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IL TECNICO? LO PAGA LA REGIONE

da | 18 Ago 2020 | NEWS

I servizi di consulenza aziendale in agricoltura giocano un ruolo fondamentale per la competitività, la sostenibilità e l’innovazione delle aziende agricole ed agroalimentari italiane: una tendenza allo sviluppo che recepisce e si innesta sulle proposte normative della futura Politica Agricola Comune (PAC) post 2020, attraverso il cosiddetto Modello AKIS (Agricultural Knowledge and Innovation System). Stanti le nuove necessità venutesi a determinare durante l’emergenza Covid, al fine di favorire l’accesso delle aziende agricole alle consulenze rivolte alle tematiche della competitività, con D.D. n. 492 del 20.7.2020, la Direzione Agricoltura e Cibo – Settore Servizi di sviluppo e controlli per l’agricoltura della Regione Piemonte ha individuato i termini di scadenza del Bando 1/2020 della Misura 2, Operazione 2.1.1. “Servizi di consulenza” al 30 settembre 2020 e, con lo stesso provvedimento, ha adeguato il Bando 1/2020 alle previsioni della D.G.R. n. 33 – 1599 del 26 giugno 2020. La dotazione finanziaria complessiva del Bando ammonta a 10.950.410,00€ e fa capo al FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) nel contesto del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020. La scadenza per la presentazione delle domande, già ricevibili dal 31 gennaio 2020, è stabilita per mercoledì 30 settembre 2020. Questa misura la si applica anche in Lombardia (leggi l’articolo).

Spiega Fabio Lanfranchini, tecnico titolare dello studio Pulsar S.A.S con sede a Borgolavezzaro (Novara), che effettua consulenze proprio in quest’ambito: «Si tratta della riproposizione di misure già attivate parecchi anni fa come la MisuraY; la Regione Piemonte mette a disposizione fondi che vanno a coprire l’80% della spesa che l’agricoltore deve affrontare per il servizio di consulenza. I tecnici che possono operare nell’ambito di queste misure devono essere riconosciuti dalla regione Piemonte. Molto importante sottolineare, però, che è l’azienda agricola a scegliere il tecnico per la consulenza, dato che il bando prevede che questo non debba essere legato per forza al CAA (Centro Assistenza Agricola) dove l’agricoltore ha depositato il Fascicolo Aziendale. Il valore di questa misura risiede principalmente nel fatto che tanto la Regione Piemonte quanto la Comunità Europea hanno inteso quanto le imprese agricole abbiano grosse necessità dal punto di vista della consulenza e si sono attivate in tal senso. Un aspetto di grande interesse legato a questa misura è anche il fatto che l’azienda può beneficiare di un tecnico specializzato i cui costi sono coperti per la maggior parte dalla Regione potendo così usufruire della consulenza con una esposizione economica molto limitata. Alcune aziende hanno bisogno di partire dalle basi e, in tal caso, la consulenza ha l’obiettivo di verificare il rispetto delle normative di base soprattutto legate alla Condizionalità, che riguarda le condizioni necessarie per l’accesso ai contributi della Domanda Unica (domanda della PAC); fattori molto importanti soprattutto  alla luce dei controlli dell’organismo pagatore ARPEA, in atto in questi mesi, che vertono sia sulla parte documentale che sulla parte strutturale dell’azienda. Ci sono diversi livelli di consulenza e diverse focus area sulle quali si può intervenire: compito dei consulenti, appositamente riconosciuti dalla Regione, sarà proprio quello di definire le focus area più adatte all’azienda che richiederà il servizio di consulenza».

In particolare, l’Allegato C al Bando individua gli interventi di consulenza finanziabili, riepilogati secondo priorità e focus area nell’apposita tabella “Ambiti, Focus Area, Interventi, Costi dei servizi di consulenza Operazione 2.1.01 – Servizi di consulenza aziendale” (reperibile al link: https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/psr-2014-2020-operazione-211-servizi-consulenza-aziendale-agricola):

  • Priorità 2: potenziare in tutte le regioni la redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste.

Focus area 2A: migliorare le prestazioni economiche di tutte le aziende agricole e incoraggiarne la ristrutturazione e l’ammodernamento, in particolare per aumentare la quota di mercato e l’orientamento al mercato nonché la diversificazione delle attività;

  • Priorità 3: promuovere l’organizzazione della filiera agroalimentare, compresa la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo:

Focus area 3A: migliorare la competitività dei produttori primari integrandoli nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni e organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali.

  • Priorità 4: preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura:

Focus Area 4A: salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità, compreso nelle zone Natura 2000 e nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell’agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché dell’assetto paesaggistico dell’Europa.

Focus Area 4B: migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi.

Focus Area 4C: prevenzione dell’erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi.

  • Priorità 5: incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale:

Focus Area 5A: rendere più efficiente l’uso dell’acqua nell’agricoltura

Focus Area 5E: promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale.

Vediamo ora, ancora a livello di focus area, quali sono gli ambiti di consulenza più richiesti a livello nazionale.

L’Area Economica di Coldiretti ha somministrato un questionario online a circa 4 mila aziende agricole, al fine di delineare un’analisi dei fabbisogni del tessuto produttivo agricolo italiano. Il Report Nazionale sulla consulenza aziendale, che raccoglie ed interpreta i dati dello studio, ha messo in evidenza le principali necessità delle aziende agricole ed agroalimentari Made in Italy, nella direzione di un approccio bottom-up, sostenuto dalle istituzioni Ue.

In prima analisi, tra i principali ambiti di consulenza per i quali il tessuto produttivo agricolo italiano propende vi sono (in ordine di importanza):

  1. competitività;
  2. innovazione;
  3. pagamenti Agro-Climatici-Ambientali dei Programmi di sviluppo rurale (PSR);
  4. norme sicurezza sul lavoro;
  5. sostenibilità ambientale
  6. filiere
  7. diversificazione delle attività agricole

I servizi che le aziende italiane si aspettano da un Organismo di consulenza sono, nell’ordine:

  1. capillarità sul territorio (31,3% del campione);
  2. congrue risorse umane e strumentali (21%);
  3. multidisciplinarietà degli ambiti (20,5%);
  4. adeguata frequenza di apertura al pubblico delle sedi (15%). Il 10% del campione non si è esposto.

Quello della Consulenza aziendale è un ambito versatile con ampie prospettive di potenziamento e di fruibilità per le aziende, che possono trovare nei consulenti personale formato a supporto delle loro attuali e future esigenze di sviluppo. Autore: Milena Zarbà

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