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BRUXELLES: PRONTI A BANDIRE ALTRI PESTICIDI (video)

da | 2 Nov 2016 | NEWS

Bruxelles
EURO1Non c’è solo il glifosato nel mirino dell’Ue. «Sappiamo bene che all’uso dei pesticidi a volte non ci sono alternative ed abbiamo ben presente la redditività del settore agricolo». Ma ha aggiunto, in merito al nuovo regolamento sui perturbatori endocrini: «Effettueremo lunghe analisi caso per caso: Se però una sostanza risulterà produrre interferenza con gli ormoni umani, verrà bandita»: Ladislav Miko, vicedirettore della DG salute e sicurezza alimentare ha sintetizzato così la posizione della Commissione sui controlli dell’uso di agrofarmaci, durante la tavola rotonda che a Bruxelles ha coinvolto il 24 ottobre (leggi QUI)  alcuni dei principali rappresentati delle istituzioni europee: accanto a  Miko sono intervenuti Jean-Philippe Azoulay, direttore generale della European Crop Protection Association (Ecpa), che rappresenta l’industria; François Veillerette, francese, presidente di Pan-Europe, una rete di associazioni non governative europee che promuove alternative sostenibili all’uso dei pesticidiOana Neagu, direttore di Copa e Cogeca (la federazione dei sindacati degli agricoltori europei e agricooperative). «Ci sono sempre meno alternative – ha sottolineato Neagu – e non si può pensare di cancellare da un momento all’altro l’uso di sostanze chimiche».
Neagu ha chiesto alle autorità europee anche tempi più rapidi per testare e ammettere all’uso nuove formule. «Anche gli Stati membri – ha ribadito Miko – hanno un ruolo importante in questo processo», sottolineando dunque che le lungaggini non sempre dipendono solo da Bruxelles. Neagu ha ribadito allora che «il nuovo regolamento sui perturbatori endocrini sembra mettere in discussione la fiducia sull’intero sistema alimentare europeo: invece, e i consumatori lo devono sapere, una legislazione che consenta di effettuare controlli è già in vigore. Chiediamo di tenere in considerazione anche i rischi che gli agricoltori corrono utilizzando gli agrofarmaci».
Il rappresentante dell’Ecpa ha evidenziato la posizione contraria dell’industria su questo nuovo approccio all’analisi delle sostanze, mettendo in chiaro che non è stata considerata l’efficacia di ciascun prodotto. «Abbiamo escluso di proposito qualsiasi valutazione di questo tipo – ha replicato il vicedirettore Miko – proprio per tenere in considerazione solo l’impatto con la salute umana. Siamo comunque consapevoli dell’impatto che questa normativa potrò avere sulla competitività del settore agricolo, ma la salute umana resta sempre la nostra priorità». L’esponente del Pan ha affermato a sua volta di non condividere l’impostazione del regolamento ma su altre basi, poiché semplifica troppo le modalità con cui le sostanze possono interagire con le cellule umane, mentre i livelli di azione, a suo giudizio, possono essere molteplici.
Il punto di partenza è l’approvazione, da parte della Commissione europea, il 29 giugno e per un periodo di 18 mesi di estensione della licenza di utilizzo del glifosate – il principio attivo del diserbante più usato nel mondo, il RoundUp – dopo una votazione per parti separate tra gli Stati membri. Il dibattito sul glifosate si è surriscaldato dopo che l’oma, nei mesi scorsi, ha dichiarato che esiste un collegamento tra l’utilizzo della sostanza e l’insorgere di alcune forme di cancro. Tuttavia l’Efsa, l’Autorità europea sull’alimentazione dell’UE e altri organismi che operano a livello globale non sono d’accordo, al punto che la stessa Oms ha dovuto fare marcia indietro, ammettendo che è «improbabile che l’assunzione di glifosato attraverso la dieta sia cancerogena per l’uomo», particolarmente se considerato in base alla quantità. «La grande maggioranza delle prove scientifiche – ha spiegato nel comunicato – indica che la somministrazione di glifosato e di prodotti derivati a dosi fino a 2000 milligrammi per chilo di peso per via orale, la più rilevante per l’esposizione con la dieta, non è associata ad effetti genotossici nella stragrande maggioranza degli studi condotti su mammiferi».
Come si sa, la tabella europea delle sostanze chimiche dell’Agenzia sarà sottoposta a revisione entro la fine del prossimo anno. L’Unione europea deciderà quindi su una nuova licenza. Nel frattempo, l’UE ha avviato colloqui su criteri rivisti per identificare i perturbatori endocrini, sostanze chimiche considerate di interferire con gli ormoni umani. Il piano indica criteri più stringenti in linea con la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, escludendo la possibilità di includere varienti delle sostanze, o l’aggiunta di ulteriori categorie quali “sospetti” interferenti endocriniIl progetto di proposta avrebbe un impatto significativo del settore agricolo dell’UE in termini di produzione interna e importazioni, con una valutazione di impatto che suggerisce 26 sostanze attive – 13 prodotti chimici fungicidi, erbicidi 9 e 4 insetticidi tra cui ingredienti chiave, come il 2,4-D, tebuconazolo, Boscalid e Mancozeb, che potrebbero essere sostituiti. La mossa significherebbe anche l’abbassamento di un certo numero di livelli massimi di residui (MRL) per le importazioni agricole. La decisione ha aperto un ampio dibattito nel corso regolamentazione dei prodotti per la protezione delle colture dell’UE. L’ultima mossa è la riduzione a livello europeo del limite per l’impiego del triciclazolo. Il dibattito è essenziale per il futuro del settore agricolo europeo.
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