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LA NUOVA FLORA D’ITALIA

da | 20 Set 2017 | Non solo riso

Diserbi efficaci

Dopo 35 anni dalla prima, vede la luce la seconda edizione di Flora d’Italia che si compone oggi di quattro volumi cartacei di Sandro Pignatti e di una nuovissima Flora digitale realizzata da Riccardo Guarino e Marco La Rosa, con più di 90.000 immagini a colori organizzate in un sistema di riconoscimento a criterio multiplo, comprendente 88.000 foto di flora italiana e tavole esplicative, che sarà allegata al quarto volume dell’opera. Flora d’Italia descrive le specie di piante vascolari che sono state finora individuate entro i confini politici della Repubblica Italiana. In questo primo volume, presto seguito dagli altri, oltre all’introduzione all’opera completa, vengono prese in esame le Pteridofite, le Gimnosperme e la prima parte delle Angiosperme, comprendente Angiosperme Basali, Magnoliide, Monocotiledoni, Dicotiledoni suddivise in Eudicotiledoni Basali e Centrali. L’ordinamento sistematico si spinge, attraverso Superfamiglie, Famiglie, Generi, Specie, Sottospecie, sino alle varietà e alle forme di una stessa specie, ciascuna descritta nei minimi particolari. Ogni specie è inoltre illustrata da un disegno che ne evidenzia i particolari diagnostici.

Il nuovo testo presenta numerose novità, che derivano essenzialmente da una progressiva revisione del concetto di specie, che va affermandosi per i vegetali superiori (ma anche in altri settori del campo vegetale e animale) in questi ultimi anni. Nella Flora del 1982, la pianta è considerata come l’oggetto da descrivere: si potrà discutere se focalizzare la descrizione sulle foglie oppure sul ore, sulla scala dei colori da usare, oppure se dare le misure secondo il sistema metrico decimale oppure in pollici. In linea di principio tuttavia, nella grande maggioranza delle Flore correnti (e quindi anche nella Flora d’Italia del 1982) ogni specie è descritta more geometrico, in un singolo capoverso, generalmente variante tra 5 e 10 righe di testo.I rapidissimi progressi della biologia molecolare e dell’ecologia ci pongono invece di fronte a una realtà ben diversa. Il concetto classico di specie come insieme di individui interfertili e con barriere genetiche che impediscono di incrociarsi con altre specie, in molti gruppi vegetali è superato: si hanno casi frequenti di stirpi ibridogene stabili (ad es. Quercus crenata), oppure al contrario, di specie che hanno perduto la necessità di riproduzione incrociata, formando sciami di agamospecie quasi indistinguibili l’una dall’altra, come avviene in Alchemilla e Hieracium. Esse, quindi, vanno caratterizzate anche attraverso informazioni nel campo dell’ecologia e dei rapporti logenetici.

Si arriva così alla necessità di trovare un modo nuovo di rappresentare la pianta come vivente complesso inserito in un ambiente anch’esso complesso.In coerenza con questa impostazione, molte innovazioni sono risultate necessarie, così da dovere immaginare una nuova struttura redazionale e il passaggio a 4 volumi. La Flora vera e propria, cioè la descrizione delle singole specie è rimasta nei volumi 1-3, mentre il vol. 4, oltre a contenere le chiavi dicotomiche e gli indici, tratta di argomenti che nella prima edizione non erano stati affrontati, quali, il diverso possibile livello d’interpretazione di una specie “critica” e ulteriori approfondimenti che rappresentano una novità negli argomenti classicamente trattati dalle Flore, talora appena abbozzati, ma che si ritengono utili, per chiarire il signi cato di questa opera, non solo nella letteratura botanica, ma anche per un più ampio discorso culturale. Inoltre, alla Flora stampata si affianca un esteso sistema analitico e descrittivo (Flora d’Italia Digitale), che costituisce la principale novità di quest’opera: il numero delle specie trattate aumenta da 5823 a 7620; il testo riservato a ciascuna specie è ripartito fra 3 sezioni, come meglio speci cato di seguito; per la determinazione delle specie, oltre alla chiave analitica (spostata nel vol. 4) e alle chiavi in- terattive contenute nella Flora Digitale, si offrono altre due procedure del tutto inedite: sottolineatura dei caratteri differenziali e schemi analitici all’inizio dei generi più numerosi; la sequenza delle famiglie nel testo è differente da quella usata nella prima edizione, per renderla omogenea agli standard più recenti (APG III), cfr. Angiosperm Phylogeny Website – Missouri Botanical Garden, St. Louis, USA.

La differenza essenziale rispetto ai volumi della prima edizione riguarda la struttura dei testi che descrivono ciascuna specie. Infatti, da questo dipendono non solo l’aspetto della pagina, ma anche il contenuto dei testi stessi.Nella Flora del 1982, per ogni singola specie si ha un paragrafo unico, che riunisce tutte le informazioni: denominazione scientifica in latino, nome italiano, codice numerico, e poi via con la descrizione, seguita da uno schizzo con l’indicazione (mediante puntinatura) nelle regioni italiane (attualmente spostato nella Flora Digitale) e da una notizia sintetica sulla distribuzione.Nella seconda edizione, si ha invece una tripartizione ideale dei testi in 3 sezioni che fanno riferimento ad argomenti differenti: descrizione morfologica, ecologia, evoluzione. Il volume è venduto a € 110,00 da Edagricole di New Business Media srl (ISBN: 978-88-506-5242-6 Pagine 1120 – formato 19,5 x 26 cm  www.edagricole.it)

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