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VALENCIA PERDE IL 10% DEL RACCOLTO

da | 23 Set 2021 | NEWS

La raccolta è già iniziata nelle risaie valenciane, inizialmente nelle paludi di Pego-Oliva e poi nell’Albufera. L’Associazione Valenciana degli Agricoltori (Ava-Asaja) stima che la produzione di riso in quest’area diminuirà del 10% arrivando a circa 110.000 tonnellate, a causa della moltiplicazione senza precedenti delle infestanti. Altre cause del declino del raccolto sono gli attacchi della fauna selvatica (i fenicotteri si aggiungono alle specie di uccelli che stavano già causando danni) e le malattie endemiche come il brusone; la varietà Bomba ne è la più colpita.

Il sindacato agricolo imputa la presenza record di infestanti, specialmente il “serreig” (Echinochloa), alla soppressione di principi attivi e all’impossibilità di utilizzare erbicidi alternativi autorizzati a causa delle condizioni particolari dei due parchi naturali valenciani, dove i campi sono inondati per decantazione, a differenza di altre zone di coltivazione.

Secondo il responsabile del settore riso di Ava-Asaja, José Pascual Fortea, molti risicoltori hanno potuto solo cercare di minimizzare l’impatto delle infestanti assumendo delle mondine. Questa pratica, oltre a far salire i costi di produzione a livelli insostenibili in termini di redditività, purtroppo non impedisce che i semi lasciati sul terreno si disperdano nei campi circostanti quando arrivano le inondazioni invernali. L’anno prossimo quindi le infestanti prolifereranno in maniera ancora maggiore.

Fortea si rammarica che le amministrazioni, che hanno causato il problema, lasciando gli agricoltori senza soluzioni per fronteggiare questo problema, non hanno nemmeno ascoltato le loro richieste di poter effettuare la pratica agricola definita del “fanguear”, ovvero l’interramento delle piante, in modo da fermare la dispersione dei semi per il prossimo anno.

L’organizzazione agraria chiede anche alla classe politica di studiare e mettere a disposizione del settore un numero sufficiente di strumenti per controllare le infestanti in modo sicuro, economico e rispettoso dell’ambiente; così come di rivedere gli accordi commerciali firmati con i paesi terzi per esigere reciprocità nelle condizioni di produzione. Ritirare i prodotti fitosanitari ai risicoltori nell’Unione Europea e, allo stesso tempo, incoraggiare l’entrata massiccia di riso straniero che continua a utilizzare queste sostanze vietate nell’Ue significa concorrenza sleale che rovina il produttore, frode sanitaria per il consumatore e danni all’ambiente..

Una (possibile) riduzione del raccolto di riso

Ava-Asaja prevede anche una significativa riduzione del raccolto di riso a livello nazionale a causa della siccità in Andalusia ed Estremadura e delle forti piogge nel Delta dell’Ebro (Catalogna). A causa di questo, l’associazione si aspetta che i prezzi alla fonte sperimentino una tendenza al rialzo in linea con la minore offerta regionale e nazionale.

Secondo Fortea, i risicoltori valenciani subiranno una caduta molto dura della redditività, sia per l’aumento dei costi di produzione, che in alcuni casi raddoppieranno o triplicheranno il costo del lavoro, sia per il calo della produzione. Nei prossimi anni, inoltre, la riforma della Pac applicherà una scure agli aiuti al riso, aiuti che sono assolutamente necessari per equilibrare i conti perché la coltura non sarebbe redditizia con i soli prezzi di mercato. In questo senso, o i prezzi salgono ai livelli necessari per sopravvivere o tra qualche anno vedremo molte risaie abbandonate.

Con il raccolto già in corso, Ava-Asaja esorta il Ministero regionale dell’Agricoltura a comunicare al più presto il sistema di gestione della paglia di riso che sarà attuato in questa stagione, poiché il settore non è ancora a conoscenza dei dettagli e delle possibili novità che potrebbero verificarsi per conciliare gli interessi dei risicoltori con la conservazione del Parco Naturale dell’Albufera.

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