglio dei Ministri UE, un documento strategico con 4 richieste: 1)attivare la clausola di salvaguardia per le importazioni dai Paesi EBA e valutare la possibilità di rimuovere i vincoli che impediscono l’efficace applicazione delle misure di salvaguardia per le importazioni dai PMA e da altre origini nel Sistema delle Preferenze Generalizzate; 2) riconoscere la specificità del settore nella nuova Politica agricola comune; 3) potenziare modelli di etichettatura attraverso adeguate iniziative per aumentare il consumo del riso prodotto nell’Unione europea; 4) approfondire gli studi per valutare gli effetti che questi sistemi riguardanti i Paesi meno sviluppati e i Sistemi di Preferenze Generalizzate hanno avuto sui diritti sociali e dei lavoratori nei Paesi EBA, come anche le conseguenza ambientali dei sistemi di produzione locali. «Non possiamo più permetterci – afferma il Ministro Maurizio Martina – uno squilibrio di mercato come questo, frutto di accordi che mettono in difficoltà i nostri agricoltori oggi e che in prospettiva rischiano di azzerare la produzione europea. È il momento delle risposte per invertire la tendenza, tutelando le produzioni, i paesaggi coinvolti nelle produzioni e garantendo allo stesso tempo sicurezza e trasparenza ai consumatori». Molto positiva la reazione dell’Ente Risi: secondo il presidente Carrà è «un passo decisivo verso la soluzione dei problemi della risicoltura. Grazie all’accordo del G7 del riso, promosso il 20 febbraio a Milano dall’Ente Risi, si sblocca una situazione gravissima. E’ stato importante convincere i francesi, grazie alla collaborazione con il sindacato dei risicoltori europei». I fattori che hanno mosso i governi sono l’incremento delle importazioni totali di riso dell’Ue (+65% dalla campagna 2008/2009 alla campagna 2015/2016), raggiungendo il record di 1,34 milioni di tonnellate nella campagna 2015/2016, un grande aumento delle importazioni di riso in piccole confezioni dai PMA (+45% dal 2013 al 2016, monitorato dalla Commissione europea per anno civile) e le giacenze europee in aumento, al punto che per la campagna 2016/2017, la Commissione europea si aspetta un livello record di giacenze finali di 586.000 tonnellate (equivalenti al 30% della produzione UE). «Secondo queste tendenze, ci sarà un rischio reale che l’UE divenga completamente dipendente dalle importazioni di riso dai Paesi terzi. Inoltre, il conseguente abbandono dei terreni coltivati  a riso nell’UE, rischia di provocare un impatto molto grave e negativo in termini di conseguenze ambientali e sociali» spiega il Mipaaf, confermando gli allarmi lanciati dalla filiera almeno da due anni. (Foto grande: il ministro Martina)

 

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