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LA PULA E’ GRASSO CHE COLA

da | 23 Gen 2016 | NEWS, Non solo riso

pula di risoDalla pula si possono ottenere oli e grassi naturali importantissimi, che possono essere utilizzati in molti modi: è il senso dello studio presentato da un pool di docenti e ricercatori delle Università di Milano e Pavia al recente meeting di RiceRes (il progetto di valorizzazione degli scarti di produzione promosso da fondazione Cariplo). Ecco la loro sintesi: “Le biotrasformazioni sfruttano la capacità dei microrganismi (o parti di essi: gli enzimi) di effettuare reazioni chimiche mirate in molecole definite. Utilizzati da millenni nella produzione alimentare (basti pensare al pane, alla birra, al vino e ai formaggi), solo di recente microrganismi ed enzimi hanno trovato applicazione come biocatalizzatori anche nell’industria tessile, farmaceutica, della detergenza e della chimica fine, come alternativa alla catalisi chimica. Grazie alla selettività che caratterizza i biocatalizzatori e alla loro capacità di lavorare in condizioni blande (temperatura, pressione, pH), la biocatalisi è un modo efficiente di fare chimica, caratterizzato da meno scarti e perdite, da processi più rapidi e da un uso contenuto di solventi organici, in accordo con i principi della “chimica verde e sostenibile”.

logo-cariploLa produzione di acidi grassi mediante idrolisi di oli e grassi naturali è un aspetto molto importante nello sfruttamento economico di queste materie prime rinnovabili. Sono molti infatti i prodotti che si ottengono a partire da acidi grassi (es. rivestimenti, adesivi, prodotti per la cura personale, etc).

In questo progetto è stata studiata l’idrolisi enzimatica dell’olio estratto dalla pula di riso allo scopo di ottenere esclusivamente gli acidi grassi da utilizzare come precursori per la sintesi di bioprodotti innovativi quali bioadesivi e derivati di fitosteroli di potenziale impiego nutraceutico. Come biocatalizzatori sono state utilizzate le lipasi che, in Natura, catalizzano l’idrolisi dei trigliceridi ad acidi grassi, di- e monogliceridi. Per le condizioni blande che caratterizzano i processi biocatalizzati, questo approccio garantisce l’integrità dei componenti dell’olio e, grazie alla specificità degli enzimi, non si ha la formazione di sottoprodotti”. Autori: T. Bavaro, G. Cattaneo, M. Rabuffetti, G. Speranza, D. Ubiali

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