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BRACCIO DI FERRO SUL DECRETO (ESCLUSIVO)

da | 7 Mag 2017 | NEWS

Dov’è finito il decreto sull’etichettatura obbligatoria del riso italiano? (SCARICA IL DOCUMENTO DIFFUSO IN ESCLUSIVA DA RISOITALIANO) Dopo la presentazione in pompa magna del 13 aprile, nel corso del tavolo di concertazione tenutosi al Ministero, tutto tace. La ragione è in parte tecnica e soprattutto politica. Tecnica perché il decreto interministeriale abbisogna di un via libera europeo e si sta lavorando per ottenerlo. Politica perché il testo uscito da un’intesa di massima tra Martina (Mipaaf) e Calenda (Mise) non è piaciuto affatto all’industria – che aveva chiesto un’etichettatura facoltativa – e si stanno cercando delle soluzioni che risultino accettabili per tutti. Noi siamo in grado di farvi leggere il testo del provvedimento su cui si sta lavorando, nell’attesa che – al termine di questa mediazione – siano eventualmente recepite delle modifiche e divenga ufficiale. 

Diciamo innanzi tutto che si tratta di uno schema di Decreto interministeriale – cioè ancora una bozza, per le ragioni che spieghiamo -, che ci arriva da una fonte molto accreditata e che richiama l’indicazione dell’origine in etichetta del riso, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, sul modello, come è stato detto più volte, del provvedimento che avrebbe “salvato” la filiera del latte. In realtà quella sperimentazione non è prevista dalle norme dell’Unione e questa potrebbe essere una prima pietra d’inciampo sulla strada di Bruxelles; ma andiamo oltre.

La discussione tra Mipaaf e Mise è ancora aperta sulla tipologia delle confezioni che saranno assoggettate all’obbligo di apporre un’etichetta che certifichi l’origine della materia prima ma soprattutto sulle modalità di indicare l’origine del prodotto. I principali punti critici sono il contenuto “100% nazionale” della scatola e la dichiarazione dell’origine di produzione e di trasformazione nello stesso campo visivo. Non sono questioni di lana caprina. L’articolo 3 consente di dichiarare l’origine italiana del riso venduto al pubblico qualora il 50% della materia prima sia nazionale, indicando che il resto proviene da Ue o non Ue.

L’articolo 4 invece dice: «Le indicazioni sull’origine di cui agli articoli 2, e 3 sono apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili»:  la normativa europea in materia di etichettatura non lo prevede – circostanza che potrebbe essere invocata dall’industria – ma disgiungere le due informazioni potrebbe indebolire l’efficacia del provvedimento.

(Il giorno 9 maggio il Mipaaf ha annunciato l’avvio della procedura formale di notifica del decreto ma non ha diffuso il testo).

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