Mauro Tonello è basito. Dice proprio così. Non si capacita di come il governo e le Regioni, dopo una serie di riunioni ufficiali che avevano portato a un accordo, abbiano rimesso nel cassetto la proposta di concentrare l’aiuto accoppiato del riso sull’indica, in seguito alla frattura interna all’Associazione delle industrie risiere, che ha portato alla comunicazione del dissenso di Riso Scotti e Riso Gallo in zona Cesarini. Il vicepresidente di Coldiretti, che è un risicoltore, ci spiega il suo punto di vista in quest’intervista: «Vorrei veramente capire perché, di fronte a una filiera che vuole cambiare, la scelta sia stata quella di non cambiare nulla!»
Partiamo dalla fine. L’aiuto accoppiato all’indica è definitivamente sfumato?
Quello che è successo nei giorni scorsi rappresenta una pietra tombale sulla possibilità di aiutare l’indica con la Pac, purtroppo. A essere sincero, sono basito: in poche ore è stato vanificato il lavoro serio fatto dagli agricoltori – da tutti gli agricoltori – in alcuni anni.
L’idea l’avete lanciata voi di Coldiretti nel 2014, giusto?
Esatto, ma poi ci ha lavorato l’Airi, con la quale c’è stato un accordo chiaro, e ci hanno lavorato la Cia e Confagricoltura. In occasione dell’ultima riunione al Ministero delle politiche agricole, Giovanni Daghetta ha confermato la disponibilità della prima e anche Fulco Gallarati Scotti, pur con molti distinguo, ha detto che la sua confederazione era d’accordo sull’ipotesi di spostare l’aiuto accoppiato sull’indica.
I distinguo riguardavano l’impegno degli industriali a riconoscere un prezzo plafond, ma anche la Sua richiesta a vincolare la misura all’uso di seme certificato, che Confagricoltura non condivideva…
A parte che non ho capito perché non la condividesse, però anche quella era un’ipotesi di lavoro, cioè nessuno, né noi né loro, era entrato in quella stanza con l’intenzione di far saltare l’accordo e infatti siamo usciti con un accordo fatto, che rappresentava la volontà di tutti gli agricoltori e del 95% della filiera italiana. Per questa ragione credo che le istituzioni si siano assunte una responsabilità enorme nel farne carta straccia sulla base di due telefonate, cioè del parere opposto di due riserie, per quanto importanti. Senza neanche tentare di ricucire, come se non si aspettasse altro per archiviare una revisione dell’aiuto accoppiato che piaceva solo agli agricoltori.
Scotti e Gallo. Tra l’altro, con la seconda Coldiretti ha avviato una partnership commerciale. Vi siete parlati dopo il fattaccio?
Ci parleremo il 28. Li vedrò entrambi.
Li considera responsabili del patatrac?
Non vorrei che si facesse confusione. Le due industrie citate hanno detto che non erano d’accordo, è vero, ma non erano intenzionate a stracciare l’accordo: semplicemente volevano che l’aiuto accoppiato non andasse interamente all’indica ma fosse redistribuito secondo diverse percentuali. Quindi, l’intera filiera era intenzionata a cambiare il sistema di aiuto accoppiato del riso e la responsabilità di aver deciso di non cambiare nulla ricade su chi doveva esercitare un ruolo di regia e non l’ha fatto. Ricade insomma sul governo e sulle Regioni. Francamente, non ho capito perché la Lombardia e la mia Emilia-Romagna, tanto per non fare nomi, si siano messe di traverso sull’aiuto accoppiato all’indica, disattendendo il volere dei loro agricoltori, né perché il governo, dopo una riunione conclusasi con l’accordo di tutti, sia andato contro la volontà degli agricoltori perché due industriali ponevano il veto. Mi pare grave. Molto grave. Tutta la filiera del riso era per il cambiamento, altri hanno deciso di non cambiare nulla.
Sta dicendo che sono saltate le regole del tavolo di concertazione?
Mi pare sotto gli occhi di tutti: basta una sceneggiata per vanificare il lavoro di anni, svolto nel rispetto di quelle regole? Dirò di più: come si fa adesso a riconvocare quel tavolo e ad affrontare altre decisioni importanti?
La legge sul mercato interno potrebbe essere bloccata?
Il governo è delegato a riformarla, ma deve passare per il tavolo, e a questo punto temo fortemente che, se non altro per ripicca, insorgano dei problemi.
Cosa la preoccupa di più?
Spero che si riesca a superare questo incidente, che si proceda celermente a realizzare la borsa unica del riso e che questo prodotto, come altre colture in crisi, sia messo sotto verifica affinché nei prossimi mesi ed anni, a causa della debolezza del comparto, non si creino posizioni dominanti, come purtroppo temo che accadrà.