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IL 2022 SARÀ UN ANNO DA RECORD

da | 17 Dic 2021 | Internazionale

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A novembre, i prezzi mondiali del riso hanno subito una contrazione generale a causa del graduale arrivo dei nuovi raccolti asiatici. I principali importatori, anch’essi nella stagione del raccolto, tendono a ridurre la loro domanda di importazioni, in attesa di un ulteriore calo dei prezzi quando il grosso del raccolto principale asiatico, previsto intorno alla metà di dicembre, comincia ad arrivare sul mercato. Lo riporta il rapporto mensile Osiriz, edito da Patricio Mendez del Villar, dell’istituto francese Cirad, e disponibile online all’indirizzo www.infoarroz.org. L’India è ancora in testa nel mercato delle esportazioni grazie alle forniture ancora abbondanti e alle eccellenti prospettive del raccolto del Kharif, e va verso un nuovo record di vendite nel 2021 superando i 20 milioni di tonnellate, equivalente al 40% del commercio mondiale di riso, tre volte di più dei suoi due principali concorrenti asiatici. Vietnam e Thailandia si contendono il secondo posto nel mondo, ma è in vantaggio il Vietnam, nonostante la forte ripresa delle esportazioni thailandesi dallo scorso agosto. Le prospettive globali indicano una forte ripresa del consumo a causa dei raccolti record previsti nelle principali regioni di coltivazione del riso. Il commercio mondiale dovrebbe aumentare del 7,5% a 49,0 milioni di tonnellate da 45,6 milioni di tonnellate nel 2020. A novembre, l’indice Osiriz/InfoArroz (Ipo) è sceso di 1,2 punti a 202,3 punti (base 100=gennaio 2000) dai 203,5 punti di ottobre. All’inizio di dicembre, l’indice IPO era ancora giù a 198 punti. Questa tendenza al ribasso dovrebbe continuare nelle prossime settimane.

Le stime Fao sulla produzione mondiale del riso

Secondo le ultime stime della Fao, la produzione mondiale nel 2021 dovrebbe aumentare di circa l’1% a 780,7 milioni di tonnellate (518,4 milioni di tonnellate  base lavorata) dai 773 milioni di tonnellate del 2020. La produzione asiatica dovrebbe aumentare grazie al raccolto record previsto in India. Anche in Cina la produzione migliorerà dell’1%, rispetto al solo 0,5% del 2020. In Thailandia, la produzione dovrebbe continuare a migliorare del 3,5%, mentre in Vietnam i raccolti potrebbero aumentare leggermente dello 0,7%. Negli Stati Uniti, dopo il salto del 2020, la produzione è scesa del 10% nel 2021 a causa di una diminuzione delle aree piantate. Nel Mercosur, la produzione continua a crescere, in particolare in Brasile, dove si stima un aumento del 4,5% rispetto al 2020. Nell’Africa subsahariana, la produzione di riso è stata nuovamente interrotta dalle cattive condizioni meteorologiche, in particolare nell’Africa occidentale. In Madagascar, si stima che la produzione sia diminuita del 3,5% nel 2021. Commercio mondiale e scorte globali Nel 2021, il commercio mondiale dovrebbe aumentare fortemente del 7,5% a 49,0 milioni di tonnellate dai 45,6 milioni di tonnellate del 2020. Il fabbisogno di importazioni è aumentato del 10% nell’Asia meridionale, in particolare in Bangladesh. Anche le importazioni cinesi sono aumentate dell’8% nel 2021. Anche nell’Africa subsahariana le importazioni sono in forte aumento, in particolare in Nigeria, Costa d’Avorio e Senegal. L’India vedrebbe le sue esportazioni balzare a un record di 20 milioni di tonnellate, il 37% in più rispetto al suo precedente record nel 2020 e rappresenta il 40% del commercio mondiale, molto più avanti del Vietnam e della Thailandia. Anche se le esportazioni della Thailandia sono in forte aumento dal terzo trimestre dell’anno, rimarrebbero al terzo posto dietro il Vietnam, che mantiene il secondo posto nel mondo grazie a un aumento del 7% delle esportazioni nel 2021. Nel 2022, il commercio mondiale potrebbe ancora una volta aumentare del 5% e raggiungere, per la prima volta, quasi 51,4 milioni di tonnellate, pari al 10% della produzione mondiale. Le scorte mondiali di riso del 2021 dovrebbero aumentare dello 0,7% a 187 milioni di tonnellate dai 185,8 milioni di tonnellate del 2020, e rappresentano il 36% del fabbisogno mondiale di consumo e rimangono in linea con la media degli ultimi cinque anni. Questo aumento è dovuto principalmente al miglioramento delle scorte indiane grazie ai buoni raccolti previsti nel 2021. D’altra parte, le riserve cinesi dovrebbero diminuire di un altro 0,5%, ma sono ancora molto ampie, equivalenti al 70% del consumo annuale. Inoltre, le scorte dei principali paesi esportatori dovrebbero aumentare ancora nel 2020/21 del 5% a 52 milioni di tonnellate, cioè il 28% delle scorte mondiali.

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