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CAMBOGIA, BRUXELLES “MONITORA”

da | 17 Set 2014 | NEWS

Il Comitato dell’organizzazione comune dei mercati agricoli dello scorso giovedì ha esaminato la situazione relativa alle importazioni di riso, in esenzione dai dazi, dai Paesi Meno Avanzati (PMA), tra i quali figura anche la Cambogia. Nel corso dell’incontro la Commissione europea ha presentato un aggiornamento della situazione del mercato del riso. “La Commissione ha finalmente evidenziato – scrive l’Ente Risi in una nota – un aumento complessivo del 16,5% della richiesta di certificati di importazione per la campagna 2013/14, rispetto alla campagna 2012/13. La Cambogia si conferma tra i Paesi maggiori esportatori verso l’Unione europea e le importazioni dai PMA sono complessivamente in aumento. I Servizi della Commissione europea hanno ribadito, in proposito, la tesi che le importazioni dai PMA sostituiscono quelle provenienti da altri Paesi (fatto inspiegabile). La delegazione italiana è intervenuta, rilevando che l’analisi delle importazioni, come da informazioni fornite proprio dalla Commissione, evidenzia la palese contraddizione della posizione dei Servizi della Commissione stessa; infatti, le importazioni dai PMA non si sostituiscono alle altre importazioni, ma si sommano.La Commissione ha assicurato il continuo monitoraggio delle importazioni, considerando la potenziale pericolosità per il settore risicolo europeo, anche in considerazione dell’aumento delle importazioni delle rotture di riso, che sicuramente verranno utilizzate per produrre mangimi per animali domestici, in luogo del prodotto europeo.In questo contesto, sembra illogico che la Commissione apra gli occhi sulle importazioni di rotture di riso e sui problemi delle industrie mangimiste (dove l’effetto sostitutivo si è verificato atteso il fatto che le importazioni di rotture di riso dai PMA hanno sostituito quasi completamente le importazioni da altre origini) e non si preoccupi delle importazioni di riso lavorato (dove effetto sostitutivo non c’è stato), lasciando una filiera esposta al rischio di gravi danni”. (16.09.14)

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