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«CONTRO IL CRODO SERVE TECNICA»

da | 28 Feb 2016 | NEWS, Prodotti in campo

dep2Negli anni 30 scavarono il pozzo perché il Regina Elena non esisteva e soprattutto perché «questi sono terreni fatti apposta per coltivare il riso». Strano, perché il panorama non è quello tipico della Bassa Novarese. Non solo per gli aerei militari che fanno la barba alle pannocchie. Cameri è dietro l’angolo. La caserma dei carristi a due passi, sempre a Bellinzago Novarese, dove è ubicata la cascina Bettola dei Depaoli. Una cinquantina di ettari, riso da pila e da seme. Anche qualche pianta di mais, retaggio dell’esperienza zootecnica. «Siamo alla frontiera con il Nord – ammette Giampiero Depaoli (foto piccola) – e bisogna stare attenti a tutto, altrimenti il crodo ti esplode e, con il crodo, le alismatacee e le ciperacee».

Incontriamo i Depaoli nel corso del reportage sulla difesa delle colture organizzato in collaborazione con Bayer che anche quest’anno ci porterà a confrontarci con i risicoltori su tecniche e prodotti del diserbo (e anche quest’anno troverete gli articoli digitando nel cerca “puntoriso”, il tag che è anche il nome della rubrica condivisa sul sito Bayer). Fin dalle prime battute, si capisce subito che le infestanti sono l’incubo di questa famiglia di risicoltori. Il riso, qui, lo si coltiva davvero come una volta: padre, madre, figlio e nonna Edgarda, che dalla finestra rimira la campagna dei suoi 87 anni e ricorda quand’era popolata di mondine. Giampiero e il figlio Alessandro coltivano senza sgarrare di un giorno: l’agricoltura di precisione è tutta qui, ci dice puntandosi il dito sulla fronte.

PUNTO RISOLa recente normativa regionale che vincola l’applicazione di alcuni principi attivi a dosaggi limitati e modalità di precauzione lo lascia perplesso: «Non è possibile avere una grande elasticità in questo lavoro – commenta il risicoltore – particolarmente nell’uso di prodotti tecnici, come il Cadou®, che è particolarmente adatto a terreni di medio impasto, con un fondo importante di ghiaie, che assorbe molto e su cui si presta da sempre grande attenzione nell’irrigazione».

La prassi dice sommersione, pesta, scarico, livellamento (facendo le righe, che servono ad evitare che il vento ammucchi il seme), di nuovo sommersione e trattamento: «in questo modo evitiamo che le infestanti siano già germinate, perché il Cadou® attacca l’ipocotile e stronca l’epicotile della malerba, che se riuscisse a svilupparsi, si muoverebbe in orizzontale invece che in verticale. E muore». Alessandro Depaoli assicura: «il segreto con gli agrofarmaci moderni è applicare meticolosamente la tecnica, senza alzate di genio. Se si lavora bene è difficile che l’infestante prosperi e si contrastano anche i fenomeni di resistenza, ma soprattutto è più facile controllare le malerbe che riescono comunque a sfuggire ai trattamenti, come quelle che spuntano dai solchi lasciati dalle ruote dei trattori durante la semina».

Per informazioni contattare i tecnici Bayer di zona ai seguenti indirizzi: vittorio.mancini@bayer.com e marco.sobrero@bayer.com (IP – Prodotti fitosanitari autorizzati dal Ministero della Salute; per relativa composizione e numero di registrazione si rinvia al catalogo dei prodotti o al sito internet del produttore. Usare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell’uso leggere sempre l’etichetta, prestando attenzione alle frasi e ai simboli di pericolo e alle informazioni sul prodotto. ® Marchio registrato. Informazione pubblicitaria a cura di Bayer)

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