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IN CRISI ANCHE L’USATO

da | 6 Dic 2018 | Non solo riso

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Pressing sulle normative stringenti per le aziende, costi che pesano sui bilanci, prezzi della materia prima che non soddisfano la produzione: un adeguamento che fa decrescere l’acquisto  di macchine agricole nuove ed incoraggia l’usato. Questo è un quadro che si ripete in tutta Europa (e pesa) anche in Italia. Il campanello d’allarme è stato suonato dall’associazione dei costruttori di FederUnacoma: il mercato italiano delle macchine agricole registra nei primi dieci mesi dell’anno un passivo per quanto riguarda le trattrici, le trattrici con pianale di carico e i rimorchi. I dati – elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni fornite dal Ministero dei Trasporti -, indicano un calo per le trattrici del 6% rispetto ai dieci mesi del 2017 (15.920 le unità immatricolate), un calo per le trattrici con pianale di carico del 18% (552 unità), e una permanenza sugli stessi volumi del 2017 per i rimorchi (+0,3% a fronte di 8.205 unità immatricolate). Anche i sollevatori telescopici ad uso agricolo mostrano un andamento stabile, con 628 unità immatricolate.

Mietitrebbie in ritirata

Un andamento decrescente si registra anche per le mietitrebbiatrici, che segnano una lieve flessione (-1,5%). Tendenze confermate in risaia: «317 sono le unità immatricolate a nuovo su un totale di circa 700 macchine attualmente in uso a livello nazionale» precisa Andrea Cavaliere, Giupponi F.lli &Co Srl della provincia di Vercelli, secondo cui «le aziende medio/piccole si affidano quasi tutte ai contoterzisti, i quali necessitano del nuovo o di mezzi che non superano i 5 anni massimo; fino a ieri l’agricoltore cercava una macchina a struttura convenzionale, oggi la richiesta è volta alla necessità di una struttura assiale, adattabile anche ad altre tipologie di raccolto; a dominare il nostro mercato dell’usato rimane il marchio New Holland, che continua ad offrire la miglior soluzione qualità prezzo soprattutto in ambito risicolo, tuttavia ampia richiesta viene riscontrata anche su brand più costosi come il marchio Class».

Pesa ancora la Mother regulation

L’andamento del mercato 2018 si conferma dunque anomalo. E’ condizionato a monte dalla crescita forzata delle immatricolazioni avutasi nel 2017 (dovuta come noto alla necessità da parte delle industrie costruttrici di anticipare vendite e registrazioni prima dell’entrata in vigore della Mother Regulation), che ha prodotto come contraccolpo una flessione che perdura nel bilancio dei dieci mesi e che, in previsione di una stabilizzazione del mercato negli ultimi due mesi dell’anno, dovrebbe portare ad un consuntivo intorno alle 19 mila trattrici; un risultato sostanzialmente in linea con i livelli medi degli ultimi anni.

Il mercato dell’usato

Tuttavia, il mercato delle macchine agricole non riguarda solo i prodotti nuovi di fabbrica, ma comprende una quota molto consistente di macchine usate. I dati della specifica indagine svolta dall’Ufficio Studi e Statistiche di FederUnacoma indicano come nel solo periodo 2014-17 le trattrici usate siano passate da 24.766 unità a 35.200, con un incremento del 42%. Nel settore risicolo, come sottolineano Carlo Tronconi, di Piemmenti Srl, e Matteo Mascarello, Agrinovac Srl, entrambi operanti sulla Provincia di Pavia «ci sono marchi richiesti in modo assiduo e che mantengono alto il loro valore anche nell’usato. Per quanto riguarda le trattrici a trainare il mercato sono principalmente John Deere, New Holland e Fendt, con brevi tempi d’acquisto; le cilindrate che vanno per la maggiore rimangono i 150-170 CV impiegate soprattutto nella lavorazione e preparazione del terreno. Per quanto riguarda le attrrezzature: Lemken, Kuhn e Maschio Gaspardo sono i brand più ricercati per le seminatrici, spandiconcimi e aratri».

Quando conviene la certificazione

Il concessionario è garante della certificazione dell’usato, aggiungono a questo proposito i due rivenditori: «sul versante sicurezza si cercano innanzitutto soluzioni che ci permettano di poter mettere a norma le macchine senza troppe implicazioni sui costi. I mezzi destinati ai privati vengono messi in sicurezza seguendo tutte le norme e le procedure di revisione del mezzo, a partire da paratie, prese di avviamento sino a parti più complesse come l’albero cardanico e l’arco di protezione omologato. Le macchine che invece hanno circa 20/30 anni d’usura, sulle quali non conviene investirci a livello di costo, vengono mandate all’estero e se ne commercializzano i singoli pezzi di struttura».

Aumenta la permuta

Anni fa si comprava il nuovo e ci si teneva l’usato per qualche mese come macchina d’appoggio, per poi rivenderla in proprio. Oggi, complice anche la carenza di liquidità, è di gran lunga preferita la permuta diretta, specialmente nel caso in cui il trattore nuovo venga acquisito con la formula del leasing. In questo caso, specifica Marco Marcarini, di Agrimacchine Srl della provincia di Novara, «l’usato va a coprire l’anticipo – o maxi rata – per evitare un esborso immediato e mantenere una certa liquidità, provvidenziale in fase di inizio campagna di lavorazione. Il ricorso al leasing ha avuto un crescente successo, in questi ultimi anni, rispetto al tradizionale finanziamento bancario, per diversi motivi: da un lato, per la maggiore disponibilità ad accettare diversi strumenti finanziari, dall’altro per la decisa pressione attuata dalle case costruttrici. L’usato è sempre un’opportunità sia per chi lo vende che per chi lo compra, se tenuto in buone condizioni e con un adeguato numero di ore». Autore: Martina Fasani

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