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SI POSSONO VENDERE ROTTURE PER L’AFRICA

da | 8 Apr 2018 | Norme e tributi

Africa
«Buongiorno sono il segretario della Fhm Italia Onlus e non riesco a compare rotture di riso…» La lettera giunta in redazione può sembrare strana ad un operatore eppure Sergio Beltrami assicura di incontrare numerose difficoltà nell’acquisto di questo sottoprodotto della lavorazione del risone. L’onlus che gestisce opera in Sierra Leone e acquista riso “spezzettato” al 35, 50 e persino al 100 % a Freetown, come lui stesso ci racconta, ma non può essere usato in Italia perché qui viene considerato inidoneo all’alimentazione umana. «Le riserie da me contattate non vogliono problemi e non lo vendono, ma laggiù arriva riso rotto, sporco e tanto altro e noi da qui non possiamo mandarlo giù, per quanto sarebbe sicuramente migliore» osserva. Abbiamo chiesto lumi all’Associazione delle Industrie Risiere Italiane, che attraverso il direttore Roberto Carrière ci fornisce questa risposta, interessante per Beltrami ma anche per tanti altri che avessero lo stesso problema: «Le rotture di riso possono essere consumate dall’uomo anche in Italia, basta venderle come rotture di riso (l’unica differenza è che se sono destinate agli animali scontano aliquota IVA del 4% altrimenti 10%). Noto che la maggior parte della farina di riso utilizzata nell’industria alimentare viene ricavata dalle rotture e non dal riso lavorato: le caratteristiche organolettiche sono infatti le stesse e il mercato apprezza di più il riso non rotto solo in funzione del tipo di consumo. In molti Paesi del mondo le rotture possono essere preferite al riso perché consentono di meglio preparare alcune pietanze. Un problema potrebbe invece essere il prezzo, considerato che sicuramente altre fonti di approvvigionamento sono più convenienti del mercato comunitario, tenuto anche presente che per il riso comunitario le spese di trasporto inciderebbero in misura consistente. Infine, dal punto di vista della salubrità dell’alimento, non c’è differenza tra riso intero o rotto, ma è comunque opportuno stabilire un capitolato contrattuale con le specifiche qualitative, che includa i difetti, le materie estranee, contaminanti, ecc.

Per quanto precede presumo che il problema non sia di fornire rotture di riso ad uso alimentare ma i problemi possano essere altri, più di natura commerciale».

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