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MERCATO FERMO SU TUTTO

da | 4 Mar 2022 | NEWS

prezzi riso

Seduta tranquilla in questo fine settimana a Mortara. Il listino mostra movimenti, tutti positivi, per tre gruppi varietali. Sorprende la quotazione di Vialone Nano, che cresce di 40 €/t arrivando a min 900 €/t max 1000 €/t. Continua l’ottimo momento dei lunghi A, in questa seduta si valorizza Augusto (+30 €/t, min 575 €/t max 600 €/t) e, nel mercato interno, i similari del Carnaroli (+10 €/t, min 645 €/t max 685 €/t), che si avvicinano al prezzo della varietà classica per una quasi totale mancanza della stessa.

DOMANDA IN CALO

La domanda sta avvicinando sempre più il suo atteggiamento all’offerta, richiedendo meno risone anche in gruppi merceologici dove si era dimostrata molto insistente nel recente passato. Anche sui tondi, infatti, si riscontra un calo nella ricerca delle riserie, in particolar Centauro non viene quasi più acquistato. Nel mercato interno rimangono vivaci le situazione dei gruppi Arborio e Carnaroli. Il primo sembra destinato ad una prossima crescita della quotazione, i produttori chiedono i 60 €/q lordi riconosciuti ormai stabilmente per i tipo Ribe. Si tornano ad intravedere compratori per i lunghi B, in seguito al calo nella quotazione di settimana scorsa.

LA PAROLA AI MEDIATORI: MILANO

«Mercato fermo su tutto – afferma Giovanni Migliavacca, mediatore milanese -. Il prezzo del Vialone Nano ha raggiunto questo livello perché le poche partite presenti sono molto contese tra le riserie che lavorano tale varietà, le quali stanno faticando molto a reperire merce in questa campagna. La crescita di Augusto è legata ai recenti movimenti dei lunghi A da parboiled. In generale il mercato credo che manterrà questa condizione di stallo almeno fino a Pasqua, non essendo intaccato dalle dinamiche che stanno colpendo i mercati degli altri cereali (facendo schizzare i prezzi alle stelle). Anche le parti in causa sembrano prese in altre faccende. I risicoltori preparano i terreni e le riserie si adoperano nello stoccaggio. Sarà un mese di riflessione prima di prendere le decisioni finali di questa campagna di vendita.»

LA PAROLA AI MEDIATORI: LOMELLINA

Paolo Ghisoni, mediatore lomellino, analizza la seduta dicendo: «Mercato tranquillo, con dei primi segnali di decrescita. Alcune varietà tonde, come Omega CL e Terra CL, difficilmente si vendono al prezzo riconosciuto poche settimane fa. Mercato interno un po’ più riflessivo, pressoché invariato. Riguardo agli “Indica” continua ad arrivare merce dall’estero, non essendo il mercato del riso intaccato dall’attuale situazione geopolitica. Prevedo che prossimamente vi saranno ulteriori ribassi. La crescita del Vialone Nano rappresenta un valore indicativo, in quanto il mercato di questa varietà è basato su una vendita privata. Il suo valore alla vendita è probabilmente superiore di quello segnalato a listino. Risulta davvero difficile trovare una partita di prodotto, essendo una produzione di nicchia, lavorata da poche riserie e che ha vissuto difficoltà nella coltivazione la scorsa campagna.»

FOCUS SULLA QUOTAZIONE DEL BIOLOGICO

A cogliere la nostra attenzione nel bollettino di Mortara sono stati i prezzi del riso biologico, declinati su tre gruppi merceologici definiti “Ribe” (min 880 €/t, max 910 €/t), “Lungo B” (min 890,00 €/t, max 910 €/t) e “Tondo” (min 890,00 €/t, max 910 €/t).  Le tre voci sono da tempo bloccate nel loro valore, per questo la loro differenza rispetto ai prezzi del riso convenzionale si è assottigliata sempre più, fino quasi ad annullarsi nel caso del Selenio. Va considerato che i due mercati hanno vite proprie. In alcune annate il prezzo del riso bio era molto più alto del convenzionale ed in altre, come quella odierna, la differenza era minima. È anche vero che un prezzo come quello odierno, maggiore del convenzionale del 20%, non può coprire il calo produttivo del 30-40% che divide produzione biologica e non.

L’ACQUISTO PRE-CONTRATTUALIZZATO PER IL BIO

Abbiamo deciso di capire meglio le dinamiche relative a questa impostazione produttiva, parlando con Cristiana Sartori, risicoltrice biologica in Lomellina, che ha spiegato: «La maggior parte del vero riso biologico è venduta o direttamente dai produttori o dalla grande distribuzione. Si tratta di acquisti pre-contrattualizzati prima dell’inizio della campagna di vendita del risone, spesso direttamente alla semina in campo del prodotto. Per questo i prezzi fissati ad inizio campagna difficilmente crescono molto nel corso della stessa, come sta avvenendo quest’anno. La vera produzione biologica nasconde moltissime insidie e variabili. A causa di ciò chiunque la pratichi in modo onesto predilige la sottoscrizione di questo tipo di contratti per eliminare almeno una variabile di bilancio. Certo, in annate come questa può risultare svantaggioso. Tanto è che alcune piccole realtà, che non riescono a vendere tutto il risone al dettaglio e avanzano del riso, preferiscono tenere il prodotto a magazzino piuttosto che venderlo sul mercato all’ingrosso. In questi casi si creano prodotti invecchiati o lavorati.» Autore Ezio Bosso.

 

 

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