«Dati i recenti sviluppi dell’emergenza Covid-19, siamo desolati di informarvi che durante l’anno 2020, NON SARA’ PREVISTA LA MANIFESTAZIONE FIERA IN CAMPO. Comprendendo la situazione, cerchiamo anche noi nel piccolo di fare la nostra parte. Certi di rivedervi alla prossima edizione, sarà nostra premura cercare di migliorarla e renderla sempre più interessante». Hanno resistito per settimane, con la speranza di posticiparla ma di farcela. Poi anche i ragazzi dell’Anga, come tutto il Paese, hanno dovuto archiviare questo 2020 e guardare al futuro. La Fieraincampo ritornerà e noi di Risoitaliano la vogliamo aspettare rivedendo le interviste che avevamo realizzato nel mese di febbraio con i giovani risicoltori, quando ancora non si pensava al Covid 19 e si poteva discutere di progetti e di trattori. (Hai pensato ai giavoni precoci?)
Già, perché l’epicentro del dibattito della fiera è proprio questo e la scelta del migliore trattore da risaia, a distanza di mesi, torna ad essere di stretta attualità: con l’aumento dei prezzi del risone, diverse aziende ragionano sul rinnovo del parco macchine e i giovani risicoltori sono i più informati sulle opportunità offerte dal mercato per affrontare le difficoltà di questa coltura, che vanno dalla preparazione del letto di semina alle lavorazioni in acqua e in asciutta. A tutti gli intervistati abbiamo posto prima che la fiera fosse sospesa due domande: 1) quali sono i trattori con cui ti sei trovato meglio o peggio nelle varie lavorazioni in risaia? 2) Cosa compreresti oggi come mezzo da risaia? Ecco le risposte che ci hanno dato.
Lorenzo Balzola, Azienda Agricola Bagna Mirko a Murisengo (AL): «Lavoro abitualmente con macchine John Deere ma credo che il futuro sia blu (colore distintivo di New Holland, ndr). New Holland riesce a trovare un compromesso adatto ad ogni esigenza, sia economica che di campo, che si tratti di trattori da preparazione del letto di semina o da acqua. Parlando della mia esperienza con John Deere, trovo che gli ultimi modelli prodotti siano troppo pesanti, poco adatti a lavorazioni in terreni sommersi. Riguardo alla preparazione del terreno, tuttavia, ritengo che i trattori col cervo siano molto validi, anche se in terreni pesanti e spesso umidi possono creare dei problemi. Riguardo alle innovazioni che vorrei nella mia azienda, a mio avviso l’utilizzo dei cingoli potrebbe essere un degno sostituto delle scomode e fuori norma ruotine di ferro, non utilizzabili sulle strade. Ho trovato interessante la soluzione con cingolatura posteriore e gommatura anteriore, entrambe strette. Penso, ad esempio, all’adozione di uno spandi-concime e di una irroratrice ad uguale raggio d’azione, che permetterebbero di segnare una sola traccia per tutte le lavorazioni successive alla semina, riducendo al minimo le perdite dovuto all’ingresso dei macchinari. Le macchine New Holland sono maneggevoli e compatte, adatte a qualsiasi tipo di lavorazione, inoltre hanno dimostrato ottimi risultati riguardo alla trazione, permettendo di effettuare tutte le pratiche risicole»
Matteo Bertacco, Azienda Agricola Bertacco a Villarboit (VC): «Trovo che Valtra sia una macchina affidabile, confortevole e con un ottimo rapporto qualità prezzo. Ho notato una grossa differenza anche riguardo al materiale con cui sono costruiti i trattori. Negli ultimi anni ho maturato un’esperienza di 8000 ore con un modello di questa ditta che mi ha reso molto soddisfatto, evitandomi intoppi e lavorando più che bene ancora oggi. Ho utilizzato anche macchinari Claas e New Holland, entrambi con buoni risultati, anche se a volte l’assistenza non è stata tempestiva, intralciando le lavorazioni. Tra le novità, trovo molto interessante Valtra t234 con allestimento Smart Touch. Si tratta di una macchina affidabile, con un controllo unico dal bracciolo, semplice da usare su tutte le funzioni, sollevamento anteriore e posteriore, predisposto per guida assistita. Può essere dotato anche di Valtra Connect, potendo ottener così una diagnosi autonoma del trattore in ogni momento e, se viene riscontrata qualche anomalia, vengono subito fornite dal mezzo le direttive per cancellarla». (Hai pensato alle malerbe precoci?)
Alessandro Greppi, Cascina Martina a Ronsecco (VC): «I trattori con cui mi trovo meglio sono i Massey Ferguson. La scelta di utilizzare questi trattori è avvenuto dopo la trasformazione di Fiat in New Holland, che ci ha portato ad allontanarci da questa azienda, non ritrovando nei nuovi modelli blu le stesse caratteristiche positive dei loro predecessori rossi. Da 9 anni, dunque, utilizziamo i Ferguson, che offrono un ottimo rapporto qualità prezzo e tutte le soluzioni meccaniche adatte alla risicoltura. Presentano un validissimo rapporto peso/potenza e, solitamente, sono a passo lungo. Parlando delle novità che vorrei per me e per la risicoltura in generale, penso che oggi in risaia ci sia bisogno di trattori che permettano l’utilizzo dei vari strumenti informatici presenti sul mercato. Potrebbe sembrare qualcosa di ovvio ai venditori/produttori dei mezzi, che propongono queste innovazioni da tempo, tuttavia sono pochi gli agricoltori che possono permettersele. L’adozione delle suddette tecnologie è il presente e futuro dell’agricoltura, per questo motivo penso che gli incentivi economici al loro acquisto, sia di provenienza istituzionale sia forniti dal venditore/produttore, siano una giusta soluzione. Queste tecnologie rendono le produzioni più ecologiche, in virtù di una maggiore efficienza». VIDEO
Andrea Alfieri, Azienda Agricola Alfieri Francesco a Borgo Vercelli (VC): «La mia esperienza è ristretta ai due marchi che uso abitualmente in azienda, Fiat e New Holland. Guardando a questi trovo che i trattori Fiat siano più affidabili ancora oggi, nonostante la maggiore obsolescenza e usura. Probabilmente questa visione è dettata anche dalla sfortuna di aver acquistato delle serie New Holland meno adatte alla risicoltura di altre. Ad esempio utilizzo una serie TL per le lavorazioni in acqua, ottenendo una pessima collaborazione dal macchinario, a causa del suo sbilanciamento e della poca trazione. Per la preparazione del terreno ho un trattore della serie TM, che si dimostra ottimo durante le lavorazione ma leggermente fragile, causandomi spesso pause obbligatorie e indesiderate. Probabilmente la casa produttrice ha risolto queste problematiche negli ultimi modelli prodotti ma, a causa della mia giovane età, non ne ho conoscenza pratica. Parlando di un’innovazione che vorrei nella mia azienda, oggi sono alla ricerca di un trattore versatile, che sappia fare lavorazioni sia preparatorie che di semina o successive».
Alessandro Barale, Azienda Agricola Barale Giuseppe a Pezzana (VC): «Il mio parco macchine è quasi totalmente composto da trattori John Deere, con una varietà di modelli che va dalla serie 10 all’ultima serie R. Fino ad ora mi sono trovato bene con questo marchio, caratterizzato da robustezza ed affidabilità. Per quanto riguarda le lavorazioni in risaia, se il tempo permette e garantisce un terreno asciutto, utilizziamo per la preparazione del letto di semina mezzi dai 180 ai 200 cv ma, dato che nella mia zona il terreno non è sempre praticabile, ricorriamo spesso all’utilizzo delle ruote in ferro. Per questo abbiamo scelto macchine solide, rinunciando in parte alla leggerezza di altri modelli per affrontare i lavori estivi. In futuro vorrei utilizzare sempre più le nuove tecnologie informatiche che sono presenti sul mercato, come la tecnologia Isobus. Credo che siano il futuro della risicoltura».
Michele Osenga, Azienda Agricola Osenga Michele a Trino (VC): «Trovo che questo sia un argomento che piace molto e fa accendere lunghe discussioni tra i risicoltori, dal momento che ognuno di noi ha idee diverse sulle macchine agricole, legate alla propria esperienza. Inizierò il mio discorso partendo dalla seconda domanda e, parlando del mezzo che vorrei aggiungere al mio parco macchine; ad oggi sceglierei un usato, tra i 150-200 cv. Sono consapevole che i nuovi modelli siano confortevoli, belli e semplici da usare ma spesso per un filo spelato non funziona più nulla e bisogna recarsi per forza dal concessionario, perdendo tempo. La mia scelta è dovuta anche al voler effettuare autonomamente la manutenzione dei mezzi della mia azienda, che diventa più facile da svolgere se si tratta di un mezzo un po’ datato e quasi esclusivamente meccanico, rispetto ad uno di recente costruzione. Inoltre, nutro una forte passione per il vintage e trovo che i trattori più datati siano anche molto più affidabili di quelli moderni. La mia idea andrà contro corrente però, in questo modo, riesco a unire al lavoro la mia passione per la meccanica, potendo anche risparmiare un po’». (Hai pensato ai giavoni precoci?)