L’Unione europea ha raggiunto un accordo per il rinnovo della licenza dell’erbicida glifosato, con il voto favorevole di 18 Paesi, contrario di nove e un’astensione. La decisione sarà adottata dalla Commissione europea entro il 15 dicembre. La mancanza di accordo tra gli Stati lo scorso 9 novembre aveva obbligato a convocare una nuova riunione della commissione d’appello, grado a cui si ricorre quando non si raggiunge un’intesa a livello di comitato ordinario. L’autorizzazione in agricoltura è stata ridotta a cinque anni, contro i dieci di quella che scadrà a dicembre.
Il commissario alla Salute, Vytenis Andriukaitis, ha affermato: «Il voto di oggi mostra che, quando lo vogliamo tutti, siamo capaci di condividere e accettare la nostra responsabilità collettiva nella presa di decisioni». Secondo la Commissione, la proposta votata conta «del più ampio appoggio possibile degli Stati membri per garantire un alto livello di protezione della salute umana e dell’ambiente, in linea con la legislazione europea». Per poter adottare la proposta, la Commissione aveva bisogno di una maggioranza qualificata che richiede l’appoggio del 55% dei Paesi, che rappresentino il 65% della popolazione.
La battaglia in Commissione è durata oltre un anno. Impossibile mettere d’accordo quei Paesi – tra cui Francia e Italia – convinti che la sostanza provochi il cancro, con quelli
che invece la reputano sicura par la salute umana. A spostare l’ago della bilancia è stata la Germania, il Paese più popoloso d’Europa, che nelle precedenti votazioni si era astenuto. Francia e Italia invece si sono nuovamente opposte, ma questa volta non è bastato a respingere la proposta della Commissione.
Quali conseguenze avrà questo voto? In Italia resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta «al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura» secondo la Coldiretti. Infatti, gli effetti del decreto del ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016 che non vengono modificati dalla decisione dell’Unione europea di rinnovare per 5 anni la licenza di utilizzo.