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IL CORONAVIRUS NON FERMA IL RISO DI MYANMAR

da | 30 Mar 2020 | NEWS

import tollerance

I dati forniti dalla Commissione europea evidenziano che la clausola di salvaguardia continua ad espletare i suoi benefici effetti per il riso lavorato Indica. Le importazioni nell’Unione europea di riso lavorato dai paesi EBA dall’inizio della campagna di commercializzazione alla data del 23 marzo 2020 si sono attestate a 158.704 tonnellate rispetto alle 228.739 di pari periodo della campagna scorsa. Dalla Cambogia, per la campagna attuale, le importazioni di riso Indica sono calate di 39.820 tonnellate (-33%) rispetto alla scorsa campagna.  Da notare in particolare è il fatto che l’abbassamento del dazio da 175 a 150 euro alla tonnellata, avvenuto il 18 gennaio 2020 come previsto dal regolamento di applicazione della clausola di salvaguardia, ha comportato una leggera accelerazione dell’import nei mesi di febbraio e marzo arrivando ai livelli sopra enunciati. Le importazioni di riso lavorato Indica proveniente dal Myanmar si sono quasi azzerate, con una riduzione di ben 80.672 tonnellate (-99%) attestandosi al livello minimo di 502 tonnellate rispetto alle 81.174 tonnellate della campagna precedente.  

Resta invece aperta, nonostante la riduzione delle importazioni provocata dall’emergenza coronavirus, la questione delle importazioni di riso lavorato Japonica dai paesi EBA, soprattutto dal Myanmar. Per questa tipologia di prodotto (simile ai nostri lunghi A da esportazione e utilizzato per i contorni, essendo molto simile a un lungo B), al quale non si applica la clausola di salvaguardia, si registra infatti per la campagna corrente un aumento dei flussi in entrata nell’Ue.  

Le importazioni di riso Japonica dalla Cambogia hanno riguardato finora poco più di 10.000 tonnellate (circa 2.000 tonnellate in più rispetto allo stesso periodo della campagna scorsa), mentre quelle relative al riso Japonica dal Myanmar hanno interessato circa 66.500 tonnellate (+ 48.500 tonnellate circa rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna).

Se il ritmo registrato nel mese di marzo dovesse mantenersi costante fino al termine della campagna si potrebbe arrivare ad un livello di importazione totale di riso lavorato Japonica pari a circa 131.000 tonnellate, superando di 46.000 tonnellate (+53%) il livello record della scorsa campagna.

Nonostante questi numeri sconcertanti la Commissione europea non assume decisioni in merito e pur avendo a disposizione strumenti utili a ridurre i flussi di importazione da queste provenienze si nasconde dietro rigidi tecnicismi che creano grandi preoccupazione e insoddisfazione tra gli attori della filiera.  

Mentre si attende che la Commissione risolva con immediatezza il problema delle importazioni da Cambogia e Myanmar, gli uffici della Commissione si stanno interrogando come modificare il Regolamento (EU) n. 978/2012 che disciplina il Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG) che scadrà il 31 dicembre 2023. Questa consultazione viene avviata per consentire alla Commissione di decidere sul futuro del regime con un’eventuale revisione del quadro giuridico che disciplina il sistema delle preferenze generalizzate  dell’Ue.

Si ricorda che il sistema tariffario preferenziale consente ai paesi in via di sviluppo e ai paesi EBA di pagare meno o nessun dazio sulle esportazioni verso l’Ue come avviene nel caso del settore risicolo.

L’obiettivo della consultazione pubblica, che scadrà il 3 giugno 2020, è quello di ascoltare le opinioni, le esperienze e le prove di un’ampia varietà di parti interessate che possono fornire preziosi spunti per la riflessione in corso sulla possibile revisione del Regolamento. Se la reale intenzione è quella di sentire l’opinione dei cittadini dell’Unione europea non si comprende come mai, per l’ennesima volta, la consultazione non sia effettuata anche in italiano, escludendo di fatto molti dei nostri risicoltori dalla consultazione stessa. Considerato che i risultati della consultazione pubblica confluiranno nelle proposte di modifica della regolamentazione comunitaria, il settore risicolo deve far sentire le proprie ragioni per superare le difficoltà che oggi derivano da un sistema di importazione che crea squilibri nel mercato del riso in Europa. Per facilitare gli operatori italiani nei prossimi giorni l’Ente fornirà il supporto tecnico per rispondere a tale consultazione con la collaborazione delle organizzazioni di settore. (Fonte: Ente Risi)

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