Ricerca Avanzata





Data inizio:

Data fine:

CASATI: IL NODO E’ LA PRODUTTIVITÀ

da | 1 Feb 2018 | Non solo riso

Dario Casati

Apertura in grande stile per il 157° Anno Accademico della Società Agraria di Lombardia, che ha inaugurato il 31 gennaio l’inteso programma di attività per il 2018 con un seminario sul tema “La PAC dopo il 2020: le prime linee strategiche” con la brillante relazione del professor Dario Casati del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università di Milano. Un seminario organizzato in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili e con l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Milano che, come ha sottolineato in apertura il suo nuovo presidente dott.Giuseppe Croce, sta investendo molto sull’attività formativa e divulgativa in collaborazione e sinergia con la prestigiosa accademia lombarda. Non a caso la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico, il seminario ed il dibattito che ne è seguito sono stati trasmessi in diretta streaming a cura dell’ Ordine degli Agronomi ad oltre 200 professionisti collegati da ogni parte d’Italia.

La relazione del prof. Casati ha analizzato dettagliatamente il documento “The future of Food and Farming” emesso lo scorso novembre dalla Commissione UE e che costituisce la base documentale per l’elaborazione del sesto ciclo di riforma della Politica Agricola Comunitaria e che dovrebbe determinare le scelte strategiche per l’agricoltura europea dopo il 2020. Un documento piuttosto sintetico, che non entra particolarmente nei dettagli, da cui trasparirebbe una volontà di cambiamento che bisognerà vedere se saprà tradursi in una reale sburocratizzazione o se sarà condizionata dai numerosi aspetti contraddittori di una politica agricola che , se da un lato rappresenta l’unica vera politica di integrazione attuata dall’Unione Europea, dall’altro risente di numerosi risvolti discutibili. Il documento base della riforma indica obiettivi condivisibili (semplificare la gestione, migliorare i risultati, ridurre burocrazia e costi) ma appare ancora piuttosto vago sulle modalità attraverso cui realizzare tali obiettivi. Nel testo vengono indicate azioni rivolte a migliorare l’innovazione e la conoscenza, a garantire sicurezza alimentare e ricambio generazionale, a tutelare il contesto climatico-ambientale oltre a garantire un equo reddito per gli agricoltori. Propositi certo condivisibili, scaturiti anche da un processo di pubblica consultazione sul futuro della PAC realizzato nel 2017 dalla Commissione UE con metodi peraltro piuttosto “ecumenici”. Ma su cui bisognerà capire quali saranno gli strumenti adottati e gli interventi effettivamente proposti.

Molto dipenderà dal prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, oltre che dall’esito delle elezioni nazionali ed europee in programma tra il 2018 (tra cui quelle italiane) e il 2019. Certamente l’uscita, per effetto della Brexit, di un contribuente netto (cioè di uno Stato membro che versava alle case Ue più di quanto riceveva in termini di contributi) come il Regno Unito comporterà una riduzione delle risorse che potrebbe tradursi in un taglio dei fondi per l’agricoltura compreso tra il 15 ed il 30%.

Un altro aspetto controverso riguarderà l’ipotesi di più decisa “rinazionalizzazione” della PAC, che se da un lato potrebbe garantire una maggiore libertà d’iniziativa agli Stati membri, dall’altro genera più di una preoccupazione negli imprenditori italiani preoccupati dall’inefficienza della nostra macchina statale, dalle disparità di trattamento generate da tanti PSR incoerenti tra loro, oltre che dai pregiudizi di molte forze politiche e di larghi strati dell’opinione pubblica ostili all’agricoltura intesa come attività produttiva. In tal senso qualche preoccupazione deriva da quella parte del documento che propone di “aiutare i migranti ad integrarsi attraverso il lavoro agricolo”, frase che a qualcuno ha ricordato i tempi della cosiddetta “imponibile di manodopera”. In definitiva il documento della Commissione Europea presenta molte sfaccettature e più di un aspetto contraddittorio: appare importante, come ha sottolineato il presidente della Società Agraria Flavio Barozzi, avviare tempestivamente un’analisi ed un dibattito che consentano all’agricoltura italiana di partecipare alle decisioni e non solo di recriminare per scelte fatte da altri come spesso è accaduto. Secondo il prof.Casati molto si giocherà sulla capacità di fare ricerca ed innovazione (a cominciare dal settore biotecnologico) per aumentare la produttività, intesa nel più ampio significato di produttività economica, che appare il vero strumento per garantire la competitività e quindi l’esistenza dell’agricoltura europea.

Una sfida sempre più complessa su cui, nel corso del vivace scambio di domande e risposte seguito alla relazione del prof.Casati, non sono mancate le voci accorate di imprenditori agricoli stremati dai sempre maggiori vincoli posti all’attività produttiva e dai sempre minori risultati economici riconosciuti da mercati spesso condizionati dalle concessioni fatte dall’UE a Paesi terzi, come nel caso del riso (più volte citato dallo stesso Casati e dal presidente onorario della Società Agraria Ettore Cantù), delle orticole e della bietola (citate nel suo appassionato intervento dall’imprenditrice ed agronomo vogherese Silvia Stringa) o del mais (citato dall’ex assessore regionale Giuseppe Elias). Un altro fronte delicato sarà quello del rapporto dell’agricoltura produttiva con un’opinione pubblica spesso disinformata e condizionata da “pregiudizi bucolici”, sul recupero di cultura agricola e sulla riaffermazione della razionalità del metodo scientifico oggi spesso messo pericolosamente in discussione, come ha sottolineato in chiusura il presidente Flavio Barozzi ricordando il quadro di Goya dal titolo “Il sonno della ragione genera mostri”. Gli organizzatori hanno annunciato che la registrazione del convegno sarà resa disponibile per la consultazione sul sito della Società Agraria di Lombardia.

Iscriviti alla nostra Newsletter

Iscriviti alla nostra Newsletter e al servizio Whatsapp!

Informativa sulla Privacy

Informativa sulla Privacy - WhatsApp

Cliccando "Accetto le condizioni" verrà conferito il consenso al trattamento dei dati di cui all’informativa privacy ex art. 13 GDPR. *

* Campo obbligatorio