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ACCORDO PER UN PREZZO EQUO

da | 2 Ott 2018 | NEWS

De Castro

Gli Stati membri dell’Ue riuniti in seno al Comitato speciale Agricoltura (Sca) hanno raggiunto un accordo sulla posizione negoziale del Consiglio, su proposta della Commissione europea, di relazioni più eque nel settore agroalimentare tra piccoli agricoltori e trasformatori e i loro partner commerciali di maggiori dimensioni. Una partita complessa, in cui l’Italia è guidata dall’on. Paolo De Castro (foto). Non dimentichiamo che la differenza tra la quotazione iniziale alle borse merci e i prezzi finali sul mercato al dettaglio del riso è sempre stata un grosso problema anche per il settore europeo della risicoltura: il Comitato ha anche chiesto alla presidenza di avviare negoziati con il Parlamento europeo non appena il Parlamento sarà pronto; questa legislazione metterà fine a pratiche come i ritardi nei pagamenti e le modifiche retroattive ai contratti. Gli agricoltori avranno presto modi più efficaci di difendersi dagli abusi unilaterali dei grandi operatori. L’obiettivo è ottenere un sistema agroalimentare equo che premii gli agricoltori per la qualità e garantisca loro un giusto tenore di vita. La distribuzione del valore nella catena alimentare si è spesso rivelata iniqua: gli agricoltori infatti ricevono solo una piccola parte del prezzo pagato dai consumatori per il cibo al dettaglio. Poiché i produttori agricoli sono in gran parte piccole e medie imprese (PMI), la capacità dei grandi operatori di utilizzare il loro potere contrattuale molto più ampio per imporre pratiche commerciali sleali (UTP) è stato un fattore importante in questo fenomeno. La posizione del Consiglio si basa sulla proposta di direttiva della Commissione che creerà un quadro comune europeo che garantisca un livello minimo di protezione degli agricoltori contro le pratiche commerciali sleali più ovvie, come i ritardi di pagamento di prodotti alimentari deperibili, le cancellazioni degli ordini all’ultimo minuto, i cambiamenti unilaterali e retroattivi ai contratti e agli obblighi del fornitore di pagare i prodotti sprecati. Sebbene la posizione del Consiglio mantenga il campo di applicazione della proposta della Commissione (alcune pratiche commerciali sleali che si verificano in relazione alla vendita di prodotti da un fornitore che è una PMI ad un acquirente che non è una PMI),il testo fa alcuni passi avanti ulteriormente includendo anche prodotti agricoli diversi dagli alimenti; consentendo ai fornitori di presentare una denuncia nel proprio stato membro e chiarendo che gli Stati membri hanno la possibilità di mantenere o introdurre norme contro le pratiche commerciali sleali più severe di quelle a livello europeo. I prossimi passi comprendono i negoziati con il Parlamento europeo che inizieranno non appena il Parlamento avrà accolto la sua posizione. Per l’adozione da parte del Consiglio è necessaria la maggioranza qualificata, d’accordo con il Parlamento europeo.

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