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TRICICLAZOLO? ECCO LA SOLUZIONE

da | 17 Lug 2017 | NEWS, Non solo riso

Il 9 giugno 2017 la Commissione Europea ha emanato il Regolamento di esecuzione (UE) 2017/983 che fissa, con decorrenza 30/06/2017, nuovi limiti massimi residui (LMR) del Triciclazolo, sostanza attiva ad azione specifica per il controllo del brusone (Pyricularia oryzae).  La nuova disciplina residui era già stata preannunciata con il “draft proposal” della Direzione SANCO del 28 novembre 2016 e segue il Regolamento (UE) 2016/1826 del 14 ottobre 2016, concernente la non approvazione in UE della sostanza attiva. In seguito a tale decisione tutti i prodotti commerciali contenenti Triciclazolo sono stati revocati con decorrenza immediata, dopo quasi vent’anni di utilizzo nel settore risicolo. Il divieto di utilizzare il Triciclazolo è stato deciso in seguito alla mancanza di dati relativi al «potenziale genotossico e cancerogeno», alla «possibilità di agire come interferente endocrino» e alla valutazione riguardo il «rischio di contaminazione delle acque sotterranee».

Dal 2017, la posizione europea diviene così molto più restrittiva rispetto a quanto prevedono altri paesi extra UE (es. negli USA è prevista una “import tolerance” 3 mg/Kg, mentre Hong Kong, che ha una normativa notoriamente molto attenta in termini di sicurezza alimentare, ha definito un LMR di 2 mg/Kg). La nuova normativa UE ha conseguenze importanti non solo sulla produzione agricola ma anche sulle altre fasi della filiera risicola, dallo stoccaggio alla commercializzazione della granella, fino alla vendita del prodotto al consumatore nei punti vendita.

Oltre al divieto di utilizzare il prodotto sulla coltura si sottolineano i seguenti aspetti di notevole impatto per tutti gli operatori della filiera:

  • Il limite massimo residuo (LMR) di Triciclazolo nel riso passa da 1 mg/kg a 0,01 mg/kg (con decorrenza 30/06/2017); per le produzioni delle campagne precedenti si applica il precedente LMR di 1 mg/Kg. Per il riso Basmati i tempi di applicazione del nuovo LMR sono differiti di 6 mesi.
  • Il risone raccolto nel 2017 che presentasse un residuo di triciclazolo superiore a 0,01 mg/kg verrà considerato non conforme e destinato alla distruzione.
  • Si possono prevedere problemi molto seri per l’importazione di risone, considerando che la normativa europea per i residui di triciclazolo è oggi molto più restrittiva rispetto a quanto prevedono altri paesi importanti produttori e consumatori di riso.

 

Questa nuova normativa lascia aperti diversi problemi:

  • Di tipo agronomico: il triciclazolo è stato per molti anni il prodotto fitosanitario più impiegato nella difesa del riso in Italia e lo sarà ancora in altri paesi produttori. I risicoltori italiani si trovano in difficoltà nell’impostare strategie di difesa che non prevedano l’impiego di triciclazolo. Oltretutto la semplice esclusione dell’utilizzo di questa sostanza attiva dalle coltivazioni italiane potrebbe non essere sufficiente a prevenire rischi di contaminazione del prodotto e di contestazioni da parte di clienti o dell’autorità sanitaria (esempio per rischi di contaminazione anche accidentale con risone prodotto nel 2016).
  • Di tipo commerciale: si profila un’applicazione differente tra riso di origine UE ed extra UE; la norma prevede la convivenza di LMR vecchi e nuovi e indica che i vecchi LMR si applicheranno al risone importato e immesso sul mercato prima del 30 giugno 2017, quindi:
    • Per il riso comunitario si deve intendere che l’applicazione dei vecchi LMR si applichi nel caso di risone “immesso sul mercato” prima del 30 giugno (secondo le disposizioni del reg CE 178/02 immissione sul mercato = “detenzione di alimenti o mangimi a scopo di vendita….”) e quindi per tutti i risi prodotti e stoccati anteriormente al 30 giugno.
    • Per il riso di importazione la condizione per l’applicazione dei vecchi LMR sarà che il prodotto sia stato “importato e immesso sul mercato” prima del 30 giugno, per cui sarà condizionata al caso in cui sia dimostrabile l’ingresso del prodotto anteriore al 30 giugno.

Nelle transazioni commerciali si dovrà dunque specificare sempre la campagna di produzione e per il riso di importazione la data di ingresso nella UE.

Un inquadramento completo del problema non può prescindere dalla conoscenza del comportamento della sostanza attiva in termini di residui nel risone e nel riso lavorato di cui SATA e CADIR LAB hanno un’esperienza pluriennale. La normativa residui definisce i LMR per i cereali (tra cui riso) per i “grani interi”, quindi il valore di LMR si applica anche al risone.

Negli ultimi anni il Triciclazolo si è sempre confermato come la sostanza attiva maggiormente riscontrata su riso in termini campioni positivi da CADIR LAB e SATA. I residui sono presenti su riso e su risone anche se con andamenti differenti. I dati sotto riportati si riferiscono a campioni di risone e riso lavorato analizzati nel 2016 senza distinzione tra origine Italia ed estero, escludendo i campioni di prodotto da agricoltura biologica:

Sulla base di questi si può concludere che il rischio di contaminazione è reale anche per i risi lavorati. Mentre in passato il valore di LMR non veniva praticamente mai superato, con la nuova normativa i campioni positivi risulterebbero facilmente non regolamentari, in particolare per il risone.

Alla luce di tutte queste considerazione proponiamo di seguito alcuni concreti strumenti di prevenzione e controllo, utili per tutti gli operatori della filiera risicola.

CADIR LAB, laboratorio di analisi alessandrino, accreditato ACCREDIA al n° 0221, ha acquisito negli ultimi anni molta esperienza nelle analisi residui e metalli pesanti della filiera risicola. Il laboratorio offre l’analisi accreditata del principio attivo triciclazolo su riso utilizzando il metodo UNI EN 15662:2009 in UPLC-MSMS con un Limite di Quantificazione di 0,005 mg/kg, che ben si adatta alle nuove richieste di LMR sul prodotto.

SATA e CADIR LAB sono in grado di offrire servizi di valutazione dei rischi di contaminazione e definizione di un adeguato sistema di prevenzione, campionamento e analisi, controlli lungo la filiera.

Siamo a disposizione per eseguire analisi sui vostri prodotti. QUALITA’ e TEMPESTIVITA’ nella consegna dei risultati sono i nostri punti di forza. 

Clicca QUI per richiedere un preventivo personalizzato e/o per maggiore informazione. Direzione commerciale e tecnica di SATA e CADIR LAB: Tito Demaestri, Roberto Capurro. (Informazione pubblicitaria a cura di SATA srl)

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