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BASTA FANGHI: ALLARME CADMIO E ARSENICO

da | 7 Gen 2022 | NEWS

foto aerea_seminatrice asciutta_Giotto Droni
Tenendo fede alle indicazioni del Farm to fork, non passa giorno che la Commissione Ue non proponga nuove norme che restringono sempre più i limiti massimi di residuo di contaminanti negli alimenti, siano essi fitofarmaci o metalli pesanti.  Dopo la riduzione del limite massimo tollerato di cadmio nel riso, da 0,20 a 0,15 mg/kg, in vigore dal primo di settembre, la Commissione propone ora di ridurre anche il limite massimo di residuo di arsenico inorganico nel riso lavorato non parboiled, abbassandolo anch’esso da 0,20 a 0,15 mg/kg. Inoltre vengono proposti nuovi limiti per alcuni derivati del riso e più precisamente per la farina di riso 0,25 mg/kg, per le bevande a base di riso 0,03 mg/kg, per i prodotti destinati agli infanti che contengono riso 0,10 mg/kg se in polvere e 0,015 mg/kg se liquidi. Con i precedenti limiti c’era già il rischio che alcuni campioni di riso risultassero non conformi. Con questi nuovi limiti il rischio si fa molto più concreto. I prodotti non conformi dovranno essere distrutti.

L’INDUSTRIA HA PAURA

La preoccupazione cresce tra le industrie risiere, ma, in parallelo, anche tra gli agricoltori che potrebbero vedersi rifiutata la merce. L’industria, infatti, non ha alcuno strumento per ridurre una contaminazione che si determina durante la coltivazione. Il regolamento vieta anche di diluire prodotto conforme con altro non conforme allo scopo di diluire la contaminazione.

ATTENZIONE AI FANGHI URBANI

A questo punto, è evidente che diventano determinanti le tecniche di coltivazione: possono influire sulle contaminazioni; maggiore attenzione, pare evidente, dovrà essere riservata all’utilizzo dei fanghi urbani che se non opportunamente scelti possono essere la causa di un innalzamento di presenza di metalli pesanti nel suolo. Nei mesi scorsi diversi agricoltori ci hanno chiesto perchè Risoitaliano non si pronunciasse contro l’uso dei fanghi in risaia. La ragione è che se una tecnica è autorizzata dalla legge – e nei limiti di tale autorizzazione – una testata giornalistica (che non è un bar e neanche un gruppo di Facebook) non può pronunciarsi contro tale tecnica. Alla luce di questi sviluppi, però, abbiamo titolo per dire: usate il meno possibile i fanghi! Riso Italiano ha già discusso dei possibili effetti dell’uso dei fanghi in agricoltura.

IL MONITORAGGIO DELL’ENTE RISI

Ora vediamo cosa si sta facendo per affrontare il problema: l’Ente Nazionale Risi sta compiendo un monitoraggio sull’ultimo raccolto per accertare la distribuzione della contaminazione da cadmio sul territorio risicolo e verificare se la produzione risicola italiana è conforme. Alla luce delle nuove proposte analogo monitoraggio dovrà probabilmente essere fatto sull’arsenico inorganico

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