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DOBBIAMO FARE LA DANZA DELLA PIOGGIA?

da | 13 Mar 2022 | Non solo riso

muzza

Il Psr piemontese incentiva con convinzione il sovescio, ma dimentica che le piante non crescono per decreto. Serve l’acqua, che di questi tempi è cosa rara. La siccità di questi mesi ha preso in contropiede i funzionari regionali che stanno visitando le risaie dove cresce il loietto. Sarebbe meglio dire che arranca, visto che le scarse precipitazioni hanno provocato un inerbimento stentato. Sarebbe una cosa naturale, se fosse ben compresa dai funzionari regionali, che invece, dopo aver preso atto che l’agricoltore ha acquistato la semente e l’ha seminata correttamente, lo sanzionano perché Giove pluvio è stato troppo avaro.

COLDIRETTI SI MOBILITA

La Coldiretti si è mobilitata con una lettera all’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte. «Le Operazioni 10.1.1 (Produzione integrata), 10.1.2 (Interventi a favore della biodiversità nelle risaie) e 10.1.3 (Tecniche di agricoltura conservativa) del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Piemonte, come noto, prevedono quale impegno facoltativo la coltivazione di erbai autunno-vernini da sovescio. Nel rilevare la valenza che riveste tale tipologia di intervento, si evidenzia come nel periodo autunno/invernale 2021-2022, ovvero nel corso del quale l’erbaio avrebbe dovuto svilupparsi, si sono registrate condizioni meteo-climatiche straordinarie che ne hanno compromesso lo sviluppo.

La quasi totale assenza di precipitazioni registrata a decorrere dallo scorso 08 dicembre su tutto il territorio regionale, infatti, ha fortemente inciso sulla fase di accrescimento; una condizione assolutamente non prevedibile (si consideri che la corrente stagione invernale è risultata essere la più secca dall’inizio del XX secolo) che ha generato ripercussioni negative anche sulle colture autunno-vernine, con perdite ormai certe sia in termini produttivi, che economici.

L’EFFETTO DEI MERCATI

A fronte delle suddette motivazioni, anche alla luce della situazione di destabilizzazione che contraddistingue l’andamento dei mercati, si avanza richiesta affinché quanto verificatosi possa essere equiparato ad una circostanza eccezionale, così da evitare l’applicazione di sanzioni nei confronti delle imprese che non hanno avuto la possibilità, loro malgrado (ovvero pur avendo sostenuto i costi connessi con la semina), di rispettare l’impegno aggiuntivo assunto. Nel merito si ritiene opportuno sottolineare come la mancata presentazione di una rinuncia alla data del 31 dicembre 2021 è da ricondursi al fatto che si ipotizzasse, come normalmente avviene, una diversa evoluzione delle precipitazioni durante i mesi di gennaio e febbraio» recita il testo. Speriamo che l’Assessorato prenda in considerazione queste osservazioni, che sono molto tecniche e fondate, perchè l’alternativa resta la danza della pioggia. (Nella foto, l’assessore all’agricoltura Marco Protopapa)

Protopapa

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