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SE NE VA TOSONI

da | 23 Apr 2021 | Norme e tributi

Tosoni

Nella giornata del 22 aprile si è spento a Mantova, in seguito alle conseguenze del contagio da Covid, il fiscalista e pubblicista Gian Paolo Tosoni. Con la sua prematura scomparsa l’agricoltura italiana perde una importante figura di riferimento. Tosoni è stato appunto la guida ed il riferimento per tutte le complesse e non sempre lineari tematiche amministrative e fiscali riguardanti specificamente il settore agricolo ed agroindustriale. La sua profonda e dettagliata conoscenza della materia e la sua straordinaria capacità di rendere comprensibili a tutti anche le situazioni più astruse (in cui l’amministrazione fiscale e finanziaria italiana detiene autentici primati universali di creatività), ne avevano nel tempo costruito una immagine quasi “mitica” per la gente delle campagne. Al punto che, quando si aveva un dubbio su una questione burocratico-fiscale, veniva quasi automatico per chi lo conosceva ed apprezzava (è accaduto recentemente anche a chi scrive nell’affrontare un quesito posto da una carissima amica risicoltrice) dire “questo lo chiediamo a Tosoni”. D’altro canto l’autorevolezza delle sue argomentazioni ed il profondo rigore metodologico su cui esse si basavano ne avevano consolidato il ruolo di consulente sia per le imprese agricole che per lo stesso legislatore e la medesima amministrazione fiscale e finanziaria, che spesso ricorrevano alla sua competenza per risolvere questioni spinose o per trovare soluzioni a problemi all’apparenza inestricabili.

I suoi scritti, sia sulla stampa specializzata che sui numerosi testi tecnici pubblicati nel corso degli anni, costituivano e costituiscono una sorta di “strada maestra” per chi voglia affrontare le tematiche fiscali legate al settore agricolo con correttezza e sistematicità. In particolare il lavoro di Tosoni appariva ispirato da criteri di equità: mai lo si è sentito suggerire “scorciatoie” o “trucchi” per sottrarsi al dovere del contribuente, tante volte se ne è potuta apprezzare la chiarezza nell’indicare storture e vessazioni di un sistema fiscale spesso inefficiente e talora rapace ed insensibile verso i diritti del cittadino, e nel consigliare le più opportune misure correttive.

La scomparsa di Tosoni, una perdita sul piano umano e tecnico

La scomparsa di Gian Paolo Tosoni rappresenta una grave perdita sul piano umano, oltre che su quello tecnico. L’arguzia con cui condiva i suoi articoli, la competenza con cui affrontava le numerose casistiche offerte dall’Italia delle “cento agricolture”, la brillantezza con cui esponeva le sue relazioni, talora irridendo il legislatore confusionario, oppure il funzionario impreparato o il Comune rapace, l’avevano reso popolare ed apprezzato da tutti in quel mondo agricolo da cui lui stesso proveniva, essendo figlio di coltivatori ed avendo iniziato la sua luminosa carriera da funzionario dell’Unione Agricoltori di Mantova.

Particolarmente forte era il suo rapporto con la Società Agraria di Lombardia. L’annuale conferenza di Gian Paolo Tosoni (nella foto, Tosoni a destra, con Flavio Barozzi) rappresentava quasi un rito, che richiamava un pubblico folto, attento ed interessato. Tosoni sapeva tener viva l’attenzione non lesinando battute e commenti scherzosi, che contribuivano ad alleggerire l’esposizione di una materia per molti versi ostica, e sempre cercando una “interattività” con i numerosi amici che aveva in Società Agraria. Questo rito si è interrotto lo scorso anno quando, con la pandemia ancora in fase iniziale decidemmo, a scopo prudenziale e di comune accordo, di non tenere la conferenza prevista ai primi di marzo del 2020. Risulta ancora più ingiusto, assurdo e persino beffardo pensare che un anno dopo, il 5 marzo di quest’anno, la tradizione dell’annuale conferenza di Tosoni presso la Società Agraria di Lombardia sia potuta riprendere,  con la realizzazione di un seminario in modalità “streaming” attraverso una piattaforma telematica che ha fatto registrare un vero e proprio record di partecipazione da ogni parte d’Italia. Gian Paolo Tosoni (con cui, in quasi un quarto di secolo di conoscenza, iniziata ai tempi in cui chi scrive presiedeva l’ANGA di Pavia, si era instaurato un rapporto di cordiale amicizia) si era nella circostanza un poco lamentato del fatto di non poter interagire più compiutamente con i numerosi amici che da anni annoverava in Società Agraria. Insieme ci si era riproposto di trovarci appena possibile, magari dietro ad un piatto di “panissa” o ad un risotto con la zucca che lui, da buon mantovano, ovviamente amava. Un risotto per l’eternità …Autore: Flavio Barozzi, Società Agraria di Lombardia

 

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