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COSA FARE CON L’ECHINOCHLOA RESISTENTE

da | 27 Giu 2020 | NEWS

Epiresistenze

Come ci ricorda il Gire nelle sue linee guida relative alla gestione delle infestanti resistenti nel riso, recentemente aggiornate a marzo 2020, «le aziende che coltivano riso sono caratterizzate da una elevata specializzazione che di fatto riduce la possibilità di coltivare altre colture. Il riso in monosuccessione, unitamente all’utilizzo esteso e continuativo di erbicidi con il medesimo meccanismo d’azione, favorisce l’insorgenza di popolazioni di infestanti resistenti agli erbicidi. Per limitare l’evoluzione della resistenza è necessario alternare o miscelare prodotti con meccanismo d’azione differente e dove possibile, ruotare la coltura». Va ricordato, però, che ad ogni meccanismo d’azione corrispondono diverse molecole, per questo non basta cambiare prodotto per essere certi di attuare un differente meccanismo. Gli inibitori dell’ACCasi sono molto utili nel contenimento delle graminacee in pre-semina (cletodim, propaquizafop e cicloxydim) e in post-emergenza (cyhalofop butyl, profoxydim, cycloxydim). In pre-semina abbiamo anche gli inibitori del PPO (oxadiazon, che però è nevicato e può essere impiegato fino al 30 giugno 2020), che agiscono principalmente sulle dicotiledoni ma anche sulle graminacee, gli inibitori dell’EPSP (glifosate) e della divisione cellulare (flunfacet), principalmente reattivi sulle graminacee ma anche sulle dicotiledoni. Per la fase di pre-emergenza è presente sul mercato il pendimethalin , un inibitore dei microtubuli attivo sulle graminacee, mentre per la post-emergenza sono molte le molecole utilizzabili oltre ai sopracitati inibitori dell’ACCase: vi sono gli Inibitori dell’ALS (azimsulfuron, penoxsulam, bispyribac-na e imazamox attivi sulle graminacee; bensulfuron-methyl, halosulfuron methyl e bensulfuron + metsulfuron attivi sulle dicotiledoni) i sintetizzatori delle auxine (triclopyr e mcpa, attivi sulle dicotiledoni) e gli inibitori della fotosintesi (bromoxinil e bentazone, attivi sulle dicotiledoni). Vi sono, inoltre, il clomazone (Inibitore biosintesi carotenoidi), attivo sulle graminacee ed utilizzabile in ogni momento della coltivazione, e i prodotti autorizzati in deroga per usi di emergenza fitosanitaria: in pre-semina e fino al 3 luglio il pretilachlor (inibitore della divisione cellulare, attivo principalmente sulle graminacee ma anche sulle dicotiledoni, anche in post-emergenza), fino al 10 luglio il florpyrauxifen-benzyl (attivo nella sintesi delle auxine, principalmente sulle dicotiledoni e, in minor parte, sulle graminacee, anche in post-emergenza) e fino al 4 luglio il benzobicyclon (inibitore del 4-idrossifenil-piruvato-diossigenasi, attivo sulle graminacee), quest’ultimo utile anche in pre-emergenza come il napronamide (inibitore della divisione cellulare, attivo sulle graminacee). Questo ampio panorama, che in alcuni casi sembra sovrapporsi, crea negli agricoltori dei leciti dubbi che il Gire cerca di risolvere fornendoci delle indicazioni che riassumeremo in questi giorni, a partire dal problema dell’Echinochloa spp. Prima di tutto però ricordiamo che per evitare le resistenze occorre leggere attentamente le etichette dei prodotti, allo scopo di impiegare la dose corretta in relazione all’epoca d’applicazione e allo stadio vegetativo dell’infestante; non trattare se le infestanti sono in stress (stress idrico o dopo abbassamenti termici); sgrondare o ridurre il più possibile il livello dell’acqua in modo da favorire l’assorbimento dei prodotti attraverso le foglie delle infestanti; trattare con infestanti poco sviluppate; sommergere la risaia al massimo entro 4-5 giorni dall’applicazione dei prodotti per favorire l’efficacia dei trattamenti in post-emergenza.

Cosa fare se si scoprono in azienda biotipi di Echinochloa spp. resistenti agli erbicidi inibitori dell’ALS.

Effettuare trattamenti chimici in pre-semina e pre-emergenza impiegando tutti i prodotti riportati precedentemente per questa fase, compresi florpyrauxifenbenzyl, pretilaclor e napropamide, autorizzati per l’uso di emergenza. In post-emergenza utilizzare prodotti a base di profoxydim e/o cyhalofop butyl e pretilaclor o florpyrauxifenbenzyl. 

Cosa devo fare se si scoprono biotipi di Echinochloa spp. resistenti agli erbicidi inibitori dell’ACCasi. 

In pre-semina e pre-emergenza impiegare tutti i prodotti riportati precedentemente per questa fase, ad eccezione di cicloxydim, propaquizafop e cletodim. In post-emergenza utilizzare prodotti a base di penoxsulam, bispyribac-Na, azimsulfuron, oppure imazamox nella tecnologia Clearfield. Inoltre, in ogni fase sono efficacemente utilizzabili i prodotti autorizzati per l’uso di emergenza.

Cosa fare se si scoprono biotipi di Echinochloa spp. resistenti sia agli erbicidi inibitori dell’ALS che dell’ACCasi. 

In questa situazione gli erbicidi disponibili sono quelli autorizzati per situazioni di emergenza fitosanitaria. Per prevenire lo sviluppo di questa doppia resistenza sono due le alternative che possono essere impiegate: utilizzare in pre-semina flufenacet e successivamente oxadiazon; trattare in pre-semina con glifosate e posticipare il più possibile la data di semina, miscelando anche del clomazone e oxadiazon. Risulta assolutamente necessario adottare strategie alternative al diserbo chimico per controllare questi biotipi di giavone. Autore: Ezio Bosso

 

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