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COLDIRETTI: NON TOCCATE QUELL’ETICHETTA

da | 21 Giu 2017 | Uncategorized

La Coldiretti promuove a pieni voti la riforma del mercato interno del riso e difende l’obbligo di etichettatura, messo in dubbio dalla Cia nei giorni scorsi: per Wilma Pirola, presidente della confederazione di Pavia «rappresenta un passo avanti importante che aggiorna finalmente una normativa che risale al 1958 con la salvaguardia e la valorizzazione delle varietà da risotto italiane. In un mercato che sta assistendo ad un crollo dei prezzi sotto i costi di produzione su varietà per il consumo interno come Arborio e Carnaroli per effetto degli squilibri di mercato legati all’importazioni a dazio zero, la possibilità di poter avere una diversificazione di denominazione – sottolinea – va da un lato a vantaggio del  produttore e dall’altro del consumatore, che avrà la possibilità di scegliere il riso che più gradisce con una giusta remunerazione agli agricoltori italiani. L’Italia – continua la Coldiretti – è il primo produttore europeo di riso su un territorio di 237mila ettari coltivato da 4263 aziende, per una produzione di 1,58 miliardi di chili, con un ruolo ambientale insostituibile e opportunità occupazionali, ma la situazione sta precipitando e a rischio c’è il lavoro di oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera. E un ruolo importantissimo è quello di Pavia, prima provincia risicola d’Europa con quasi 85mila ettari coltivati a risaia e 1500 aziende risicole». La produzione nazionale sarebbe più che sufficiente per coprire i consumi interni – sottolinea – ma si preferisce speculare sulle importazioni low cost ad alto rischio che affossano le quotazioni del Made in Italy «perché è possibile spacciare il riso straniero per italiano a causa della mancanza di un adeguato sistema di etichettatura. Secondo la consultazione on line promossa dal Ministero delle Politiche Agricole, ben l’81,5% degli italiani vuole conoscere in etichetta l’origine del riso che acquista ed occorre quindi accelerare la procedura avviata con la formale notifica del decreto dai Ministri delle Politiche agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima per il riso». 

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