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EURORAPPORTO SUL SEME

da | 30 Gen 2014 | NEWS

assosementiIl calo delle superfici certificate è ormai noto. Come pure quello delle risaie italiane. Ma si riflette poco su altre incognite provocate dalla crisi, come l’autoproduzione di semente di riso e i rischi che comporta il ricorso a un seme non certificato. Un problema che approda ora in Europa grazie ad un rapporto approvato dalla Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Si tratta di un rapporto sulla selezione vegetale e sulle opzioni per incrementare la qualità e la capacità produttiva delle colture nell’Ue. “Il progetto presentato dall’europarlamentare svedese Maurit Paulsen intende dare nuovo slancio alla ricerca varietale, sottolineando la necessità di garantire e potenziare un settore attraverso finanziamenti di lungo periodo – ha dichiarato Marco Nardi, direttore di Assosementi. Auspichiamo ora che sul tema venga sviluppata una strategia precisa e coerente anche all’interno della nuova Pac. Il Parlamento europeo ha chiaramente riconosciuto l’importanza di disporre di un efficace sistema di ricerca vegetale. La ricerca varietale è fondamentale per fronteggiare le grandi sfide dell’agricoltura come l’approvvigionamento alimentare del globo e i mutamenti climatici perché permette di produrre varietà innovative e meglio capaci di adattarsi alle nuove esigenze. È poi compito del seme certificato e di qualità, imprescindibile punto di partenza di ogni filiera produttiva, di trasferire tale innovazione all’agricoltore. Condividiamo in pieno le constatazioni della Commissione agricoltura che la ricerca varietale richiede un finanziamento per più anni, difficilmente sostenibile per le piccole e medie imprese caratterizzanti la realtà europea e soprattutto – ha continuato Nardi – che la UE deve farsene carico anche con la sua politica agricola comune. Nel nostro paese, in particolare nei settori dei frumenti, del riso e delle foraggere, i costi della ricerca e la selezione varietale privata si sostengono oramai solo grazie alla vendita delle sementi – ha concluso -. Auspichiamo quindi che l’Italia, che nell’ambito della nuova PAC dovrà decidere entro il 1° agosto 2014 come gestire la quota di aiuti accoppiati a determinate colture, sappia cogliere e confermare l’utilità della ricerca e dell’innovazione, inserendo tra i requisiti l’uso del seme certificato”. Il rapporto ovviamente è generale e riguarda tutte le colture, ma per quelle non ibride come i cereali a paglia (riso compreso) è strategico perché proprio in questi casi la crisi induce gli agricoltori a ricorrere alla granella aziendale. Assosementi preme per un collegamento tra aiuti ed utilizzo del seme certificato allo scopo di aiutare le aziende sementiere, ma, sottolineano i suoi dirigenti, anche i risicoltori, esattamente come in passato quando c’erano gli aiuti accoppiati alla coltura del riso ed al seme certificato. Il progetto di relazione è stato discusso nella seduta della Commissione agricoltura lo scorso 21 gennaio e si scarica da: http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-%2f%2fEP%2f%2fNONSGML%2bCOMPARL%2bPE-506.031%2b01%2bDOC%2bPDF%2bV0%2f%2fIT (30.01.14)

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